Saipi super, bene Bislimi, molto male invece Arigoni e Steffen

Tiene a galla i suoi con almeno tre parate fenomenali. Sulle reti avversarie, invece, il numero uno bianconero non può nulla.

È tecnicamente inadeguato al contesto. Non si contano i controlli e gli appoggi sbagliati o imprecisi. E per fortuna che, a detta dell’allenatore, stava «molto bene».

Macchia la sua prova gagliarda in occasione del raddoppio belga. Nilsson - un marcantonio di quasi 2 metri, va detto - lo mette fuori causa, dando il la alla triangolazione tramutata in oro da Terho. Comunque è il migliore difensore del Lugano.

La «sliding door» del match lo vede protagonista. Purtroppo in negativo. Sì, perché se non avesse fatto quella strana giravolta, invece della mano a spingere la palla in rete sarebbe stato il suo petto. Meno pulito e concentrato del compagno di reparto.

Da inizio stagione è irriconoscibile. Tolta una serpentina da applausi, non dispensa una giocata degna di nota. L’1-0 dell’Union nasce inoltre dalla sua fascia.

Macchinoso e per troppo tempo sotto ritmo. Esperienza e piedi delicati non lo fanno comunque naufragare del tutto.

Inizia la sfida nel peggiore dei modi. Basta osservarlo sull’azione che porta al gol subitaneo di Eckert. Con il passare dei minuti ritrova un minimo di lucidità.

Nel primo tempo è forse l’unico bianconero a emergere per piglio e idee. Dai suoi piedi nascono diverse occasioni pericolose. Non male anche nella ripresa.

Imperdonabile l’errore a tu per tu col portiere al 24’. E - notare bene - la sfera esce di un metro e mezzo. Perde l’attimo ancora e ancora, sbagliando pure un paio di conclusioni da buona posizione. Nocivo.

Abbozza un paio di belle ripartenze e, senza il pallone, si sacrifica pure molto. La differenza, però, non riesce mai a farla per davvero.

Due occasioni (soprattutto il colpo di testa da cui nasce l’episodio VAR) che Moris respinge alla grande. Per il resto non dialoga con i compagni come vorrebbe. E dovrebbe.

Impatto molto positivo, lì sull’out di destra, dove poco prima Arigoni ne aveva combinate di tutti i colori. Caratteristiche più offensive a parte, non meritava la maglia da titolare?

Disputa l’ultima porzione d’incontro con il desiderio di lasciare il segno. E quasi ci riesce. Moris - sempre lui - è tuttavia in stato di grazia.

Come previsto, il primo scorcio di partita è infernale. Ma non solo per merito dell’Union Saint-Gilloise. No, i suoi uomini approcciano la gara in modo troppo leggero. Sotto di una rete e col match in salita, il Lugano in ogni caso non sbanda. E, anzi, spaventa di brutto l’avversario. Il Crus sbaglia probabilmente la scelta Arigoni, ma non può sostituirsi a Steffen e compagnia quando ci sarebbero le condizioni per cambiare il vento.