Quando Walker divenne sindaco

LUGANO/ZURIGO - Il grande giorno è arrivato: oggi il Lugano di Zeman si gioca la Coppa Svizzera nell'attesissima finale del Letzigrund contro lo Zurigo (calcio d'inizio alle 16.15). Qui riviviamo la storica sfida di 23 anni fa contro il Grasshopper che regalò il trofeo ai bianconeri.
E quella calda sera di fine maggio del 1993 Philipp «Johnny» Walker divenne sindaco di Lugano. Affacciato dal balcone di palazzo civico, mostrava al popolo bianconero quella coppa che qualche ora prima aveva sollevato insieme al suo grande amico Christian «Tita» Colombo sulla tribuna d'onore del Wankdorf, dopo aver schiacciato il Grasshopper vendicando così la sconfitta dell'anno prima con il Lucerna. Paradossalmente la finalissima fu l'atto meno difficile e complicato di tutto il cammino in Coppa, che aveva contemplato negli ottavi di finale una vittoria ai rigori a Berna con lo Young Boys dopo che Nestor Subiat aveva illuso tutti con un gol nei supplementari; nei quarti lo Zurigo era sceso a Cornaredo e si era portato anche in vantaggio, resistendo per un'ora e un quarto prima che Patrick Sylvestre e Daniele Penzavalli lo castigassero; e poi c'era stata la semifinale a Neuchâtel, un ottovolante di emozioni con il pareggio dello Xamax al 91' e l'urlo liberatorio di Subiat nei supplementari. La finale, come detto, andò via liscia: subito avanti 2-0 con un'azione personale di Andrioli e un contropiede di Subiat, un minimo di timore quando Elber accorciò le distanze e poi la cavalcata finale ancora con Subiat e, addirittura, William Fornera con un calcione da quaranta metri. Quel Grasshopper era – somiglianza propiziatoria – come lo Zurigo di oggi: grande decaduta, condannata al girone contro la retrocessione (dalla quale si salverà, mentre in B sarebbe rimasto ancora il Basilea), affidata addirittura a un «mago» del calcio mondiale come Leo Beenhakker, inutile lusso.
Quel Lugano era invece una squadra in piena maturità, costruita attorno a Mauro Galvao, con ragazzi del vivaio come Morf, Penzavalli, Esposito, Colombo, Carrasco, uomini di grande esperienza come Tami e Zuffi e altri che Karl Engel spinse fino al giro della Nazionale (quella che nel '94 tornò ai Mondiali dopo 28 anni), come Walker, Sylvestre e naturalmente Subiat. E con un preparatore atletico, Giovanni Mauri, che avrebbe poi calcato palcoscenici come Milan, Chelsea, PSG, Real Madrid...
Quella stagione era evidentemente destinata alle «provinciali», visto che il campionato lo vinse l'Aarau. Il Lugano continuò ad incantare – ma non più a vincere – per qualche stagione, prima del terremoto che ne inghiottì onori e gloria. Quella Coppa, però, rimane in bacheca, gli echi dell'impresa salutano ancora adesso dai cartelloni attorno a Cornaredo, ricaricano i cuori spompati dalla lunga lotta per la salvezza. 31 maggio 1993, 29 maggio 2016: sembra una vita, ma è un attimo pronto a riaccendersi di gioia.