Lugano, ecco il pagellone del girone d’andata

È stato un girone d’andata sopra le attese. Il migliore, per il Lugano, dal ritorno in Super League. Tra tante note liete e un paio di delusioni, è quindi il momento di dare i voti ai protagonisti bianconeri.
Amir Saipi 4,5
La società ha scommesso su di lui. In anticipo sul destino. È giovane. Promettente, anche. Però non si può sorvolare su alcune prestazioni così così. Alti e bassi, insomma. «Ne deve mangiare ancora di pastasciutta» (semicit.).
Noam Baumann 3,5
Il Lugano ha chiuso a quota 30 punti. Ma senza i suoi passaggi a vuoto - o «papere», se preferite - il bottino avrebbe potuto essere più importante. Di sicuro 32, considerato l’erroraccio di San Gallo. Forse 33, ripensando agli interventi goffi di Sion. E se la società aspettasse solo la chiamata dell’YB, alle prese con un’emergenza portieri?
Sebastian Osigwe 4
Se Baumann è per certi versi nocivo, lui - tra un infortunio e un malessere - non è sempre convincente. Anzi. Le sbavature - contro il Basilea in casa e a Lucerna - non mancano. Deve ritrovare continuità e fiducia.
Fabio Daprelà 4,5
Non è il miglior esempio di pulizia. Nemmeno di puntualità. Nel complesso, però, è affidabile. E garantisce al reparto arretrato la giusta dose di cattiveria. Basta blackout, okay?

Reto Ziegler 5,5
Una delle conferme più belle in casa bianconera. Raramente commette errori. Meno dei compagni di difesa, in ogni caso. E, dato da non sottovalutare, è pure il bomber della squadra con 4 reti. Con lui il Lugano ha trovato l’America.
Mijat Maric 5
La sua presenza garantisce spessore alla formazione. E ciò al netto di un paio di match «toppati». Prendete i cinque incontri che ha saltato: ebbene, il Lugano non ha mai vinto. A 37 anni rimane imprenscindibile.
Kreshnik Hajrizi 4
È alla prima stagione in Super, dopo aver vissuto due campionati sul fondo della lega cadetta. Questo per giustificare, almeno in parte, alcune ingenuità dettate dalla scarsa esperienza o dall’irruenza. I margini di crescita e il potenziale ci sono. Calma e sangue freddo.
Numa Lavanchy 5
Moto perpetuo. Uomo assist (cinque, mica male). E pedina inamovibile dello scacchiere crocitortiano. Il tecnico, non a caso, lo schiera in tutti i 18 incontri. Eddai Numa, Lugano è fatta su misura per te. Resta!
Mickäel Facchinetti 4,5
In progressione. Senza fare cose clamorose, si rivela fra i più utili e duttili. Nel girone di ritorno, tuttavia, dovrà accettare un minutaggio minore.
Yuri 4
Il campionato svizzero - al momento - non gli si addice un granché. Dopo tutto, è figlio di un’altra gestione tecnica.
Olivier Custodio 5,5
Ai punti è il migliore del girone d’andata. Interpreta ogni ruolo con intelligenza e dedizione. Eddai che rimane anche il tuo compagno di merende Numa. Niente scherzi!
Jonathan Sabbatini 5
Disputa più minuti di Lavanchy. È tutto vero. Il capitano, costante come non mai, resta quindi cruciale a Cornaredo. Ha la maglia bianconera tatuata sul petto. E non ce lo immaginiamo con altri colori.
Sandi Lovric 5
Ha numeri importanti. E un profilo internazionale oramai evidente. Quando gira - e di recente è accaduto spesso - tutto sembra più facile. Godiamocelo, perché a giugno rischia di fare il salto. Se lo meriterebbe.
Stefano Guidotti 4
È ancora una promessa non mantenuta. E la pazienza, prima o poi, si esaurirà.
Hadj Mahmoud (Belhadj) 4
Spezzoni di partita in serie. E un gol nei minuti di recupero. Fondamentalmente, rimane un oggetto misterioso. Rimandato al prossimo semestre.
Mattia Bottani 5
Quando si osa affermare che senza di lui è un altro Lugano, c’è chi continua a storcere il naso. Eppure le cose stanno proprio così. Nessun compagno ha le sue idee, le sue giocate, la sua classe. Tanti, e per fortuna, hanno un fisico meno fragile.

Asumah Abubakar 3,5
L’impegno non si discute. Ma ci sbilanciamo: è la delusione dell’andata. Croci-Torti per altro gli dà tanta fiducia. Il livello e il prodotto che ne deriva sono insufficienti. I tanto amati ghirigori, spesso, assomigliano più a degli scarabocchi.
Zan Celar 5
Un attaccante vero. Prestante e abile nei movimenti. Non solo: se la cava anche nei sedici metri. E ha dimostrato di trovarsi a meraviglia con Bottani. Punto di riferimento.
Mohammed Amoura 4,5
Un voto discreto. Dopato da alcune magie e un paio di gol di peso. Dovrà lavorare a fondo sulle carenze tattiche e fisiche. 5,5 al traduttore che si è messo a disposizione del club. Se serve, traduca pure anche questa pagella.
Christopher Lungoyi 3,5
In campo offre prestazioni discrete. A volte decisive (vedi la Coppa). A volte addirittura responsabili. Peccato che puntualmente rovini tutto con la sua spocchia. Minusvalenza con le valigie in mano.
Luis Phelipe 3
Inadeguato. Punto.
Monzialo, Muci, Covilo, Ba
Senza voto.

Mattia Croci-Torti 5
Per allenare e fare bene in Super League non serve il patentino. E lui ne è la prova. 1,85 punti di media sono tanta roba. È una fucina di idee e soluzioni tattiche a seconda dell’avversario. Anche se in un paio di occasioni l’eccesso di sfrontatezza e sicurezza nella squadra gli causano delle scottature. Chapeau. Ma il difficile arriva adesso.
Abel Braga 4
Quando alza la mano e interviene dal fondo della sala del Palacongressi per punzecchiare la nuova proprietà, accelera un divorzio che sembra già scritto. Detto questo, non lascia un cattivo ricordo. Sei punti, in fondo, sono opera sua. Boa sorte alla Fluminense.
La società 5
Opera in modo discreto. A tutti i livelli. Senza commettere autogol nel dibattito sul Polo sportivo, facilitata dai buoni risultati della squadra. Di più: con Saipi, Celar e Amoura, piazza in pochi giorni alcuni colpi di mercato interessanti. Un’ancora di salvezza per Angelo Renzetti, una garanzia per il futuro.