Quando il «negro di m...» è tuo figlio di 10 anni

Non solo Serie A, non solo Balotelli. Nell’Italia del calcio, in questi giorni, si è davvero toccato il fondo. Le abbiamo viste tutti le immagini di Mario Balotelli che, stizzito per i cori razzisti da parte di alcune persone presenti nella curva dell’Hellas Verona (non ce la facciamo proprio a chiamarli «tifosi»), ha interrotto il gioco tirando la palla in tribuna. Già, quel «SuperMario» che con la maglia azzurra della Nazionale era diventato un eroe. Proprio lui. Ma se Balotelli è uno che sa come difendersi e farsi rispettare, il discorso cambia quando ad essere preso di mira è un piccolo calciatore di 10 anni. La denuncia arriva dal club brianzolo Aurora Desio, che su Facebook ha scritto un lungo post rivolto al ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, all’assessore regionale allo Sport Martina Cambiaghi, al sindaco con delega allo Sport del Comune di Sovico Barbara Magni, ai media locali e nazionali (e qui sentiamo di doverci aggiungere pure noi del Ticino), alla Lnd – Figc e alla Società Sovicese calcio. Un post diretto, senza giri di parole: «“Negro di merda”. Proprio così. Senza se e senza ma. Senza senso. Senza pudore. Senza cervello. Nel mirino: un bambino di 10 anni. Dieci. Non è un incubo. È realtà, tristissima. Andata in scena sabato pomeriggio in Brianza. Attrice protagonista, da “oscar dell’inciviltà”, una mamma». La società continua lo sfogo: «La partita è Aurora Desio – Sovicese, Pulcini 2009. Una semplice partita di calcio giovanile, che dovrebbe essere solo momento di amicizia, condivisione, fair play, come l’Aurora ripete e promuove concretamente da anni, con una serie di iniziative: su tutte, le proprie maglie arancioblu da gioco, 300, con la scritta #SquadraAntiBulli sul petto. E invece, la partita, senza motivo, si scalda. Ma il peggio arriva quando un piccolo giocatore dell’Aurora, di colore, si sente insultare con quella frase choc - “negro di merda” - proveniente dai genitori ospiti. La voce è femminile ed è sentita da altri compagni e da altri adulti». Secondo il club: «Il bambino finge indifferenza. Con grande forza d’animo incassa e continua a fare ciò che più ama, correre dietro il pallone, con i suoi amici. A fine partita, insieme a un compagno, riferisce quelle parole al mister e poi ai genitori, tra l’altro molto attivi nel mondo del volontariato, della cooperazione, della difesa dei diritti umani. Con questa lettera, l’Aurora Desio vuole pubblicamente denunciare questa vergogna – avvenuta tra l’altro in un weekend di altri casi eclatanti come gli insulti a Balotelli e l’aggressione a un ragazzo di colore del Melzo – alle autorità politiche nazionali e locali, alla Lnd Figc, ai media locali e non, affinché si faccia squadra contro questo disgustoso fenomeno».
La società si rivolge poi alla squadra avversaria, la Sovicese: «Certi che i vertici della Società condividano i valori di sportività e condannino ogni forma di razzismo – sottolinea l’Aurora Desio – ci aspettiamo che venga avviata una indagine interna per individuare chi si è resa autrice di questo gesto vile e indegno, nei confronti di un bambino di 10 anni. Finché non sarà individuata e oggetto di Daspo temporaneo dai campi giovanili, ci rifiuteremo di incontrare la Sovicese in qualsiasi competizione ufficiale, anche a costo di rischiare multe e penalizzazioni». E non solo: «Come gesto simbolico di condanna totale del razzismo e di sostegno a tutti coloro che ne sono vittima – aggiunge la Società desiana – nel prossimo weekend alcune nostre squadre giocheranno con il volto dipinto di nero e con altre squadre faremo dei laboratori, con disegni per far capire che noi l’unica razza che conosciamo è quella umana. Sperando che un giorno, non troppo lontano, sia così ovunque», conclude il post. Secondo il «Corriere della Sera» alla Sovicese hanno negato quanto avvenuto, spiegando che «nessuno ha mai pronunciato quella frase», ma intanto le due società hanno deciso di adottare un’iniziativa congiunta per sensibilizzare i genitori.