Parla il giocatore del Melide: «Ricordo poco, ma poteva andare molto peggio»

È storia di pochi giorni fa: sul campo di Noranco, Paradiso, si sta giocando la partita di Seconda Lega Melide-Locarno, quando al quarantacinquesimo minuto, un istante prima della pausa, a seguito di un contrasto un giocatore del Melide finisce col picchiare la testa contro un muretto adiacente al terreno di gioco. Tanta, tantissima la paura in quegli attimi, anche perché il ragazzo perde conoscenza e viene portato immediatamente all’ospedale Civico di Lugano. Nei giorni seguenti, specialmente sui social, è tanta l’indignazione per un fattaccio che solo fortunatamente non è stato catastrofico. E una domanda spadroneggia: si poteva evitare?
«Mi sono ripreso bene e molto velocemente nonostante potesse andare molto peggio. Ora sto bene» esordisce Andrea, il giocatore vittima dell'incidente, che continua: «Non ricordo con esattezza le scene dell’impatto e i minuti seguenti. Ma chi c’era ha assistito a una scena molto brutta. Si è temuto il peggio. Dopo l’impatto con il muretto, ho avuto convulsioni e crisi epilettiche di cui non ho ricordo. Per fortuna, grazie ai compagni e ai soccorritori si è risolto tutto per il meglio: me la sono cavata con 8 punti di sutura in testa e un braccio ingessato».
Nei giorni scorsi, il municipale e presidente del Paradiso, Antonio Caggiano, ha rilasciato un’intervista in cui sembrava quasi minimizzare il tutto per via della statura e della corporatura del giocatore, da lui ritenuta esile. Come ha letto Andrea questa dichiarazione? «Credo che Caggiano sia stato male informato: non mi ritengo poi cosi mingherlino essendo 185 cm per 75 chili; ma se anche lo fossi non capisco quale differenza potrebbe aver fatto, anzi forse mi sarei fatto meno male».
Perché su quel campo?
È bene ricordare che il Melide gioca sul campo del Paradiso a seguito della promozione ottenuta nello scorso campionato; le mura amiche, infatti, non sono omologate per la nuova categoria, mentre quelle di Paradiso sì. Dopo quanto successo è possibile che il club cambi campo? «Non credo, spero venga fatto qualche intervento per ridurre il rischio» ribadisce il nostro interlocutore. «Qualcuno meno fortunato di me potrebbe ancora impattare su quel muretto e lasciarci la pelle».
D'accordo, ma secondo parere del difensore, erano effettivamente tre i metri che dividono la linea di gesso dal muro? «Non saprei dire e sinceramente non mi interessa più di tanto, so che il campo è omologato ma so che forse se ci fosse stata una protezione di gomma non avrei otto punti in testa, un braccio ingessato e una crisi epilettica grave sulle spalle».
La parola al presidente
«Ho perso qualche anno di vita domenica e dico innanzitutto che chi non era presente non dovrebbe permettersi di esprimere opinioni ad minchiam sull’accaduto, come leggo qua e là» dice dal canto suo il presidente del Melide, Gianfranco Imperato. «Non potete immaginare quanto siamo stati vicini alla tragedia. In assenza di un medico tra i 200 spettatori presenti al campo, gli eroici (davvero) compagni di Andrea e un giovane fisioterapista gli hanno letteralmente salvato la vita durante la crisi epilettica post traumatica, nell’attesa sembrata quasi infinita, dell’arrivo dell’ambulanza».


Come fare affinché simili incidenti non si verifichino più in futuro? «Dobbiamo intervenire autonomamente con il buon senso, perché il campo, ripeto, è legalmente a norma. Il presidente Caggiano, presumo anche in veste di municipale di Paradiso, mi ha già rassicurato che opportune protezioni saranno installate sui muretti incriminati, pur non richieste dalla normativa attuale. Quindi grazie Caggiano. E ribadisco la mia disponibilità a contribuire alla spesa. Inoltre, altra assurdità: nella povera Italia è obbligatoria la presenza di un medico o di una ambulanza alle partite di livello paragonabile a Melide-Locarno, qui da noi no: assurdo, no? Dopo questa paura, in attesa che magari qualcuno in Federazione si attivi, mi impegno a far sì che per il Melide si applichi, almeno in casa, la regola “italiana” con buona pace di tutti e ovviamente a spese nostre. Abbiamo i guardalinee, magari dalla Svizzera interna alla modica cifra di 450 franchi a partita, ma non il medico o l’ambulanza. Giudicate voi».