Renzetti all’Inter e a Marotta: «Diamoci questo primo bacio»

LUGANO - Non c’è solo del tenero, tra Lugano e Inter. Parlare di passione sfrenata sarebbe eccessivo, ma di certo quello nato sulle sponde del Ceresio va ben oltre il classico flirt estivo. Per dirla con Lucio Battisti: «Non sarà un’avventura». A modo loro, lo hanno fatto capire sia il presidente dei bianconeri Angelo Renzetti sia l’amministratore delegato per l’area sportiva del club milanese Beppe Marotta. Restando nella metafora, chiarissime sono state le parole del numero uno del Lugano. «Finora c’è stato un amore platonico, speriamo di darci il primo bacio» ha affermato. Per poi tradurre l’apostrofo rosa in gergo sportivo: «Con la spinta dell’Inter potremmo diventare un top club a livello svizzero». Eccolo il desiderio del presidente. Appoggiarsi ai nerazzurri, alle loro risorse in termini di know-how, scouting e rosa, così da puntellare il giocattolo bianconero e permettergli di non abbassare il capo di fronte agli avversari di punta della Super League e in Europa League. Sì perché – con le dovute proporzioni – proprio la dimensione internazionale delle due società vuole essere il minimo comun denominatore della nuova relazione.
Se la Serie A sfrutta la Super
«Il Lugano è tornato nel calcio che conta grazie all’Europa League. Dimostra quanta serietà e quanta competenza ci sono dietro alla dirigenza bianconera» ha riconosciuto Marotta. Per poi affrontare il capitolo collaborazione sportiva e commerciale: «Parliamo di una sinergia soprattutto dal punto di vista del know how di entrambe le società. Poi lo ripeto: alla luce della seconda partecipazione in Europa League in tre anni i bianconeri si stanno a loro volta collocando sul piano internazionale come squadra di blasone. Insomma, un club che sta crescendo e che in questo senso siamo felici di affiancare. Cercheremo quindi di cogliere quelle opportunità di collaborazione che sia l’Inter sia il Lugano possono offrire». Sul tema Renzetti si è spinto oltre: «Se si vuole dare continuità a un certo discorso dobbiamo riuscire a interagire con una realtà molto più grande della nostra. Abbiamo delle peculiarità da offrire, qui nel campionato svizzero. Basti pensare alla possibilità di schierare diversi giocatori stranieri. Il mercato chiude il 30 agosto e l’Inter in questo senso potrebbe “sfruttarci” per avere magari sott’occhio dei giovani interessanti messi in condizione di fare un’importante esperienza in Super League a due passi da casa». Non solo. «Da un’oculata valorizzazione di questi profili passa anche l’ottimizzazione economica della collaborazione» ha rilevato Renzetti. «Il calcio – gli ha fatto eco Marotta – è business. Pensiamo solo alla vendita dei diritti televisivi della Serie A».
«Conte è il nostro il top player»
Venendo alle ambizioni della nuova Inter targata Antonio Conte, l’amministratore delegato ha però evidenziato anche il lato umano della questione. Financo emozionale. «Il calcio è pure un fenomeno sociale e di aggregazione. Ci sono delle responsabilità che abbiamo noi dirigenti. Una società di calcio è un contenitore di emozioni. E da queste basi siamo ripartiti per far sì che si possa ricollocare una società come l’Inter là dove merita». Concetti, questi, da far sposare con l’avvio della preparazione. «Importante – ha spiegato Marotta – era identificare un luogo che rappresentasse i nostri obiettivi. L’abbiamo trovato in Lugano, nelle strutture di Cornaredo e nella collaborazione con il FC Lugano. Io sono nato e cresciuto a Varese. Conosco bene il Ticino e Lugano. Tifavo i bianconeri. Ricordo il presidente Malfanti».
Ma se in Ticino a prevalere è la gioia e l’orgoglio per aver preparato il salotto ai nerazzurri, di là dal confine la pressione è palpabile. E la marea di giornalisti che ieri ha invaso la sala al terzo piano del Casinò di Lugano era lì a dimostrarlo. «Ora dobbiamo dimostrare di meritare la fiducia che ci è stata data. Arriveremo a Lugano con un top player come Antonio Conte» ha indicato Marotta, puntando tutto sull’ex Chelsea e Juventus. «È un vincente, capace di valorizzare al massimo le risorse che ha a disposizione». «Sì ma l’obiettivo?» è stato chiesto a più riprese all’ad nerazzurro. «Vogliamo alzare l’asticella in termini di competitività e migliorare quanto fatto l’anno scorso, provando a raggiungere le tre squadre che si sono piazzate davanti a noi».No comment invece sui singoli e in particolare sul destino di Icardi. La domanda sull’argentino è stata dribblata da Marotta, abile anche a spostare i riflettori sul Lugano con tanto di domanda sul progetto di nuovo stadio rivolta personalmente al sindaco Marco Borradori. Il Polo sportivo, appunto. Nonostante l’entusiasmo intatto sul fronte municipale, sul tema Renzetti non ha espresso parole al miele: «L’obbligo di disporre di un’infrastruttura all’altezza è chiaro a tutti. Oggi più di ieri sono però convinto che prima di pubblicare un bando di concorso si debba avere le idee in chiaro su cosa si vuole. Quanto si sta mettendo in piedi mi sembra invece tutto fuorché lineare e corretto. C’è confusione».
«Leonid? Sono un po’ dispiaciuto»
Anche la situazione attorno alla proprietà del Lugano, invero, non è delle più cristalline. «L’8 luglio Renzetti accoglierà l’Inter ancora da presidente?» abbiamo chiesto al diretto interessato. «Onestamente? Non lo so ancora. Novoselskiy non ha la certezza assoluta, ma è convinto di poter riuscire a trovare i fondi necessari all’acquisto dell’80% del pacchetto azionario». La scadenza del 25 giugno s’avvicina a grandi passi e Renzetti conferma che quello fissato «sarà il termine ultimo» per l’imprenditore russo. L’attuale incertezza non fa ad ogni modo felice il patron bianconero. «La situazione di stallo che si è venuta a creare mi dispiace un po’. Volevo dare tranquillità alla squadra. È importante infatti che i ragazzi partano bene, sfruttando la scia positiva della scorsa stagione e alimentando ulteriormente l’entusiasmo che si respira a Cornaredo». Di sicuro a mettere le ali alla piazza luganese sarà l’arrivo dell’Inter e la Casinò Lugano Cup in programma fra un mese, che la Città e lo sponsor del match intendono trasformare in un appuntamento fisso di mezza estate. «Per noi – ha ammesso Renzetti – significa avere a portata di mano tutta una serie di figure con le quali siamo interessati a interagire. Ma per il Lugano la presenza dell’Inter e la partita del 14 luglio rappresentano anche una sorta di regalo da scartare, un evento con cui sublimare un’eccezionale stagione».