Ma quale blackout, Bahloul accende il Chiasso

CHIASSO – No, il Chiasso non ha paura del buio. Alla faccia del blackout che incombe in terra momò e che ha imposto di anticipare a ieri il quarto turno di Challenge League. Niente affatto: i rossoblù tutto d’un colpo hanno ritrovato l’interruttore e dimostrato di saper brillare di luce viva. Tra le mura amiche, in una serata vibrante, la squadra di Maccoppi ha steso il ben più quotato Aarau, imboccando finalmente la via della rete e soprattutto conquistando i primi tre punti stagionali. Il tutto in una partita pazza, vissuta sull’ottovolante e illuminata da un 19.enne francese: Sofian Bahloul. Sì perché se il Chiasso è stato in grado di allontanare le ombre che, cupe, iniziavano ad aleggiare sopra il Riva IV dopo mezz’ora di gioco, molto lo deve al suo numero 11. Autore di una tripletta, Bahloul è risultato essere il grimaldello giusto per forzare la serratura della stanza dentro la quale i rossoblù rischiavano di restare rinchiusi senza luce. Dopo aver dipinto con il mancino un arcobaleno valso il provvisorio 1-2, il laterale transalpino ha girato il match a inizio ripresa. Le sue reti hanno infiammato il pubblico e liberato definitivamente la squadra. «Prima della gara il mister mi aveva detto di tentare con insistenza la giocata, perché in fondo non avevo nulla da perdere» racconta il protagonista assoluto della serata. «Ci ho provato e alla fine la strategia ha pagato. Sono felicissimo, anche perché dopo un avvio complicato si è vista una bellissima prova d’assieme». Nel match folle andato in scena al Riva IV in effetti il Chiasso aveva cominciato malissimo. Oltre a una maglia da titolare, dopo solo quattro giri di lancetta il ticinese Patrick Rossini aveva ritrovato la rete che gli mancava dalla primavera dello scorso anno, quando si era rotto i legamenti crociati del ginocchio. E il raddoppio di Marco Schneuwly - complice un’uscita maldestra di Guarnone - al 33’ aveva fatto temere ai più il peggio. Eppure il Chiasso non si è disunito e anzi ha continuato a costruirsi occasioni, facendosi preferire a un avversario più rapace ma al contempo un filo altezzoso. E allora, in modo meritato, Martignoni e compagni si sono infine sbloccati, dando un senso a questo inizio di campionato. Bahloul, si è già detto, ha incantato e dato la svolta. Il resto della squadra, con entusiasmo e anche quella cattiveria che non si era vista nelle prime tre uscite stagionali, ha seguito e cementato la supremazia sugli argoviesi. Logica conseguenza il 4-2 di Pollero, che ha mandato in visibilio tribuna e spalti.
«Il match è iniziato in salita» sottolinea l’allenatore Stefano Maccoppi: «Con una squadra così giovane, e di fronte a una corazzata come l’Aarau, potevamo perderci. Invece abbiamo dimostrato carattere e qualità. Non era scontato ed è bello che i ragazzi possano finalmente incamerare un po’ di fiducia». Il Chiasso ha giocato bene, replicando quanto già visto – ma solo a sprazzi – in occasione delle sconfitte contro Wil, Losanna e Kriens. «Ecco perché, a conti fatti, la differenza l’ha fatta l’atteggiamento da giocatori di calcio veri» tiene a precisare il tecnico: «Il messaggio alla fine è passato. Il calcio propositivo non basta. Bisogna vincere duelli e uno contro uno». Al resto ci ha pensato Bahloul.