Calcio

Nelle mani di un portiere

Stasera si rigioca Lugano-San Gallo - Nelle ultime sfide Saipi e Ati Zigi hanno brillato - Razzetti: «Ad Amir ha fatto bene la panchina, ma non a tutti serve»
Il 2 novembre l’incontro tra Lugano e San Gallo era stato interrotto al 49’ per l’eccessiva pioggia. © Keystone/Massimo Piccoli
Maddalena Buila
26.11.2025 06:00

Domenica 2 novembre, a Cornaredo aveva vinto la pioggia. Troppa l’acqua scesa per permettere a Lugano e San Gallo di proseguire l’incontro. Una decisione ufficializzata al 49’, quando i bianconeri conducevano per 1-0. Stasera va in scena il recupero di quella partita, che, purtroppo per gli uomini di Mattia Croci-Torti, ripartirà dal primo minuto, sullo 0-0. Grgic e compagni arrivano da una vittoria di peso, maturata quattro giorni fa in casa della capolista Thun. Parte da qui la lettura del match odierno dell’allenatore dei portieri biancoverdi, ed ex Lugano, Stefano Razzetti. «Giocare sul sintetico della Stockhorn Arena non è mai semplice. Lo è ancor meno se i padroni di casa stanno attraversando un periodo eccezionale. Infatti ho visto un Lugano sofferente, ma comunque capace di conquistare la posta piena. Immagino che stasera le cose andranno in modo diverso. Credo che gli uomini del Crus ci verranno ad aggredire. Noi dovremo essere bravi a difenderci e a ripartire in contropiede».

Se il calcio vive di momenti

La classifica vede il San Gallo al terzo posto, mentre il Lugano è quinto. Sono solo due i punti che separano le due formazioni. Qualora i bianconeri avessero vinto il match annullato poche settimane fa, i ruoli in graduatoria sarebbero invertiti. «Non mi piace immaginare il futuro - analizza Razzetti -. Preferisco procedere partita dopo partita, portando a casa più punti possibili, e solo alla fine guardare dove sono arrivato. L’esperienza mi insegna che mantenere sempre gli obiettivi che ci si è prefissati a inizio stagione non è mai semplice».

E infatti il Lugano ne ha toppati già due anzitempo. L’ex portiere bianconero non è però rimasto stupito dall’avvio di campionato tutto fuorché idilliaco dei sottocenerini. «Il Lugano è una buona squadra e credo arriverà in alto. L’eliminazione dall’Europa e dalla Coppa Svizzera non dev’essere un dramma. Fa parte del gioco. L’importante è imparare da queste situazioni e capire dove si è sbagliato. Il calcio vive di momenti. Ho seguito la stagione bianconera e posso dire che in alcune partite iniziali il Lugano ha raccolto meno di quanto meritasse, mentre ora, in questo periodo favorevole, sembra girare tutto per il verso giusto. Anche alcune gare, come quella già citata alla Stockhorn Arena, sono risultate favorevoli agli uomini del Crus, pur senza essere perfette. Anche questo è il calcio».

Un ritorno con il botto

Proprio il match annullato contro il San Gallo aveva sancito il ritorno di Amir Saipi tra i pali del Lugano. L’infortunio di David von Ballmoos si è tradotto in una seconda chance, che il giocatore sta sfruttando alla grande. Già nel match contro gli uomini di Enrico Maassen non aveva sfigurato, per poi prendersi prepotentemente la scena con due prestazioni maiuscole contro Basilea e Thun. Nel canton Berna, Amir si è superato, ricevendo 10 in pagella sul portale specializzato Sofascore. Un evento più unico che raro. Ancor più clamoroso se si pensa che la 14. giornata di Super League ha premiato con lo stesso punteggio pure Lawrence Ati Zigi. Anche il «protetto» di Stefano Razzetti si è dimostrato perfetto al cospetto del Losanna. «La situazione di Saipi è difficile da giudicare dall’esterno. Per quello che ho visto, Amir è vivo e in forma. Direi che la panchina gli ha fatto bene e ora sta mostrando il suo valore. Ad ogni modo non a tutti i portieri fa bene la competizione. Per qualcuno può essere un fattore negativo, ad altri serve per restare concentrati. Lavorare con un portiere messo ai margini inizialmente non è mai facile, perché un po’ di amarezza emerge sempre. Ma in fondo parliamo di calciatori professionisti. Sanno che, se vogliono giocare, devono dare il massimo».

Il fattore stanchezza

A San Gallo, finora, non si è invece mai presentato un quadro come quello creatosi a Cornaredo. «Penso che la situazione di Zigi sia diversa da quella di Amir e David. Zigi gioca quasi sempre con il San Gallo e in più affronta le trasferte con la nazionale del Ghana. Non ha praticamente pause per riposare o dormire sugli allori. Per lui la difficoltà maggiore sta nella stanchezza che deriva dai viaggi. Solo per arrivare in Ghana ci vogliono sei ore, poi da lì parte la tournée della squadra. L’ultima volta, per esempio, è volato in Giappone e poi in Corea del Nord. Spostamenti importanti. Quando torna tra i biancoverdi va gestito bene dal punto di vista delle energie. Ma la motivazione non gli manca mai. Anche il nostro secondo portiere (Lukas Watkowiak, ndr) ha il suo valore. A San Gallo non abbiamo dunque il problema che si è presentato a Cornaredo. Ma tocchiamo ferro, che non si sa mai (sorride, ndr)».

Un legame indissolubile

Il lavoro svolto da Stefano Razzetti al San Gallo è talmente apprezzato che la società ha deciso, a inizio anno, di estendergli il contratto - in scadenza quest’estate - a tempo indeterminato. Una durata che non si vede tutti i giorni nel mondo del calcio. Le cose devono filare davvero lisce tra le parti. «Non saprei dire con precisione cosa funzioni così bene tra me e il San Gallo (ride, ndr). Penso semplicemente di fare il mio lavoro con motivazione e passione. Non sono uno che crea problemi e vado d’accordo con tutti. Forse sono stati apprezzati questi lati di me».

Anche con il Ticino, ad ogni modo, il rapporto è rimasto speciale. «Tornare a Lugano mi fa piacere, sono stati tre anni e mezzo belli e importanti quelli passati in maglia bianconera. In particolare, sono rimasto in contatto con Dario Rota. È chiaro che, a livello di società, ormai non c’è più nessuno. Sono tutte nuove figure, tranne “Cao” Ortelli, che saluterò volentieri».

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