Se il violento non salta fuori tutta la curva rimane chiusa

Le autorità alzano il tiro nella lotta alle frange violente dei tifosi di calcio. Sabato scorso a Berna, al termine della partita fra Young Boys e Lucerna, un agente della Polizia dei trasporti e un collaboratore della compagnia ferroviaria BLS sono stati assaliti e feriti da un gruppo di sostenitori della squadra ospite. Dopo aver lanciato invano un ultimatum affinché i colpevoli si costituissero o venissero identificati e denunciati da terzi, le autorità lucernesi hanno adottato provvedimenti: fra questi c’è anche la chiusura di due settori (posti in piedi) della Swissporarena riservati ai fan casalinghi, per la partita in programma stasera contro l’Yverdon. La vendita online dei biglietti è stata subito sospesa . Gli abbonati e chi dispone già di un biglietto potranno recarsi regolarmente allo stadio.
Il Dipartimento cantonale di giustizia e sicurezza, comunicando la misura, ha spiegato che «il termine concesso dalle autorità, entro il quale gli autori delle violenze avrebbero potuto denunciarsi o essere denunciati, è scaduto senza essere utilizzato». Il provvedimento è stato deciso dall’autorità preposta al rilascio delle autorizzazioni per le partite di Super League, che ha imposto sanzioni corrispondenti al livello 3 del modello a cascata elaborato dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia. Il modello messo a punto dai Cantoni opera su quattro livelli. I primi due non comportano alcuna restrizione, se non obblighi di dialogo e maggiore videosorveglianza (quando si rischia di creare un pericolo per le persone mediante l’accensione di petardi e mezzi pirotecnici). Gli altri due livelli prevedono, appunto, la chiusura di un settore dello stadio e la partita a porte chiuse. Il presupposto è che ci sia un intervento violento di gruppi di tifosi (gli atti individuali non contano) che commettono nuovamente atti vietati con feriti e/o utilizzo di armi, fuochi pirotecnici o altri oggetti contro persone. Le sanzioni corrispondono a quelle imposte all’FC Lucerna. Stando al modello a cascata, queste misure sono imposte per un minimo di una partita e per un massimo di due, oltre a un periodo di prova fisso di 5 partite (come previsto anche nel caso di Lucerna). In caso di recidiva, la partita seguente si giocherebbe a porte chiuse. In fase di studio era stato previsto anche un quinto livello, che prevedeva la sconfitta per forfait, poi ritirato su richiesta della SFL (Federazione svizzera di calcio). Nelle intenzioni del gruppo di lavoro che le ha elaborate, queste misure devono avere uno scopo soprattutto preventivo prima che punitivo. La SFL e i club coinvolti si sono opposti all’unanimità, considerando il modello «inefficace, unilaterale e sproporzionato». L’ultimatum dato a Lucerna non costituisce un novum. L’anno scorso, la procura del Canton Argovia aveva pubblicato immagini pixelate di un presunto hooligan, minacciando di pubblicare la foto originale se l’identità dell’uomo non fosse stata rivelata. Il giovane, un tifoso 23.enne del Basilea, è stato subito identificato e nei suoi confronti è stato avviato un procedimento penale. Sta di fatto, ha scritto oggi la NZZ, che nel caso di Lucerna è l’intera tifoseria a subire le conseguenze di queste misure coercitive. In genere, il diritto svizzero non prevede sanzioni collettive per eventi già accaduti. L’ultimatum, invece, abbina misure preventive con l’intenzione di perseguire reati già commessi. Secondo il giornale zurighese non è ancora chiaro se il modello a cascata reggerebbe in tribunale. In proposito è ancora pendente un ricorso presentato dal FC Zurigo contro la chiusura di una curva dello stadio, a seguito di disordini durante una partita. Se l’autorità giudiziaria lo accogliesse, potrebbe essere la fine per questo tipo di misure.
Resta aperta la questione dei biglietti nominali, che non rientra nel modello a cascata. La settimana scorsa, la Commissione della politica di sicurezza degli Stati ha deciso di porre le basi per questa misura, già conosciuta in altri Paesi. In particolare ha approvato una sua mozione che chiede di creare le basi legali per permettere di comunicare i dati sul tifo violento anche alle biglietterie (oggi i dati di chi è oggetto di misure possono essere comunicati solo agli organizzatori di eventi). Lo scopo è fare in modo che chi è iscritto nella banca dati non possa acquistare i biglietti delle partite.