Calcio

Se lo meriti, alla fine spunta l'arcobaleno

La Svizzera riesce finalmente a sbloccarsi e a battere il Portogallo, rilanciandosi in Nations League
Massimo Solari
13.06.2022 06:00

Un arcobaleno. In anticipo sul destino. Sì, finalmente vittorioso. È spuntato al ventesimo, con la Svizzera già avanti nel punteggio, e ha abbracciato lo Stade de Genève con tutto il suo entusiasmo. La Svizzera, d’altronde, ha dimostrato di essere viva. Eccome. E la sua Nations League tutto fuorché compromessa. Contro il Portogallo, cercati e difesi a denti stretti, sono arrivati i primi tre punti del torneo. Una sorta di liberazione, per sbloccarsi e per sbloccare un 2022 che sin qui aveva regalato musi lunghi e qualche controprestazione di troppo. A sorridere, va da sé, è dunque Murat Yakin, premiato da una prestazione costruita più sulla determinazione e lo spirito di sacrificio che sulla proposta di gioco. E no, non è sicuramente un male, dal momento che l’avvicinamento al quarto e ultimo impegno di giugno era stato accompagnato da diversi nuvoloni.

Un grande protagonista fra i pali

I rossocrociati, dicevamo, hanno però ritrovato colori e vigore. Soprattutto nel primo tempo, quando la personalità di Granit Xhaka ha mostrato la via. Mentre l’inzuccata subitanea di Haris Seferovic ha messo la partita sui migliori binari. Niente a che vedere con la figuraccia di Lisbona, insomma. Anche perché il grande protagonista di quella serata - ieri - non c’era. Inutile negarlo, l’assenza di sua maestà Cristiano Ronaldo - mal sostituito da Vitinha - ha probabilmente favorito la Nazionale elvetica. Bersagliata da qualcosa come venti conclusioni avversarie. Orfano dell’efficacia realizzativa di CR7, il Portogallo è cosÌ andato a sbattere ancora e ancora su Jonas Omlin.

Eccolo il grande protagonista del match di Ginevra, carico di occasioni per i lusitani e, di riflesso, di sofferenza per i rossocrociati. Il portiere del Montpellier si è però superato a più riprese. Contribuendo a una prova difensiva di grande spessore. Non un caso, anzi. Al centro del reparto arretrato, Yakin ha recuperato Elvedi, che insieme ad Akanji si è dimostrato una volta di più essenziale per le sorti di questa Nazionale. Se il muro svizzero ha retto, il merito va riconosciuto anche a loro.

Margini di crescita

Rispetto agli esperimenti (falliti) delle prime tre uscite, il commissario tecnico ha in un certo senso schierato una formazione tipo. Attenta dietro e capace di pungere - seppur a intermittenza - sul fronte offensivo. Seferovic, al netto di evidenti limiti sul piano della condizione, ha ribadito di essere un attaccante importante. Non solo. Considerati i soli venti minuti disputati e impreziositi da Shaqiri e la partita pasticciata su tutta la linea da Embolo, è altresì possibile aggrapparsi a ulteriori margini di crescita.

Già, lo sguardo inevitabilmente si sposta all’autunno. Ed è accompagnato da un bel sospiro di sollievo. Di Xhaka e dalla sua prestazione maiuscola - dopo tanto vociferare su presunte frizioni con il ct - abbiamo scritto. Con tutti i benefici del caso per la qualità della manovra. La ripresa con la Spagna, per altro, aveva fatto intendere qualcosa. E da lì, come dichiarato apertamente, la Svizzera è riuscita a ripartire. Costruendo il primo successo in Nations League sulla convinzione dei propri mezzi e il giusto atteggiamento. E meritandosi pure l’arcobaleno.

Yakin: «Ho visto una squadra unita e solidale»

Murat Yakin sorride. Appare disteso, sereno. Più degli scorsi giorni, al netto di un volto spesso imperscrutabile. La sua Svizzera, reduce da tre sconfitte consecutive, ha rialzato la testa. Trovando il primo successo del suo 2022, al sesto tentativo. Il terzo in una Nations League iniziata con ben tre k.o. consecutivi. «È inutile negarlo, abbiamo vissuto dei giorni intensi - ha affermato il ct rossocrociato, ai microfoni della RSI. E la partita contro il Portogallo, già di per sé complicata per la caratura dell’avversario, era resa ancor più dura dal difficile contesto. Ci tengo dunque a fare un applauso al gruppo, ai miei giocatori. In campo ho visto una squadra unita e solidale, che si è meritata la vittoria grazie al coraggio e allo spirito di sacrificio». Al selezionatore elvetico fa eco il mattatore di serata, Haris Seferovic. Il quale, con un’incornata, ha deciso la sfida contro il suo Portogallo. «Ormai da 5 anni gioco a Lisbona, per me è stata dunque una serata speciale. Ma preferisco focalizzarmi sul valore di questa vittoria. Abbiamo corretto il tiro. A settembre, contro Spagna e Repubblica Ceca, dovremo completare l’opera, conquistando la salvezza».