Calcio

Mamma mia, altri tre punti e già si scorge il Mondiale

La Svizzera s’impone anche in Svezia ed è sempre più padrona del suo destino nelle qualificazioni - I rossocrociati colpiscono con Xhaka e Manzambi - Un successo a Lubiana, lunedì, potrebbe valere il ticket per il torneo americano
La gioia di Granit Xhaka e dei compagni rossocrociati usciti vittoriosi dalla sfida in Svezia. © Keystone/Anthony Anex
Massimo Solari
10.10.2025 23:48

È lì, che si staglia in lontananza. Ed è possibile scorgerlo in modo nitido, vista l’assenza di ostacoli e disturbi nei paraggi. Sì, il Mondiale americano è sempre più alla portata della Svizzera, capace di imporsi anche in Svezia e ora leader incontrastata del proprio girone di qualificazione a punteggio pieno. Mentre gli uomini di Jon Dahl Tomasson lasciano il rettangolo verde della Strawberry Arena ricoperti dai fischi, i rossocrociati vanno a prendersi l’abbraccio degli oltre mille tifosi che hanno intrapreso la trasferta di Stoccolma. Fieri, per l’ennesima prova di spessore degli elvetici.

Ci è andata anche bene

Oddio, non tutto è filato liscio come in occasione delle prime due uscite, quando a essere travolti erano stati Kosovo e Slovenia. Forse sarebbe andata così, se al 4’ Embolo avesse insaccato - come accaduto due volte in settembre - invece di colpire il palo sugli sviluppi di un angolo pennellato da Vargas. Dopo un avvio di gara in pieno controllo, con la Svezia che sembrava capirci poco o nulla, la Svizzera ha però rischiato di brutto. Diciamolo: gli ospiti avrebbero meritato di andare alla pausa sotto di una rete, complici le chance clamorose fallite da Isak e Bergvall.

Schivata la tempesta, Xhaka e compagni hanno quindi atteso il momento opportuno per colpire. Da squadra matura, a differenza di un avversario che dietro la corazza dei grandi nomi - Isak e Gyökeres - ha confermato di nascondere palesi fragilità.

Sow, la mossa azzeccata del ct

La selezione delle Tre Corone, non a caso, prima si è inclinata, e infine è affondata. Come la nave da guerra Vasa, orgoglio della corona svedese che pochi minuti dopo il suo varo, nell’agosto del 1628, venne inghiottita nel Saltsjön. A dispetto dell’imponente imbarcazione che oggi figura fra le principali attrazioni della capitale all’interno del Vasamuseet, per restaurare e recuperare la malinconica truppa di Tomasson occorrerà tuttavia un mezzo miracolo.

Un pezzo alla volta, e forte di un libretto delle istruzioni oramai imparato a memoria, i rossocrociati hanno smontato le velleità svedesi. E, in questo esercizio, il ct Yakin ha dimostrato di avere ancora mano felice, trovando nell’inserimento di Sow - in campo e nel cuore dell’area avversaria - la mossa che ha fatto saltare il banco. Capitan Xhaka, presentatosi un po’ a sorpresa sul dischetto, non ha fallito, mentre Manzambi ha chiuso i conti che Bergvall non era stato in grado di riaprire. E così, in caso di successo lunedì a Lubiana, il Mondiale americano potrebbe già essere nostro. Mamma mia! Era tutto fuorché scontato.