Calcio regionale

Lo sport, palestra di vita

L’esempio positivo degli allievi del Giubiasco, dove oltre alla tecnica, si insegnano la disciplina e il rispetto delle regole - Emilio Scossa Baggi: «Vogliamo che si giochi a calcio in maniera genuina puntando soprattutto al divertimento prima dei risultati sportivi»
Una normale giornata di allenamento dei giovanissimi del Giubiasco tra schemi sul campo ed abbracci.
Gianluca Pusterla
Gianluca Pusterla
04.10.2021 06:00

Il calcio regionale nelle ultime settimane ha avuto ampio spazio nelle cronache e sembrerebbe che la realtà del calcio minore sia per così dire fuori controllo. Aldilà del rumore, in modo più tranquillo e discreto, esiste un mondo che merita spazio. E allora raccontiamo una realtà, parliamo di ciò che il settore allievi del Giubiasco sta facendo per l’educazione e la formazione sportiva di giovani e giovanissimi calciatori, ragazzi che il pallone non lo considerano ancora un vero e proprio sport, ma soprattutto un puro divertimento. Li incontriamo nel corso di una giornata di allenamento. Si allenano, mettono tanto impegno in ogni tocco del pallone e cercano di ascoltare le parole dei loro allenatori. Ci conduce all’interno del Giubiasco Emilio Scossa Baggi, storico capo della scientifica cantonale e oggi attivo nella società bellinzonese. Lo scopo è fornire un insegnamento aldilà della mera pratica sportiva. «È fondamentale poter agire già in età scolastica o addirittura prima, implementando un aspetto didattico sano e rispettoso dei compagni, il poter interagire nel gruppo in modo adeguato, privilegiando la correttezza e il fairplay all’agonismo esasperato e così via».

Più della tecnica i valori

Un approccio sano e il concetto di fairplay. Valori che dovrebbero essere alla base di un’attività sportiva, ma che comunque vanno spiegati e allenati. «È stata per l’appunto creata e sviluppata una struttura di formazione per le squadre di calcio degli allievi, partendo dalla Scuola calcio sino agli allievi A, attraverso una pianificazione interna particolarmente ideale. Volendo proprio mettere l’accento sull’aspetto ludico e formativo dei giovani, seguendo le sedute di allenamento pomeridiane della Scuola calcio ciò che balza subito all’occhio è l’entusiasmo espresso dai ragazzi, i quali, seguendo le indicazioni dei vari allenatori comprenderanno e scopriranno ben presto il significato di praticare il calcio con gioia spontanea e genuina», sottolinea Emilio Scossa Baggi.

Entusiasmo al campo

E i risultati si sono presto visti: oltre 80 bambini iscritti solo alla Scuola calcio del Giubiasco, numeri notevoli per una piccola società che oggi milita in Terza Lega. Tornando al tema dell’educazione, esistono una serie di regole, un’iniziativa interna, non solo per i ragazzi. «Si tratta di una sorta di codice deontologico - prosegue il nostro interlocutore - per la prima squadra che, volendo mirare a un comportamento esemplare fuori e dentro il campo, ha elaborato questa carta dei valori, con il motto che al Giubiasco sono stati scelti prima gli uomini, poi i giocatori». Ma, come dicevamo, la strada va indicata già ai più piccoli, il futuro di una società, non solo sportiva. «Nel settore allievi si lavora mirando alla crescita dei giovani basata su dei principi sani e rispettosi del prossimo e per questo è stata creata una sezione denominata di etica». Un lavoro a cui Scossa Baggi tiene particolarmente.

«Dopo l’esperienza della scorsa stagione con le attività di “Gioca Pulito” volte a far riflettere i giocatori sul tema del fairplay e del rispetto, da questa stagione verrà lanciato un progetto denominato “Imparo, per sempre”, con il chiaro obiettivo di continuare a trasmettere i veri valori dello sport per aiutare i giovani ad affrontare le competizioni e gli allenamenti con uno spirito più leale. Il richiamo di questa realtà è giunto anche a orecchie sopraffine...capita così non di rado di ritrovare attorno al campo nei pomeriggi di allenamento personaggi illustri, dal tecnico regionale Livio Bordoli, all’ex calciatore della nazionale Kubilay Türkijlmaz, al viceallenatore della nazionale Vincent Cavin, all’allenatore dei portieri della stessa nazionale Sven König che vi accompagnano i propri figli». Attorno al campo, ci spiega il membro di comitato del Giubiasco, si è formato in modo naturale un interessante tipo di aggregazione dei genitori-accompagnatori, che possono beneficiare di questa esperienza positiva.

Voglia di arbitrare

E c’è anche chi vorrebbe passare all’arbitraggio, categoria spesso bistrattata e di cui spesso si sottovaluta l’importanza all’interno del gioco. In Ticino, poi, si fa sempre più fatica a reclutare fischietti. «Gli arbitri sono essenziali per permettere lo svolgimento degli incontri ufficiali ma diventano sovente capro espiatorio del malessere e della maleducazione regnante sui campi. Recentemente, e in maniera del tutto spontanea abbiamo ricevuto la richiesta da parte di tre giovani partecipanti di voler intraprendere il percorso che porta all’arbitraggio. E ci fa molto piacere», conclude Emilio Scossa Baggi.

È un mercoledì pomeriggio e i ragazzi del Giubiasco corrono col sorriso in faccia. La speranza è che, con l’istruzione ricevuta, quando saranno loro a essere grandi emuleranno solo gli esempi positivi e non quelli condannabili. Il futuro passa anche da questi piccoli gesti e dal buon esempio.