Milan-Como in Australia: è un punto di non ritorno?

Un mese fa, riunitisi a Tirana, i vertici della UEFA avevano deciso di non decidere. Tuttavia, dopo aver temporeggiato, il Comitato esecutivo dell’organo calcistico europeo si è esposto (suo malgrado) favorevolmente di fronte alle richieste della Federcalcio italiana (FIGC) e di quella spagnola (RFEF). Perciò, ci si avvicina sempre più a una prima storica: due partite di campionato dovrebbero trasferirsi in Australia e negli Stati Uniti. Nella fattispecie, per quanto riguarda la Serie A, la sfida Milan-Como è destinata a tenersi a Perth, mentre un match della Liga (Villareal-Barcellona) si svolgerà verosimilmente a Miami.
Il perché di questa decisione
La UEFA, come suggerivamo, ha dato la sua approvazione nonostante un evidente malcontento. Il suo numero uno, Aleksander Ceferin, si era d’altronde già esposto in maniera chiara: «Le partite di campionato devono essere giocate in casa - aveva dichiarato - e qualsiasi altra soluzione introdurrebbe potenzialmente degli elementi distorsivi nelle competizioni». Eppure, infine, è giunta la loro approvazione. Come mai? Lo abbiamo domandato a Stefano Bastianon, avvocato e professore ordinario di Diritto dell’Unione europea presso l’Università degli Studi di Bergamo. «L’aspetto rilevante - ci ha spiegato - è che, da un punto di vista strettamente giuridico, per come sono formulati attualmente gli statuti, non vi è una norma precisa che vieta lo svolgimento delle partite di campionato all’estero».
Ceferin, dunque, si è dovuto piegare dinnanzi a un quadro normativo, quello della FIFA, non sufficientemente dettagliato per consentirgli di decidere diversamente. «Sotto questo aspetto - ha poi spiegato l’avvocato da noi contattato - bisogna tenere conto del fatto che la FIFA, qualche anno fa, si era scontrata con un operatore economico americano per via di possibili violazioni legate alle norme sulla concorrenza». Il professor Bastianon fa riferimento alla controversia nata con Relevent Sports, società attiva nel ramo dei diritti Tv che desiderava, già nel 2018 - al fianco del presidente della Liga (Javier Tebas) - promuovere il calcio iberico nel Nordamerica. «Ne nacque pure una causa - ha ricordato il nostro interlocutore - e successivamente, per chiudere la suddetta controversia, le due parti hanno trovato un accordo. La FIFA, da lì in poi, si è impegnata a istituire un tavolo di lavoro per modificare i propri statuti. Cosa che però, per il momento, non è ancora avvenuta».
«FIFA? Eviteranno il conflitto»
Insomma, alla base di queste decisioni, come si poteva immaginare, ci sono delle questioni legate al diritto sportivo. «Probabilmente - ha precisato l’esperto in materia - una risposta negativa da parte della UEFA avrebbe potuto scatenare un nuovo contenzioso». Che in questo momento storico - contraddistinto dalla recente vicenda della Superlega e delle cause ancora pendenti relative agli agenti dei calciatori - si è preferito evitare. La palla passa alla Federazione australiana e alla FIFA, poiché spetta a loro, ora, dare l’approvazione finale. Pressoché scontata, stando a quanto emerso. «Credo che la stessa FIFA non intenda mettere i bastoni tra le ruote. Ne nascerebbe un conflitto con la UEFA che intendono schivare, mantenendo così una pace istituzionale. Inoltre, un’eventuale opposizione, da parte loro, sarebbe indice di sfiducia nei confronti del poc’anzi citato tavolo di consultazione».
In pratica, a breve, è lecito aspettarsi un lasciapassare anche dalle ultime due entità competenti. Ma a lungo termine, invece, quali modifiche subirà il mondo pallonaro? «Questo potrebbe essere il punto di non ritorno», ha sottolineato Bastianon. «Malgrado si sia parlato di ‘‘decisione eccezionale’’, si tratta di un verdetto destinato a creare un doppio precedente». Già, perché se per Milan-Como vi è una sorta di giustificazione - l’utilizzo di San Siro sul fronte dei Giochi di Milano-Cortina - diverso è il discorso relativo a Villareal-Barcellona. «Nel primo caso, invero, vi è una finta motivazione - ha ribattuto il Prof. Bastianon - e non vi è necessità alcuna, peraltro, di intraprendere un viaggio così lontano. È chiaro a tutti che nel resto dell’Italia vi sono parecchi altri stadi che avrebbero potuto ospitare l’evento: perché bisogna giocare a Perth? Per quanto riguarda la sfida valida per la Liga, la questione è di sfondo puramente economico. Una volta autorizzata questa partita, infatti, qualunque altra potrebbe ricevere, in futuro, un’approvazione. È un momento, questo, evidentemente importante».
La preoccupazione dei tifosi
Parte degli appassionati di calcio, non a caso, ha manifestato - pur moderatamente - la propria preoccupazione. «E la comprendo - ha risposto il professore italiano - ma che ciò che è ignoto è solito spaventare e - come si dice in questi casi - quando si comprende che il nuovo giocattolo funziona meglio di quello precedente, si tende poi a gettare via quest’ultimo». Si tratta, quindi, esclusivamente di abituarsi a una nuova realtà dei fatti? «Stiamo andando verso una trasformazione del calcio, che a questo punto appare inevitabile. Ed è insensato, allora, paragonare questa disciplina a quella ammirata fino agli inizi degli anni Duemila. È cambiato tutto: figure come quelle di Berlusconi, Moratti o Agnelli non ci sono più. Anche in Italia, ormai, i club sono gestiti dai fondi o, eventualmente, da proprietari americani. Questi ultimi cercano di attrarre il loro pubblico e non c’è miglior modo, inizialmente, se non avvicinare il prodotto calcistico europeo, facendolo vedere direttamente e non solo in televisione».
«Il calcio - ha detto il Prof. Bastianon - sta cambiando e queste non sono altro che le prime avvisaglie». Lo si era già intuito non molto tempo fa, quando a sconvolgere l’opinione pubblica era stata la proposta, discussa e discutibile, della controversa Superlega. «Però mi stupisce che in quella circostanza in molti si erano stracciati le vesti. Fu condotta una crociata contro la commercializzazione e la mercificazione del calcio professionistico europeo, scomodando il concetto di meritocrazia. Mentre, relativamente a questa vicenda, la UEFA opta per una decisione chiaramente ispirata da ragioni esclusivamente economiche». Come si spiega una tale diversità di trattamento? «In questo caso - ci ha spiegato - non subentra un effetto di esclusione - che invece era implicito nel formato della Superlega - in quanto anche le squadre per ora non coinvolte percepiscono di avere loro stesse dei possibili benefici in futuro. Tutti, insomma, potrebbero uscirne avvantaggiati. Attualmente - ha chiosato il professor Bastianon - questa vicenda è più ristretta e ha una portata, almeno sulla carta, minore. In prospettiva futura, tuttavia, potrebbero aprirsi nuovi scenari tutti da studiare».