Pezzi grossi e gregari di una Nazionale in fiducia

Le esaltanti gesta di Breel Embolo, migliore in campo all’alba delle qualificazioni al Mondiale 2026, sono tornate a fare capolino a poche ore dalla seconda sfida del girone B, contro la Slovenia. Nella pancia del St. Jakob di Basilea si è parlato molto del nuovo attaccante del Rennes e di Silvan Widmer. Nel primo caso, appunto, alla luce della doppietta che ha contribuito a stendere il Kosovo e di un 2025 particolarmente fertile con la maglia rossocrociata; il secondo, invece, è stato il prescelto per affiancare il ct Murat Yakin nella tradizionale conferenza stampa della vigilia. Per ruolo, status e parabola in Nazionale, parliamo però di due giocatori molto differenti. Persino agli antipodi.
Due risorse preziose
Entrambi, il 5 settembre del 2015, figuravano già fra i convocati di Vladimir Petkovic per l’ultimo incrocio con gli sloveni, valido per la campagna verso Euro 2016. All’epoca, Embolo vestiva ancora i panni dell’enfant prodige, capace - a soli 18 anni - di spostare gli equilibri sia a livello di club (nel Basilea), sia con la Svizzera. E, infatti, se allora arrivò una vittoria insperata - all’80’ la Slovenia conduceva 2-0... - fu anche merito dell’ingresso in campo di Breel. Widmer, classe 1993, rimase invece in panchina per 90 minuti. E ai margini venne costretto ancora per anni. Non solo. Al talento precoce di Embolo prima e alla sua potenza poi, la Nazionale si è sempre aggrappata. Quasi per inerzia. Mentre il terzino destro, qualità calcistiche discrete, è forse il rossocrociato che meglio incarna il concetto di abnegazione e generosità. Uno che ha dovuto e voluto sfoderare il migliore atteggiamento per riuscire a emergere.
In questa fase della sua evoluzione, e tenuto conto di una realtà numerica che rimane esigua, la Svizzera necessita ad ogni modo di una e dell’altra risorsa. Del leader riconoscibile da numerose campagne, a immagine di Xhaka, Akanji, Freuler e proprio Embolo, così come del gregario, che brama la selezione elvetica pure per rilanciarsi e ritrovare le migliori sensazioni. «Voglio giocare ai massimi livelli il più a lungo possibile, anche in Nazionale» ha non a caso affermato Widmer. Per poi aggiungere: «Anche in vista del Mondiale, farò tutto il possibile per candidarmi a un ruolo di primo piano. È vero, al Mainz, sto attraversando un periodo difficile, con un tempo d’impiego che non mi soddisfa. Ma ho già vissuto tante esperienze, il calcio va veloce e so che avrò le mie occasioni da sfruttare». Già. Quella capitalizzata venerdì sera, al 39’, si è tradotta nel provvisorio 3-0 al Kosovo e nel giusto premio alla perseveranza.
Un ostacolo più ostico
La rete di Widmer ha inframmezzato il piccolo, grande show di Embolo. «Un elemento fondamentale, in grado di fare la differenza con il suo gioco e il suo fisico» ha indicato il compagno. «I due gol realizzati, poi, gli hanno fatto sicuramente bene in termini di fiducia». Quella che l’intera squadra ha saputo alimentare nel primo turno delle qualificazioni mondiali e che con lo Slovenia andrà cavalcata.
«Affrontiamo una compagine interessante, disciplinata e ben organizzata sul piano difensivo» ha avvertito Yakin, ponendo altresì l’accento sulle stelle Jan Oblak (fra i pali) e Benjamin Sesko (in attacco). Sul fronte opposto, sia Embolo, sia Widmer saranno nuovamente titolari. «Non ho ragione di cambiare formazione» ha infatti chiarito il commissario tecnico, atteso da un ostacolo più ostico di quello appena superato.