La scheda

Lugano, ecco chi è il Fenerbahçe di José Mourinho

Squadra nobile del calcio turco, il «Fener» ha appena incoronato il tecnico portoghese quale nuovo imperatore di Istanbul – Conosciamo meglio l’avversario dei bianconeri – E quella volta a Locarno che al tecnico dissero «delen»…
© EPA/ERDEM SAHIN
Red. Online
19.06.2024 13:02

E così, il Lugano affronterà il Fenerbahçe. Uno dei giganti del calcio turco, secondo al termine dell’ultimo campionato alle spalle del rivale di sempre. Il Galatasaray. Fenerbahçe che, da pochi giorni, in panchina è guidato da un allenatore speciale. In tutti i sensi. José Mourinho, proprio lui. L’ex tecnico fra le altre di Porto, Chelsea, Inter e Roma. E già immaginiamo come storpierà alcuni nomi bianconeri, ad arte, buttandola in caciara. Tipo: «Blaser? Conosco solo blazer da indossare o raggio laser». Cose così, insomma.

Il Fenerbahçe Spor Kulübü, comunemente noto come Fenerbahçe, come dicevamo è uno dei club calcistici più prestigiosi e storici della Turchia. La sua fondazione risale al 19 luglio 1907. Il club prende il nome dal distretto di Fener, situato sulla sponda asiatica di Istanbul. Tradotto alla lettera, Fenerbahçe significa «giardino del faro». Il «Fener», come viene chiamato dai tifosi, affettuosamente, venne fondato da un gruppo di giovani appassionati di calcio, tra cui Ziya Songülen, Ayetullah Bey e Necip Okaner, con l'obiettivo di promuovere lo sport tra i giovani turchi durante un periodo in cui l'Impero Ottomano vietava le associazioni sportive. Il Fenerbahçe divenne rapidamente popolare e iniziò a competere nei campionati locali.

Oggi, quasi centoventi anni dopo, il Fenerbahçe ha un palmarès impressionante, con numerosi titoli nazionali che includono 19 campionati turchi, molte Coppe di Turchia e diverse Supercoppe di Turchia. A livello internazionale, il Fenerbahçe ha partecipato a numerose competizioni europee, raggiungendo i quarti di finale della Champions League nella stagione 2007-2008 e le semifinali dell'Europa League nel 2012-2013.

Il club gioca le sue partite casalinghe allo stadio Şükrü Saracoğlu, situato nel quartiere di Kadiköy a Istanbul. Lo stadio, inaugurato nel 1908 e ristrutturato più volte, ha una capienza di circa 50.000 posti ed è noto per la sua atmosfera elettrizzante, creata dai ferventi tifosi del Fenerbahçe. Qui, la Svizzera vi disputò il ritorno dello spareggio per accedere ai Mondiali del 2006. Una partita che si rivelò tanto felice quanto brutale per l’aggressione subita dai calciatori rossocrociati al fischio finale.

I tifosi del Fenerbahçe, conosciuti come «Fenerbahçeliler», sono tra i più appassionati e devoti al mondo. La loro fedeltà e il loro sostegno incondizionato sono evidenti in ogni partita, sia in casa che in trasferta. Il club ha una rivalità storica e intensa con il Galatasaray, nota come il «Kıtalararası Derbi», ovvero derby intercontinentale considerando che una formazione si trova nella Istanbul europea mentre l’altra gioca nella parte asiatica della città. Parliamo di uno degli incontri calcistici più attesi e seguiti al mondo.

Oltre al calcio, il Fenerbahçe è una polisportiva con sezioni dedicate a vari sport, tra cui basket, pallavolo, atletica leggera e nuoto. Il club è impegnato anche in numerose attività sociali e comunitarie, promuovendo valori di inclusione, fair play e sviluppo giovanile attraverso il suo ampio programma di formazione sportiva.

Detto che il Bellinzona, nel 2008, affrontò il Galatasaray in Coppa UEFA nel vecchio Ali Sami Yen, anche il Lugano può vantare un’esperienza a Istanbul. Nell’ultima fase a gironi di Conference League, infatti, i bianconeri hanno strappato uno storico 3-2 sul campo del Besiktas. Un altro colosso. E se la storia, ora, si ripetesse? Non ditelo a Mourinho. Il quale, fra l’altro, conosce piuttosto bene il Ticino. All’epoca dell’Inter, infatti, venne a giocare un’amichevole a Locarno. Lamentandosi dell’erba troppo alta del Lido e minacciando i non scendere in campo con i suoi ragazzi. A fine gara, invece, cercò di dribblare i giornalisti ma l’allora addetto stampa delle bianche casacche, Omar Ravani, lo riportò sulla retta via indicandogli dove doveva andare. Al grido «delen Mourinho, da questa parte».