Fc lugano

Più carbone che regali per Natale

I bianconeri hanno chiuso la prima parte della stagione 2018-19: eccovi il pagellone dell’andata
Fulvio Sulmoni, a sinistra, è stato uno degli elementi positivo di questo primo scorcio stagionale. (Foto Keystone)

La prima parte della stagione 2018-19 è stata piuttosto turbolenta a Lugano. La filosofia del tecnico Guillermo Abascal ha cozzato presto contro le ambizioni del presidente Angelo Renzetti. Per vari motivi, a cominciare da un rapporto non proprio idilliaco con lo spogliatoio, lo spagnolo è stato mandato via senza troppi complimenti. L’arrivo di Fabio Celestini, tecnico che fece molto bene a Losanna, è stato salutato positivamente da più parti. Eppure, non tutti i guai sono stati risolti. Nel dettaglio, vi proponiamo le nostre valutazioni.

David Da Costa 4 È un altro portiere rispetto a quello sciagurato e impaurito della passata stagione. Non compie grandi parate, ma almeno infonde sicurezza ai compagni e con i piedi se la cava bene.

Noam Baumann 4 All’inizio è titolare. Fra i pali però appare deconcentrato, tant’è che commette un paio di errori evitabili. Sfrutta l’infortunio di Da Costa per tornare (con personalità) in campo.

Mijat Maric 4.5 Gli anni passano e il fisico non è più quello del ragazzino. Ma rimedia con mestiere ed esperienza. È elegante, posato, positivo. Con Covilo e Sulmoni forma un terzetto interessante.

Edoardo Masciangelo 4 A inizio stagione sgroppa sulla fascia manco fosse Roberto Carlos. Fenomeno. Cala con il passare delle partite e Celestini lo confina in panchina. È chiamato a riscattarsi in primavera.

Eloge Yao 3 Indisciplinato tatticamente, a tratti svagato, impreciso in fase di impostazione. Insomma, quando viene impiegato ne combina di ogni. Non a caso è sulla lista dei partenti. Lugano addio.

Fulvio Sulmoni 4.5 Dato per finito da molti, a cominciare da Abascal che non crede in lui. Fulvio però non demorde e si riprende tutto con gli interessi. In campo ha un’eleganza senza pari in Super.

Fabio Daprelà 4 Sul giudizio pesa il fallo ai danni di Itten. Non tanto per il fallo in sé, quanto per la conseguente squalifica a lungo termine. Lascia il Lugano in una fase delicata della stagione.

Stanley Amuzie 3 Vale un po’ il discorso fatto per Yao. Fatica tantissimo a fare suoi i concetti tattici della squadra. Non a caso gioca poco e, quando lo fa, incide in negativo. Anche lui partirà.

Miroslav Covilo 4.5 Centrocampista trasformatosi in difensore centrale, è uno dei bomber della squadra. Sarà anche lento e poco avvezzo al gioco di Celestini, ma al momento è davvero imprescindibile.

Jonathan Sabbatini 4 È il capitano e per definizione non molla mai. Per impegno e dedizione è il numero uno. A livello tecnico, alterna prove importanti ad altre sottotono. Gli serve maggiore continuità.

Valon Fazliu 3.5 Ha poche occasioni per mettersi in mostra, lui non ne sfrutta nemmeno una. A centrocampo è chiuso dalla concorrenza e non è detto che resti a Cornaredo fino a giugno.

Balint Vecsei 3.5 È un po’ un oggetto misterioso. Ha piedi e visione di gioco, eppure spesso si intestardisce o ritarda la manovra. Potrebbe essere un leader del Lugano, ma preferisce restare nell’ombra.

Mario Piccinocchi 4.5 Regista d’altri tempi, organizza il gioco bianconero con una lucidità incredibile. Dosa sempre il pallone e i passaggi. Con Celestini verticalizza di più. Ottimo anche in copertura.

Petar Brlek 3.5 Ha tutto per sfondare, tuttavia recita un ruolo marginale sia con Abascal sia con Celestini. È un po’ lento mentre tatticamente sembra vittima di un equivoco: mezzala o trequartista?

Domen Crnigoj 4 Gli infortuni lo frenano parecchio, lui però ci mette la grinta di sempre e pare un cavallo quando gioca. Non smette mai di correre. Avesse anche un piede educato sarebbe un fenomeno.

Eris Abedini 3.5 La personalità non gli manca, in campo però non sfrutta le occasioni concesse da Abascal. Celestini preferisce altri giocatori e così l’ex Chiasso è sulla lista dei partenti.

Roman Macek 3.5 Le qualità non si discutono. Si vede che ha alle spalle una formazione importante. L’impressione è che gli manchi il giusto atteggiamento: il Lugano non è la Juventus. Ne prenda atto.

Dragan Mihajlovic 4 Ad un certo punto pareva un lontano parente dello stantuffo ammirato negli ultimi anni. Dragan ad ogni modo non molla e lavora sodo per recuperare la forma perduta. È in crescita.

Carlinhos Junior 5 Con Abascal, all’inizio, è un disastro. Il brasiliano non rende come vorrebbe e finisce in una spirale. Si riprende grazie a Celestini, ritrovando i gol e la gioia di giocare al pallone.

Alexander Gerndt 4.5 Pochi gol, ma tantissimi assist e una generosità fuori dal comune. Spesso è costretto a lottare in solitaria in mezzo ai difensori avversari. Il suo rinnovo è una necessità per il Lugano.

Mattia Bottani 4.5 Segna poco rispetto alle occasioni create (ma i gol sono gli stessi di Gerndt) eppure quando ha il pallone fra i piedi incanta. È uno degli elementi più fantasiosi di questo Lugano.

Marc Janko 3 La sua stagione è un mistero. Quasi mai in campo, spesso in infermeria, viene però convocato dalla nazionale austriaca. Non è adatto né al gioco di Abascal né a quello di Celestini.

Gli altri s.v. Muci, Durini, Soldini, Kecskes, Krasniqi, Binous, Manicone e Kryeziu. Fra infortuni e scelte tecniche, per loro non c’è praticamente spazio. C’è chi partirà.

Guillermo Abascal 3.5 La contabilità è migliore rispetto a Celestini, ma la gestione delle partite e soprattutto dello spogliatoio raccontano di un allenatore inadatto. Paga con l’esonero un’eccessiva sicumera.

Fabio Celestini 4 Riporta ordine nello spogliatoio e dà un’identità precisa al Lugano. Gli manca il conforto dei risultati, ma le sensazioni per il 2019 sono buone.

Angelo Renzetti 4 Sufficienza. Niente di più. E questo perché la squadra costruita dal presidente non si trova nelle prime cinque posizioni della classifica, come dichiarato più volte proprio da Renzetti.