Il personaggio

Lo stratega e i segreti dello «SLO»

Lo Stade Losanna-Ouchy, realtà amatoriale fino a 10 anni fa, ha conquistato la promozione in Super League al termine di una stagione folle - Una figura chiave è il giovane direttore sportivo Hiraç Yagan, 34 anni appena: «Questo club ha qualcosa di magico»
Il giovane dirigente dalla doppia cittadinanza belga e armena, al centro con la camicia aperta, durante i festeggiamenti per la promozione. © Keystone/Jean-Christophe Bott
Giacomo Notari
09.06.2023 06:00

«La storia per quelli che ci sono cari». Impregnate di birra e di sudore, le magliette celebrative esibite dallo Stade Losanna-Ouchy dopo la promozione ottenuta alla Pontaise contro il Sion riportavano questa frase. Un riferimento ad Elia Alessandrini, ex-compagno tragicamente scomparso a dicembre all’età di 25 anni. Ma anche a Karim Gazzetta, giocatore passato dal club tra il 2019 e il 2021, pure lui deceduto pochi mesi fa, e alla moglie dell’assistente Dalibor Stevanovic, venuta a mancare nel corso della stagione. Tre drammi che hanno creato un forte legame tra i giocatori e lo staff losannese. Spingendoli a superare i propri limiti nel finale di stagione, fino a centrare una clamorosa promozione in Super League. «Abbiamo passato dei momenti difficili - ci racconta il direttore sportivo Hiraç Yagan, lo stratega dietro la scrivania della società vodese -. Il gruppo è stato incredibile, e finire con una promozione davanti a uno stadio pieno e festante, ha reso il miglior omaggio ai nostri cari che non ci sono più». Già. Una stagione indimenticabile sotto tutti i punti di vista, per la seconda forza della capitale olimpica.

Nove anni, quattro promozioni

Chiamarlo «secondo club di Losanna» non è certo riduttivo. Anzi, in pochi qualche stagione fa avrebbero mai scommesso un centesimo sul fatto che un giorno lo «SLO» potesse venire comparato allo storico «Lausanne-Sport», anche lui appena promosso nel massimo campionato elvetico. Nel 2014, undici anni dopo la sua creazione, lo Stade Losanna-Ouchy giostrava infatti ancora in Seconda Lega interregionale. Per intenderci, la quinta divisione svizzera. Poi, dal già citato 2014 in avanti, qualcosa è radicalmente cambiato. «È come se ci fosse qualcosa di magico dietro a questo club -sorride Yagan -. Sono anni che le promozioni si susseguono». E il direttore sportivo, 34 anni appena e un curriculum invidiabile, ha vissuto da protagonista gli ultimi passi. Vestendo, va da sé, i panni dell’architetto. Approdato a Losanna nel 2019 dopo aver archiviato la carriera da calciatore, l’ex internazionale armeno - che dispone pure della cittadinanza belga - è riuscito a pescare giocatori di talento a getto continuo. Alcuni nomi? Zeki Amdouni, Brighton Labeau e - per ultimo - Teddy Okou. Tutti arrivati da sconosciuti e oggi dei giocatori affermati a livello svizzero. «Come club abbiamo sempre cercato di andare a scovare dei giovani a cui dare delle opportunità - spiega il ds losannese -. Seleziono le regioni più interessanti dalle quali andare ad attingere, e in seguito individuo i club che vi lavorano bene. Tutti i giocatori che approdano allo “Stade” sono stati seguiti per parecchi mesi prima della firma».

Ricostruzione all’orizzonte?

Il fiuto del direttore sportivo, una volta di più, sarà indispensabile quest’estate. Quando, cioé, bisognerà ricostruire una squadra all’altezza della Super League. Ricostruire, già, perché gli elementi attualmente più appetibili faranno verosimilmente le valigie da qui a poche settimane. «C’è interesse, ed è inevitabile che vi saranno delle partenze - conferma Yagan -. Noi ci muoveremo come quando siamo approdati in Challenge, cercando di mantenere una base solida, alla quale aggiungere quattro o cinque nuovi innesti. A livello di budget, invece, non ci saranno follie: cambierà poco». È altresì probabile tuttavia che, vendendo i suoi gioielli più preziosi - il miglior marcatore della Challenge League, il già citato Okou, è ad esempio seguito dallo Young Boys-, i losannesi possano comunque un pochino «gonfiare» i fondi a disposizione del ds per fare mercato. Resta però da determinare se ciò basterà a evitare che i vodesi, con indosso l’etichetta di neopromossi, finiscano con l’essere pericolosamente invischiati nella lotta per la salvezza. «È ovvio che ci aspetta una stagione difficile, come d’altronde lo è stato ogni anno anche in Challenge League - commenta Yagan -. Sarà un campionato di transizione, durante il quale l’obiettivo sarà salvarsi e far crescere la società sotto tutti i livelli. Saremo pronti a farlo».

La licenza già da tre stagioni

Pronta, a differenza del Municipal di Yverdon (vedi sotto), sarà anche la Pontaise. Lo Stade Losanna, che alla sua prima stagione in Challenge League (2019/20) si era accasato in quel di Nyon, gioca da ormai due anni nel vecchio impianto cittadino. Una casa che poteva sembrare provvisoria, ma che rimarrà la stessa in Super League. «Le infrastrutture sono in ordine, - rassicura Yagan -. Sono tre stagioni che riceviamo la licenza per la massima divisione. Ci sono alcuni piccoli dettagli da sistemare, come il wi-fi che funziona a singhiozzi (ride, ndr), ma tutto è in regola. Questa stagione, tra i club di Challenge League, soltanto il Losanna era messo meglio di noi». A sentire il ds, sembrerebbe dunque che questa promozione non sia arrivata troppo presto. «Nel calcio, non si sa mai quando capitano le cose. Magari adesso può sembrare troppo presto, e poi tra dieci anni sarebbe invece troppo tardi. I giocatori e lo staff hanno fatto il necessario per meritarsi questo traguardo, ora lavoreremo duramente affinché tutto vada nel migliore dei modi». Una cosa è certa: le parole del dirigente armeno e la narrativa formatasi attorno alla squadra, fanno dello «SLO» una delle realtà più affascinanti da seguire nella prossima stagione di Super League. La prima con la nuova formula.

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