Navarro e una Svizzera che guarda al futuro

È successo tutto nel giro di 20 ore. Alle 19.15 di lunedì sera l’ASF ha comunicato la decisione di rescindere con effetto immediato il contratto dell’allenatrice della nazionale svizzera femminile Pia Sundhage. Alle 15.00 di ieri pomeriggio è arrivata la seconda notizia. Sarà Rafael Navarro la nuova guida di Alisha Lehmann e compagne. Il 39.enne catalano, assistente allenatore del Barcelona Femení negli ultimi sei anni, ha già raggiunto la Svizzera per firmare un contratto fino all’estate del 2029. L’ASF non ha dunque perso tempo, scegliendo rapidamente il sostituto della tecnica svedese in modo che possa iniziare subito a lavorare con il gruppo rossocrociato.
Il saluto a Sundhage
A Pia, dopo due anni di collaborazione e un Euro2025 ricco di emozioni, i canali social della Nazionale hanno dedicato due semplici post. Uno con una foto e la scritta «Grazie Pia Sundhage», accompagnato da una descrizione fredda che comunicava la rescissione immediata del contratto. L’altro proponeva sette foto e un video, con la frase «Un fantastico viaggio con momenti indimenticabili e un leggendario Europeo in casa». La 65.enne di Ulricehamn ha dichiarato di essere sorpresa dalla decisione dell’ASF ma di rispettarla: «È stato per me un grande piacere e un onore accompagnare la Svizzera negli ultimi due anni. Abbiamo imparato molto come squadra, siamo cresciute insieme e, con l’Europeo in casa, abbiamo scritto un capitolo indimenticabile nella storia del calcio femminile svizzero. Avrei voluto continuare questo percorso. Auguro alla squadra e al calcio svizzero tutto il meglio, e che la passione che abbiamo vissuto quest’estate continui a vivere».
Drastico cambio di rotta
L’ASF, appunto, ha già voltato pagina. Manca ancora un ritiro prima della chiusura dell’anno, poi inizierà la scalata verso il Mondiale 2027. Ecco perché la Svizzera si è mossa rapidamente. Ciononostante, la decisione di congedare Pia con effetto immediato ha lasciato diversi interrogativi. Alcuni di questi sono stati chiariti, almeno in parte, durante la conferenza stampa di presentazione della nuova guida delle rossocrociate. La parola più pronunciata tra la direttrice del calcio femminile Marion Daube e il presidente dell’ASF Peter Knäbel è stata «processo».
La prima grande questione riguardava i motivi della separazione con Sundhage, che aveva comunicato chiaramente la volontà di continuare alla guida della Nazionale, a condizione di poter contare su un assistente allenatore a tempo pieno. Daube ha sorvolato sul nocciolo della questione, spiegando che la scelta di optare per un’altra figura sarebbe nata dalla necessità di rinnovamento nel movimento femminile: «La decisione non è stata presa con leggerezza ma dopo un lungo processo, culminato a metà tra le due finestre dedicate alla Nazionale. Ho parlato a lungo con le giocatrici, ma alla fine la scelta spettava a noi. Abbiamo optato per Rafael perché vogliamo continuare a svilupparci grazie a una linea chiara».
Ricostruire da zero
Da qui la decisione di firmare un contratto di quasi quattro anni con l’ex assistente del Barcellona. L’ASF, sostanzialmente, vuole ripartire da un foglio bianco. «Oggi gettiamo le basi per un processo futuro - ha spiegato Peter Knäbel -. Ecco perché abbiamo preparato un contratto quadriennale per Rafael. Spero che si diverta e provi gioia nel suo lavoro. E mi auguro che riesca a portare il calcio femminile svizzero a un nuovo livello, conducendoci ai grandi tornei internazionali». Ma, in questo senso, perché Pia non sarebbe stata il profilo giusto? Durante l’Europeo casalingo aveva dimostrato di saper far sognare la Svizzera. Knäbel precisa: «Navarro è perfetto per le sfide che ci attendono perché ha grande capacità di osservazione e analisi delle giocatrici. Ha già dimostrato il suo valore nel club catalano. Ribadisco anche io, le giocatrici non hanno avuto alcuna influenza sulla decisione. Dopo la partita contro la Scozia, ci è apparso chiaro che ci serviva un profilo come quello di Rafael».
Il sogno della panchina
Durante i sei anni a Barcellona, Navarro ha contribuito alla conquista di sei campionati, cinque coppe spagnole e tre Champions League. Ora si dice pronto a mettere a frutto tutta la sua esperienza per far prosperare la Svizzera: «Sono molto felice di essere qui. Ringrazio il presidente, Marion e Johan (Djourou, nuovo direttore tecnico, ndr) per l’opportunità. Due giorni fa ero in campo con il Barcellona e adesso sono qui. Tutto è andato molto in fretta perché quando mi è stato proposto questo ruolo non ci ho pensato due volte. Ho accettato per due ragioni. In primis perché volevo assolutamente diventare allenatore. In secondo luogo per la squadra. Le rossocrociate sono giocatrici molto brave e talentuose. Voglio alzare il livello di questo organico, composto da calciatrici esperte e giovanissime. Darò il massimo».
Navarro avrà una finestra di tempo per prendere le misure. Poi a febbraio si farà sul serio con le qualificazioni al Mondiale. «Il primo ritiro sarà un test. Voglio conoscere il livello delle giocatrici e capire che tipo di squadra ho davanti. La mia mentalità, maturata a Barcellona, è molto offensiva. Non voglio che la squadra diventi il Barça, ma desidero importare alcune idee catalane. Cercherò di creare un collettivo che faccia possesso palla, pressing alto e giochi aggressivo. Abbiamo ottime calciatrici e portiere di tutto rispetto che saprebbero adattarsi molto bene. Ma non intendo imporre le mie idee senza prima aver compreso le dinamiche del team. Ciò detto, al momento non ho comunque intenzione di trasferirmi in Svizzera. Non avendo uno staff a tempo pieno in loco, non avrebbe senso lavorare separatamente. Spostarmi non è però un problema».
Un sorteggio fortunato
Lo accennavamo poc’anzi. All’orizzonte già si staglia il Mondiale 2027. L’urna di Nyon ha rese note proprio ieri le componenti dei gruppi che si sfideranno per accaparrarsi un posto per la prossima Coppa del mondo. Alle elvetiche è andata tutto sommato bene. Wälti e compagne affronteranno Irlanda del Nord, Turchia e Malta. Per essere certa di staccare un biglietto per il Brasile, la Svizzera non dovrà chiudere ultima nel suo girone e passare gli spareggi. In passato, le elvetiche hanno sempre vinto contro le loro avversarie. Fatta eccezione per due pareggi a rete inviolate contro Malta.
