Il ritratto

Per tutti i sardi Gigi Riva sarà sempre «uno di noi»

Come Maradona per Napoli, il bomber dello scudetto era parte di Cagliari, come la sua lunga spiaggia, il Poetto, o i suoi quartieri storici come Castello e Marina
© Carlo Fumagalli
Mauro Spignesi
23.01.2024 06:00

Quando è arrivata la notizia, come una fucilata, è come se in ogni singola casa in Sardegna fosse morto un parente, un amico fraterno, un uomo che ha segnato la vita di generazioni. Perché per i sardi, e per chi ha vissuto il calcio pulito, romantico, dove ognuno ci metteva la faccia (e le gambe), Gigi Riva era questo. Era amato da tutti. E c’è un episodio che racconta meglio di altri questo sentimento. Molti anni fa Riva accettò un invito a pranzo in un paesino dell’interno dell’isola. Dopo aver mangiato, uno dei pastori che lo aveva invitato lo portò a casa, dove c’era l’anziana madre. Nella credenza in cucina Riva notò una sua foto ma la donna non lo aveva riconosciuto e così scherzando le chiese: «Ma chi è quel signore lì?». E la donna: «È un uomo buono». Ecco, in una frase c’è la sintesi, l’essenza di cosa è stato Gigi Riva che partendo da Leggiuno si è poi fatto sardo con il suo silenzio e scegliendo una regione dove allora – a cavallo tra anni Sessanta e Settanta - non c’era ancora la Costa Smeralda ma soltanto miseria, tanta miseria, e una voglia di riscatto che lui ha impersonato non soltanto mettendosi sulle spalle una squadra di calcio e portandola a vincere uno scudetto, ma difendendo ovunque la sua gente.

Ecco perché chi chiede a un sardo cosa è stato Riva, avrà una sola risposta: «Uno di noi». Chi lo chiede a un cagliaritano avrà la seconda variante: «L’uomo silenzioso che ho incontrato tante volte in città». Perché Riva – un po’ come Maradona per Napoli (ma lui è andato via) – è parte di Cagliari, come la sua lunga spiaggia, il Poetto, i suoi quartieri storici come Castello e Marina. Lo incontravi un po’ ovunque, con l’immancabile sigaretta. Bastava un’occhiata, bastava un buongiorno accennato e lui rispondeva, capitava di scambiare qualche parola lasciandoti la soddisfazione di averlo incontrato di averci parlato. Era la prova che era ancora lì, non era andato via dalla sua città come invece hanno fatto tanti. Riva era presenza rassicurante. La sua figura segnava un sentimento di gratitudine trasmesso generazione dopo generazione. E c’è un altro episodio che racconta questo legame. Quando Gigi Riva era il team manager della nazionale italiana, allora allenata da Marcello Lippi, si trovò – lo aveva raccontato lui – in Islanda, a Rejkiavik. Stava guardando l’allenamento quando gli si avvicinò un bambino. E in inglese gli disse: «Io lo so chi sei». E lui stupito rispose sorridendo: «Ah e come lo sai?». Il bimbo: «Me lo ha detto mio padre, eri un grande calciatore». Ecco, questo è il ricordo che ha lasciato Riva. Quando il Cagliari decise, dopo trent’anni, di ritirare la maglia numero 11, la leggendaria maglia numero 11, lui pretese che a consegnargliela – mentre quarantamila persone sulle tribune piangevano commosse – nell’ex stadio Sant’Elia (il 9 febbraio 2005 prima di un’amichevole contro la Russia) fosse l’ultimo che l’aveva indossata, un giovane calciatore, Rocco Sabato, che oggi fuori da Cagliari nessuno ricorda.

Quella notte la ricordano in tanti, perché insieme a Riva c’era praticamente tutta la squadra dello scudetto. Ora che non c’è più, ogni sardo sparso per il mondo, al di là delle gesta sportiva, al di là del Rombo di Tuono raccontato da Gianni Brera, si porterà dietro un ricordo, un piccolo ricordo intimo. Che non potrà cancellare il vuoto. Un vuoto collettivo come quello che aveva lasciato lui da qualche tempo, quando ormai non andava più nel ristorante davanti al porto dove da sempre, in un angolo, c’era il suo tavolo. E lui cenava tranquillo senza che nessuno lo disturbasse. È capitato che qualche turista entrasse e chiedesse quel tavolo. Il suo amico ristoratore dava sempre la stessa risposta: «No, è riservato. Potrebbe essere occupato da un momento all’altro». Quel tavolo resterà vuoto. Per sempre. 

In questo articolo: