Calcio

L’Inghilterra ha grandi progetti, croati permettendo

Le selezioni di Gareth Southgate e di Zlatko Dalic favorite per il passaggio del turno nel gruppo D - La nazionale dei Tre Leoni vuole il suo primo trionfo continentale, Luka Modric e compagni volano sulle ali dell’entusiasmo dopo il secondo posto conquistato tre anni fa ai Mondiali in Russia
L’attaccante inglese Harry Kane. ©APKirsty Wigglesworth
Flavio Viglezio
04.06.2021 06:00

È il gruppo britannico di questo Europeo, vuoi per la presenza di Inghilterra e Scozia, vuoi perché si disputerà tutto nel Regno Unito, con partite a Londra e a Glasgow. E proprio l’Inghilterra, «padrona di casa», sull’onda di un Mondiale in Russia chiuso al quarto posto, si presenta al via come la grande favorita del girone. E punterà, perché no, a vincere un trofeo continentale che le è sempre sfuggito. L’anno del titolo mondiale, il 1966, appartiene ormai alla preistoria.

Attenti all’uragano Kane

La nazionale dei Tre Leoni riparte da Gareth Southgate, l’allenatore che grazie all’ultimo Campionato del mondo ha riportato entusiasmo e passione oltre Manica. E che per questo Europeo ha allestito una selezione giovane e ricca di talento. Messo un termine alla sua carriera di giocatore, Southgate ha fatto la gavetta guidando per tre anni la Under 21, prima di portare il suo calcio votato all’offensiva nella nazionale maggiore.

E, a proposito di fase offensiva, l’Inghilterra si affida ancora una volta ad Harry Kane. L’attaccante del Tottenham – soprannominato dai tifosi «The Hurricane» – è reduce da una stagione da 23 gol in Premier League, e dal campionato 2015-2016 va ininterrottamente in doppia cifra nel campionato più bello del mondo. Con 12 reti si è pure laureato capocannoniere delle qualificazioni.

In una formazione che Southgate manderà verosimilmente in campo con il 4-3-3, occhio anche a Dominic Calvert-Lewyn: non è una primissima scelta del tecnico, ma l’esterno d’attacco dell’Everton è uomo capace di spaccare le partite grazie alla sua classe e a una corsa che lo rende spesso devastante in contropiede.

Forte anche del primo posto ottenuto nelle qualificazioni davanti alla Repubblica Ceca, l’Inghilterra affronta questa edizione degli Europei con ambizioni molto alte.

La stella di Luka

Sulla carta l’Inghilterra dovrà diffidare soprattutto della Croazia vice-campione del mondo in carica. E scusate se è poco. Nonostante alcuni grandi protagonisti dell’exploit ottenuto in Russia siano ormai arrivati a fine ciclo, la Croazia dispone ancora di un gruppo ricco di talento, capace di disputare un altro torneo ad altissimo livello. Soprattutto a centrocampo e in attacco, i croati non hanno nulla da invidiare alle superpotenze del calcio continentale.

Passano gli anni, ma la stella della selezione rimane Luka Modric. Nonostante non sia più giovanissimo (36 anni), il centrocampista del Real Madrid – con il quale ha vinto praticamente tutto ciò che c’era da vincere – e capitano della nazionale è sempre l’anima di questa Croazia. Porta in campo classe e visione di gioco. Una formazione che a centrocampo potrebbe contare pure sull’estro di Mario Pasalic, trequartista dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini.

Toccherà ancora una volta a Zlatko Dalic – protagonista della cavalcata al mondiale russo e in carica dal 2017 – guidare la Croazia verso un risultato prestigioso.

La forza del gruppo

Misurare le ambizioni della Repubblica Ceca appare esercizio più complicato. La compagine si presenta infatti ai nastri di partenza senza vere e proprie stelle, ma con un gruppo comunque solido e composto da giocatori giovani e affamati. Dal 2018 a guidare la selezione c’è Jaroslav Slihavy, capace recentemente di qualificare la Cechia nella Lega A di Nations League.

Un gruppo senza stelle, si diceva, ma attenzione comunque a Antonin Barak: mezz’ala del Verona di grande corsa, tecnica e vivacità in attacco. Talvolta può essere schierato anche come esterno d’attacco, un ruolo in cui si esalta particolarmente la sua fantasia e le sue doti da uomo-assist.

Bentornata, cara e vecchia Scozia

Bentornata, cara e vecchia Scozia. Dopo oltre un ventennio d’assenza – l’ultima partecipazione ad una grande manifestazione risale ai Mondiali del 1998 – la nazionale scozzese, la Tartan Army, torna ad un grande palcoscenico calcistico internazionale. Il selezionatore Steve Clarke avrà a disposizione una squadra con qualche giocatore di discreto livello e tanti semi-sconosciuti, che però, forti del fattore campo e della voglia di non sfigurare, potrebbero creare qualche grattacapo alle più quotate avversarie.

Difensore tosto e arcigno, in campo Steve Clarke è stato una colonna portante del Chelsea negli anni ’90. Dopo numerose esperienze in Inghilterra come vice-allenatore e collaboratore tecnico, al Newcastle, al Chelsea, e al West Ham, nel 2012 ha guidato il West Bromwich Albion e qualche anno più tardi il Reading nella serie B inglese. Dal 2017 al 2019 ha allenato il Kilmarnock, nel campionato scozzese. È alla guida della nazionale dal 2019, in sostituzione di Alex McLeish.

Le stelle della squadra – se così si può affermare – sono il centrocampsita dello United Scott McTominay e Andrew Robertson, terzino sinistro del Liverpool di grande resistenza fisica, costanza e quantità.