Calcio

L’ultima fatica, non sacrificabile, prima di schiarirsi per bene le idee

Domenica, a Ginevra, si chiuderà il 2023 del Lugano: in palio punti pesanti per non lasciar scappare in classifica proprio il Servette – «Siamo alla frutta, ma è il momento di stringere i denti» rileva il tecnico bianconero Mattia Croci-Torti, la cui posizione continua a fare discutere
Ultimo impegno dell'anno, a Ginevra, per il Lugano di Mattia Croci-Torti. © KEYSTONE / ENNIO LEANZA

Alla fine si è dovuto arrendere anche Mattia Croci-Torti, di norma un concentrato di effervescenza e gestualità. Al termine della sfida persa contro il Besiktas, tramonto amaro sulla Conference League, il tecnico bianconero si è presentato davanti ai giornalisti con una vistosa sciarpa e il collo bloccato. Stress, stanchezza e chissà cos’altro hanno colpito il Crus, dopo che in campo a risultare tutto fuorché brillante era stata la sua squadra. Già. Peccato che non sia ancora giunto il momento di fermarsi e tirare il fiato. No, dietro l’angolo - non proprio dietro l’angolo - si scorge l’ultima fatica del 2023. A Ginevra, al cospetto del Servette, la Super League mette in palio gli ultimi 3 punti dell’anno. Punti pesanti, poiché a separare le due formazioni - e di riflesso il 4. e il 5. posto in classifica - sono 5 punti. E nessuno in casa bianconera si augura di trascorrere il Natale a -8. Sai che freddo.

Le parole di Blaser

«Siamo alla frutta» ammette Croci-Torti, ripensando all’assenza di lucidità sotto porta emersa al Letzigrund e soprattutto proiettandosi allo Stade de Genève. Ironia della sorte, domenica pomeriggio alla nutrita lista degli assenti si aggiungeranno gli squalificati Hajrizi e Bislimi, oltre a Belhadj, infortunatosi durante il match contro il Besiktas. Tradotto: il Lugano affronterà il Servette con due soli centrocampisti di ruolo (Sabbatini e Macek) e pochissime alternative in panchina. «Ma non deve essere una scusa. No, dobbiamo stringere i denti. Cogliere un risultato utile con ilServette sarebbe molto importante». Lo è, senza dubbio. Non fosse altro per le speculazioni - più o meno consistenti - che continuano a rumoreggiare in sottofondo. Detto altrimenti, c’è chi ritiene fragile la posizione di Croci-Torti. Addirittura a Fuorigioco, trasmissione di TeleTicino, si è fatto il nome di Paulo Sousa, già allenatore del Basilea targato Heusler-Heitz-Blaser. E così, la partita di Ginevra potrebbe caricarsi di ulteriori, rilevanti significati. Il tecnico momò, ad ogni modo, non si scompone. È ad altri che la domanda va posta, sostiene, rilanciando la palla alla dirigenza. Che poi, su queste colonne, a esprimersi martedì era stato proprio il CEO del club Martin Blaser. Un’intervista con giudizi non per forza negativi per quanto riguarda i risultati ottenuti dai bianconeri. Anzi. Ma anche un’intervista misurata, forse troppo a seconda delle chiavi di lettura. Insomma, si tratta di capire a quali parole attribuire più peso. «Il mister gode del sostegno della società» ha infatti tenuto a sottolineare Blaser. Per poi tuttavia completare: «Nel mondo di oggi - e le aziende di calcio non fanno astrazione -, non esistono garanzie a vita, in nessun ambito. Come CEO, e mi riferisco all’operato di ogni componente della società, devo vedere uno sviluppo. Sempre e dappertutto». Panchina compresa, beninteso.

La difesa di Saipi

Una volta archiviata la prima, logorante parte della stagione, negli uffici di via Pioda e a Chicago sarà dunque utile schiarirsi per bene le idee. Circa la bontà del cammino europeo del Lugano, intanto, si è espresso il portiere Amir Saipi. A sua volta figura bianconera messa in discussione. «Onestamente le critiche esterne m’interessano sino a un certo punto, a maggior ragione se a pronunciarle sono persone che nemmeno si recano allo stadio». Chi era al Letzigrund giovedì sera, al proposito, ha ravvisato un pizzico d’incertezza in occasione delle due reti turche. «Mah, anche contro il Besiktas non ritengo siano stati commessi particolari errori difensivi» replica secco Saipi: «A fare la differenza, semmai, sono state le troppe occasioni sbagliate in attacco. Il mio bilancio della Conference League? Volevamo chiudere con 7 punti, ovviamente. Ma ho visto molte cose positive, fra cui una squadra competitiva con tutti gli avversari. Forse non siamo riusciti a mantenere alta e costante la concentrazione in ogni match. Peccato. Come è stato un fattore non poter contare su tanti giocatori di peso». Chissà se la società la pensa allo stesso modo.