Okafor tradisce le attese, bene Amdouni e Ameda

Mitrovic non calcia benissimo dal dischetto, d’accordo. Ma la sua reazione col piede è notevole. E, quantomeno, permette alla Svizzera di crederci.

Di nuovo convincente, lì sulla destra. Si propone con continuità e, nel primo tempo, propizia i pericoli maggiori in fase offensiva. Ah, e il palo colpito all’82 grida vendetta.

La media fra un primo tempo al limite della perfezione - che cosa salva su Vlahovic! - e i tentennamenti della ripresa. Mitrovic aspettava solo il suo ingenuo intervento.

Vlahovic gli scappa via in un solo frangente. Per il resto il suo esordio è fatto di personalità e determinazione.

Balbetta per 45 minuti. Nella ripresa invece cresce. L’enorme chance sprecata da Amdouni, per dire, prende vita da una sua magia.

Troppo poco. Fa troppo poco per trascinare i compagni verso l’unico risultato possibile. Non una giocata determinante.

Come spesso accade, non sembra destinato a lasciare il segno. E invece al 79’ si fa trovare al posto giusto, innescando il destro di Amdouni.

Interpreta bene il ruolo di numero 10, pungendo ancora e ancora. Soprattutto firma il gol che illude il Letzigrund, facendosi perdonare per il clamoroso errore al 59’.

È animato da buone intenzioni. E da un dinamismo spesso utile alla causa. Purtroppo sparisce dopo la pausa.

Più sfortunato che scellerato, quando al 28’ accarezza la traversa invece che insaccare. Punta tanto l’uomo, ma - stringi stringi - non lo salta mai.

Prova irritante. Perché non è mai pericoloso e perché solo in rare circostanze riesce a prevalere sugli arcigni difensori serbi.

Entra con il piglio giusto, disturbando la retroguardia ospite.

Idem come sopra. Un paio di iniziative interessante, e però anche una rete fallita da sotto misura.

Lui, al contrario, risulta impalpabile. Ha toccato un pallone in mezz’ora?

Difficile rimproveragli qualcosa. L’atteggiamento è giusto, la rosa è quella che è, e alcune scelte - Amdouni sulla trequarti o Amenda al debutto - vengono pure ripagate. Purtroppo la retrocessione è figlia di errori precedenti.