Calcio

Ora Noam Baumann vede la porta: «Sono sempre stato pronto»

Il giovane portiere del Lugano è stato incoronato da Renzetti - «La scelta di Bürki? Posso comprenderla»
Noam Baumann, portiere del Lugano. (Foto Keystone)
Giona Carcano
08.01.2019 19:09

Fare il portiere a Lugano non è facile. Soprattutto se le cose non vanno benissimo e i risultati faticano ad arrivare. Quante volte gli estremi difensori bianconeri sono finiti nel mirino della critica? Risposta: tantissime. Ecco perché, nel girone di ritorno, questo delicatissimo ruolo sarà centrale per le sorti della squadra. Recentemente, dopo mesi di incertezze riguardo a chi fra Da Costa e Baumann dovesse andare fra i pali, ci ha pensato Angelo Renzetti a sgombrare il campo dai dubbi: «Sarà Noam il nostro titolare nel 2019». Tradotto, il buon David dovrà accontentarsi della panchina tornando a fare il secondo. Tuttavia, alle parole del presidente, ha risposto qualche settimana più tardi Fabio Celestini. E il tecnico ha frenato ogni ipotesi: «Baumann titolare? Sono arrivato in corsa e finora ho preso delle decisioni sulla base del materiale che mi sono ritrovato. Nel 2019 ripartiranno tutti da zero» sono state le sue parole. Ergo, nessuna certezza. Ancora una volta. «Ho un buon rapporto con David, certo» dice Noam al termine del lunghissimo allenamento di questa mattina a Cornaredo. «È ovvio, la concorrenza per il ruolo di titolare c’è e sempre ci sarà. Siamo dei professionisti. Però io e Da Costa dobbiamo aiutarci a vicenda per il bene del Lugano. Lui, poi, ha qualche anno in più alle spalle e dunque la sua lunga esperienza può venirmi sicuramente utile. Cerco di rubargli qualche trucco del mestiere, sì».

Dopo la sosta di tre settimane «in cui ho potuto ricaricare le batterie», Baumann ha ritrovato Cornaredo, il gruppo e la voglia di stare assieme: «Se sono pronto a diventare il titolare fisso? Beh, se per questo lo ero già a inizio campionato – spiega l’ex Wil –. È una scelta che spetta al nostro allenatore. Io sono qui, faccio il mio lavoro ogni giorno e sono pronto a scendere in campo. Alla fine però ciò che conta davvero è il buon andamento della squadra e i punti che riusciamo a conquistare. Chi gioca conta relativamente. Ripeto, io sono pronto e voglio giocare».

Ho un buon rapporto con David Da Costa. Dobbiamo aiutarci a vicenda per il bene del Lugano

Baumann fra un paio di mesi festeggerà il suo primo anno a Lugano. Un anno fatto di alti e bassi, panchine e titolarizzazioni improvvise. «Sono molto contento di essere venuto in Ticino – dice –. Qui si sta bene, c’è una mentalità più aperta ed emotiva mentre le persone che ruotano attorno al club sono tutte gentili e disponibili. E poi c’è il clima: ho vissuto inverni decisamente peggiori (ride, ndr). Il mio desiderio più grande? Beh, ogni bambino sogna di giocare un giorno per la sua nazionale. Sono nel giro della Under 21 rossocrociata e ho l’età dalla mia parte. Mi è ancora concesso sognare, dai». A proposito di nazionale: ha fatto parecchio discutere la scelta di Roman Bürki di lasciare temporaneamente la selezione svizzera. Cosa ne pensa Baumann? Sentitelo: «Credo che nessuno voglia fare il secondo portiere, poco importa che sia la nazionale maggiore o la Under 21. Ho vissuto anch’io questa situazione, ho giocato qualche partita con la squadra giovanile elvetica ma sono stato anche in panchina, dunque posso capire Roman. Quando sei da tanti anni nel giro della nazionale e sei sempre il numero 2 è molto difficile. Alla fine ognuno deve decidere cosa è meglio per se stesso. Ad ogni modo, credo che per la Svizzera la partenza di Roman sia una perdita a livello umano. Ma per fortuna la squadra di Petkovic può comunque disporre di tanti grandissimi portieri. Adesso tocca agli altri dimostrare cosa sanno fare».