L'evento

Per Granit Xhaka un record dal retrogusto amaro

Contro la Bielorussia il capitano della Svizzera ha agganciato Heinz Hermann a quota 118 presenze: «Sono fiero del primato, ma peccato per questo 3-3»
© KEYSTONE / GIAN EHRENZELLER
Nicola Martinetti
15.10.2023 23:44

Doveva essere la sua festa. Un giorno atteso e cerchiato in rosso sul calendario. E infatti, quantomeno sino alla pausa, Svizzera-Bielorussia è parso l’incontro di Granit Xhaka. Celebrato prima del calcio d’inizio con un momento commemorativo, il capitano rossocrociato ha tagliato il traguardo delle 118 presenze in Nazionale. Come lui soltanto un’icona come Heinz Hermann. Il kybunpark, per l’occasione, ha riservato una standing ovation al centrocampista del Bayer Leverkusen.

Tutto perfetto. O quasi. Già, perché dopo il rientro in campo dopo la pausa, suggerivamo, la serata ha preso una piega diversa. Inattesa. E, va da sé, deludente. Col passare dei minuti, infatti, il risultato del confronto ha preso il sopravvento sul resto. Guastando in parte quella che rimarrà comunque una serata che finirà negli annali del calcio svizzero. «Che sensazioni provo? È un mix di emozioni - ha affermato al proposito lo stesso Xhaka, dopo il 3-3 maturato in terra sangallese -. Sicuramente rimango molto fiero di questo record. Per me significa molto, specie perché è legato alla figura di Heinz Hermann, una persona che ammiro e rispetto. Peccato che il risultato abbia reso la serata meno piacevole».

A consegnare un omaggio celebrativo a Xhaka prima del calcio d’inizio, oltre al presidente dell’ASF Dominique Blanc, non vi era lo stesso Hermann, bensì Werner Mogg, allenatore del capitano elvetico nella U16 del Basilea. «Questa sorpresa mi ha davvero fatto piacere. Werner è stata una figura chiave per me. Mi ha forgiato, soprattutto sotto il profilo mentale e del carattere».