Calcio

Nasce la Superlega europea: un terremoto

Dall’UEFA ai politici, passando per le singole Federazioni: la volontà dei club più ricchi di creare un torneo parallelo sta dominando il discorso calcistico
© EPA/LAURENT GILLIERON
Red. Sport
19.04.2021 01:09

Eccola, la Superlega europea. Anzi, la Super League. «Dodici prestigiosi club europei hanno annunciato congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai club fondatori» si legge in una nota pubblicata sul sito delle società coinvolte. «Milan, Arsenal, Atletico Madrid, Chelsea, Barcellona, Inter, Juventus, Liverpool, Manchester City, Manchester United, Real Madrid e Tottenham hanno aderito in qualità di club fondatori. È previsto che altri 3 club aderiranno come club fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile».

E ancora: «I club hanno concordato di partecipare alla Super League con un progetto di lungo termine. È previsto che altri top club europei aderiscano al progetto Super League, così da costituire un nucleo di club composto da un numero massimo di 15 membri fondatori permanenti, ai quali, in ciascuna stagione sportiva, si aggiungeranno altri club secondo un processo di ammissione, per un totale di 20 club».

Bene, anzi male a seconda dei punti di vista. E i campionati nazionali? «I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali». Anche alle coppe europee attuali, perlomeno fino all’avvio della Super League. «I club fondatori desiderano attuare il progetto Super League in accordo con FIFA e UEFA, tenendo in considerazione gli interessi degli altri stakeholder che fanno parte dell’ecosistema calcistico. Al contempo, onde assicurare il buon esito del progetto e così darvi pronta esecuzione, la società costituita per la Super League potrebbe anche agire in via giudiziale al fine di tutelare i propri diritti». Piccate, ovviamente, le reazioni di UEFA e FIFA. L’UEFA, ad esempio, sarebbe pronta a intentare causa. «Abbiamo appreso che alcuni club inglesi, spagnoli e italiani potrebbero annunciare la creazione di una Superlega chiusa» si legge nel comunicato stampa diramato da Nyon. «Se ciò dovesse accadere, noi - UEFA, Federcalcio inglese, Premier League, Federcalcio spagnola, Liga, Federcalcio italiana, Serie A, ma anche la FIFA e tutte le nostre federazioni affiliate - resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto. Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione al fine di evitare che ciò accada. Ai club interessati sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione nazionale, europea o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l’opportunità di rappresentare le loro nazionali».

«La Super League sarà organizzata e gestita da un’apposita società partecipata da ciascun club in egual misura. L’accordo prevede, pertanto, l’impegno di ciascun club a sottoscrivere una quota del capitale sociale della società, con un investimento iniziale di 2 milioni di euro incrementabili, ove necessario, fino a ulteriori 8 milioni. All’avvio effettivo della Super League e a seguito della commercializzazione dei diritti audiovisivi relativi alla competizione, in base all’accordo è previsto che i club fondatori ricevano nel complesso un contributo di importo netto indicativamente pari a 3,5 miliardi di euro, che verrà erogato in un’unica soluzione; questa somma, che sarà ripartita tra i club fondatori secondo percentuali da definire in base al numero definitivo di club fondatori, sarà resa disponibile attraverso adeguati strumenti di finanziamento sottoscritti da primarie istituzioni finanziarie internazionali».

Il calcio, come detto, ha reagito alla notizia. Veementemente. E anche la politica non si è fatta attendere. Tanto Boris Johnson quanto il presidente francese Emmanuel Macron hanno chiesto ai membri fondatori di fermarsi. «I club coinvolti devono rispondere ai loro tifosi e alla più ampia comunità del calcio prima di fare nuovi passi», il pensiero del premier britannico affidato a un tweet. Si è unita al coro di critiche l’ECA, la potente Associazione dei club europei. ECA da cui, guarda caso, il presidente della Juventus Andrea Agnelli si è dimesso.