L’intervista

Marcello Lippi: «Sogno una finale Juventus-Manchester City»

L’ex allenatore dei bianconeri e della nazionale italiana analizza la Champions a metà della fase a gironi – «Quest’anno c’è molto equilibrio, per questo dico che la Juve potrebbe arrivare fino in fondo»
L’ex commissario tecnico dell’Italia Marcello Lippi. © Keystone/Jean-Christophe Bott
Alberto Cerruti
04.11.2019 19:38

Marcello Lippi, 71 anni, ha allenato la Juventus con cui ha vinto tutto tra il 1995 e il 1999, prima di diventare il ct dell’Italia campione del mondo nel 2006. Oggi guida la Cina, in corsa per le qualificazioni a Qatar 2022. È stato sulla panchina delle quattro italiane in Champions: Atalanta, Napoli, Inter. E appunto Juve.

Lippi, che effetto le fa sapere di essere l’unico tecnico ad avere allenato le quattro italiane in Champions?

«Penso che sia una casualità, ma comunque è una cosa simpatica, carina».

Partiamo proprio dalla prima squadra che ha allenato, l’Atalanta, a zero punti: è rimasto deluso?

«L’Atalanta ha pagato il dazio dell’inesperienza in Champions, ma non parlerei di delusione. In fondo rappresenta la fotografia del calcio italiano, in cui nessuno gioca con l’intensità e il ritmo della squadra di Gasperini che difende con undici uomini e attacca con nove. A livello europeo, invece, l’Atalanta ha fatto fatica, perché si è trovata di fronte avversari con la sua stessa intensità e ha pagato questa differenza a livello tecnico e di esperienza appunto».

L’Inter torna in campo a Dortmund, dove la sua Italia si è guadagnata la qualificazione alla finale di Berlino: sarà una sfida decisiva anche per il suo ex giocatore Conte?

«Visto che il Barcellona è primo con tre punti in più e riceverà lo Slavia Praga, l’Inter deve giocarsi il secondo posto con il Borussia e dopo averlo battuto a San Siro deve fare altrettanto a Dortmund. Niente calcoli, quindi, questa è una partita da vincere e siccome conosco bene il carattere di Conte sono convinto che preparerà nel modo migliore questa partita, evitando di pensare al pareggio».

La Juventus ha fatto fatica a battere la Lokomotiv Mosca: si aspettava di più?

«In Champions non è facile per nessuno, ma la Juventus fin qui non ha deluso e credo che non avrà problemi a qualificarsi. Anzi se batterà l’Atletico Madrid nel confronto diretto a Torino potrà vincere il girone».

Tra le quattro italiane, quella che ha convinto di più è stato il Napoli, che invece fatica in campionato.

«Questa è una cosa strana, perché in Champions il Napoli ha battuto i campioni d’Europa del Liverpool e poi ha vinto anche a Salisburgo. Adesso avrà due gare in casa e soltanto una trasferta ad Anfield, per cui il vero problema del Napoli è quello di recuperare terreno in campionato».

Dopo tre giornate ci sono soltanto tre squadre, Psg, Bayern Monaco e Manchester City, a punteggio pieno: vuol dire che è una di queste la favorita per il successo finale?

«Non è un’indicazione decisiva, ma è chiaro che queste tre squadre hanno le potenzialità per vincere, anche se ce ne sono altre con le stesse possibilità».

Già che ci siamo, allora, qual è la sua favorita?

«Penso che quest’anno ci sia molto equilibrio. A queste tre, quindi, aggiungerei la Juventus e il Real Madrid, tutte sullo stesso piano».

Eppure il Real Madrid ha battuto soltanto il Galatasaray: ha fatto male Zidane a tornare?

«Il problema non è stato il ritorno di Zidane, ma le difficoltà dei nuovi giocatori come Hazard, quelle dei vecchi che forse hanno la pancia piena e poi l’assenza di un certo Cristiano Ronaldo, un vero trascinatore, oltre che un campionissimo capace di fare la differenza da solo».

Però con lui la Juventus non è nemmeno arrivata in finale l’anno scorso...

«Perché la Champions è una competizione strana, ma quest’anno la Juventus mi sembra ancora più forte e completa nell’organico. Higuain e Dybala possono essere il valore aggiunto che nessuno immaginava e con il recupero di Chiellini la difesa non prenderà più certi gol».

Ogni stagione diciamo che per la Juve potrebbe essere l’anno buono. Ma prima o poi sarà davvero così: i tifosi bianconeri non meritano di gioire soltanto in Italia

Lei ha vinto l’ultima Champions con la Juventus nel 1996, poi ha sfiorato il bis nel 2003: sarà finalmente l’anno buono per i bianconeri?

«Lo diciamo ogni stagione ormai, ma prima o poi succederà perché i tifosi della Juventus non meritano di gioire soltanto in Italia».

Non ha citato il Barcellona tra le favorite: una dimenticanza o una convinzione?

«Non vedo lo stesso Barcellona di prima, anche in campionato è partito male e nell’ultima partita ha faticato a vincere sul campo dello Slavia Praga dopo avere sofferto in casa contro l’Inter».

Oggi soltanto l’Inghilterra ha quattro squadre teoricamente qualificate agli ottavi, il Manchester City primo, Tottenham, Liverpool e Chelsea secondi: è la conferma che il calcio inglese dominerà anche quest’anno?

«Questa non è una casualità. La Premier esprime il calcio più veloce e più intenso ed è giusto parlare di campionato, più che di calcio inglese perché anche lì le squadre sono imbottite di stranieri. Ma non si può discutere il valore dei vari Salah e Firmino del Liverpool, Son e Kane del Tottenham, Aguero e De Bruyne del City, anche se io non credo che il Liverpool e il Tottenham possano tornare in finale».

Quale può essere quest’anno la squadra sorpresa?

«Proprio perché c’è un grande livellamento di valori, non vedo una squadra sorpresa come è stato l’Ajax la stagione scorsa. E comunque, se davvero ci sarà una sorpresa, lo vedremo dagli ottavi in avanti, quando ci saranno i confronti a eliminazione diretta».

Si è parlato di un possibile ritorno in Italia di Ibrahimovic: anche lei lo vedrebbe bene nel Napoli?

«Visto che ha già un buon rapporto con il presidente De Laurentiis, potrebbe essere un ottimo rinforzo per il Napoli. Ibrahimovic ha il carisma e la voglia di vincere di tutti i grandissimi campioni e poi a Napoli lo farebbero sentire un re. Conosco bene l’ambiente perché prima di passare alla Juventus ho vissuto una stagione meravigliosa a Napoli, anche se la squadra e la società non erano ai livelli di oggi. Non ho il minimo dubbio, quindi, che quello sarebbe il posto ideale per Ibra».

Da spettatore quale finale vorrebbe vedere?

«Juventus-Manchester City che tra l’altro sarebbe una finale nuova, un po’ per l’affetto che mi lega alla Juventus e un po’ per il valore del Manchester City che sta crescendo sempre di più. Sono convinto che sarebbe una finale spettacolare».

Si avvicina il giorno in cui verrà assegnato il Pallone d’Oro: tra Messi e Ronaldo chi vota lei?

«Voto Ronaldo, perché si è adattato alla perfezione in una squadra e in un campionato nuovo e poi perché ha vinto la Nations League con il Portogallo, confermandosi sempre decisivo».

Per concludere, vorrebbe cambiare la formula della Champions per restringerla alle grandi squadre, oppure preferisce la formula attuale che concede speranze a tutti?

«L’ideale sarebbe una via di mezzo, perché la Champions deve mantenere un alto livello spettacolare. Ma nello stesso tempo non è giusto negare a squadre di Paesi teoricamente di seconda fascia, come l’Ajax che era partito dai preliminari, il sogno di fare un dispetto alle grandi».