Shaqiri: «È un giorno davvero speciale, abbiamo fatto la differenza come gruppo»

I (facili) pronostici della vigilia, alla fine, non sono stati sovvertiti. Davide non è riuscito a sconfiggere Golia, ma gli ha dato del filo da torcere. Eccome, il grande Basilea, campione svizzero, ha tremato al cospetto del piccolo ma insidioso Bienne, che ha recentemente concluso il campionato di Promotion League al terzo posto. È proprio questa, in fondo, la magia della Coppa Svizzera. E nella sua 100. edizione, i seeländer - pur non laureandosi campioni - ne sono stati i rappresentanti più degni e significativi.
Paura no, preoccupazione sì
Per una buona ora di gioco, le due compagini - divise da due categorie di differenza - hanno giocato sostanzialmente alla pari. I renani, invero, hanno provato a fare subito la voce grossa e dopo soli 2’ hanno sfiorato il gol del potenziale vantaggio - negato dalla punta delle dita di Radtke e dalla traversa - che avrebbe incanalato il match su dei binari ben precisi. Così, invece, non è stato e la squadra diretta da Fabio Celestini ha faticato tremendamente a esprimere la propria miglior versione. «È stato un confronto indubbiamente complicato - ha riconosciuto il tecnico dei renani - non ho mai avuto paura, ma ero certamente preoccupato. Non ho visto la solita intensità che contraddistingue la mia squadra, abbiamo smesso di giocare dopo i primi 10’. Eravamo poco tranquilli e credo che la nostra qualità sia emersa solamente dopo aver siglato il punto del 2-1».
Sì, perché l’indomito Bienne - dopo aver chiuso la prima frazione sotto di un gol a causa di una sfortunata e maldestra deviazione di De Freitas, è stato un autogol quello del capitano - aveva trovato la via del pareggio a inizio ripresa. Grazie al centravanti francese Beyer che - in seguito a un’occasione da lui clamorosamente divorata - aveva trasformato un calcio di rigore. A detta dello stesso numero 68, però, il peccato è stato non aver mantenuto a sufficienza il pari. «Se fossimo riusciti a reggere per una decina di minuti di più - ha ammesso al termine del match - li avremmo fatti dubitare assai».
«Disparità di trattamento»
A decidere la contesa, in sostanza, è stata la rete del 2-1, siglata anch’essa dal dischetto degli 11 metri. Samir Chaibeddra, tecnico dei seeländer, non ha mandato giù la decisione presa dall’arbitro Stefan Horisberger. Quest’ultimo ha punito con la massima sanzione un’uscita imprecisa di Radtke, scontratosi con Ajeti. «Ho notato una disparità di trattamento - ha affermato l’allenatore del Bienne - perché sul rigore a nostro favore Horisberger è andato sul sicuro: non ha fischiato subito ma ha aspettato un intervento del VAR per poi accordare il rigore. Penso che avrebbe dovuto mantenere la stessa linea nel secondo episodio, quello in favore dei renani, mentre lì ha ravvisato immediatamente il fallo. Si sa - ha proseguito - che quando il direttore di gara prende una decisione sul campo diventa difficile poi fargli cambiare idea. Forse, allora, le due categorie di differenza tra le due squadre hanno avuto un’influenza. È una decisione estremamente frustrante, poiché ha permesso al Basilea di tornare in vantaggio e di fatto ha cambiato l’andamento della sfida».
Il portiere Radtke, a proposito della scena incriminata, ha commentato così: «Sinceramente, la mia sensazione è che sia stato Ajeti a ostacolare me». Sul fronte opposto, invece, Shaqiri ha difeso l’operato di Horisberger, che ha peraltro diretto l’ultima gara della sua carriera. «È una decisione che posso comprendere pienamente - ha detto il capitano dei basilesi, eletto quale miglior giocatore in campo - il portiere non può permettersi, nella sua uscita, di non colpire la sfera per poi scontrarsi con il suo avversario. È una chiara situazione da rigore, l’arbitro ha agito correttamente».
La mentalità vincente
Lo stesso Shaqiri, autore di una stagione fenomenale, è risultato, in qualche modo, ancora decisivo. All’origine delle prime due marcature renane, infatti, c’era proprio lui. «È un giorno davvero speciale. Questo club - ci ha tenuto a ricordare - ha incontrato parecchie difficoltà di recente. Perciò, siamo orgogliosi di quanto abbiamo compiuto durante questa stagione. Abbiamo centrato una storica doppietta, più di così non potevamo fare. Penso che dall’esterno non sia facile comprendere appieno ciò che sta dietro a questo tipo di risultati. Io sono contento di aver portato nel gruppo una mentalità vincente».
Per Celestini, comunque, è stato l’intero gruppo a fare la differenza. «Nel nostro intero percorso di Coppa Svizzera credo che non abbiamo mai disputato una partita impeccabile sotto ogni punto di vista. Ogni ostacolo ci ha riservato parecchie insidie. Eppure, siamo sempre riusciti a fare la differenza, con il gruppo. Trovo che questa competizione sia un perfetto indicatore se si è o meno una squadra a tutti gli effetti. E noi abbiamo dimostrato di esserlo».
Sorridono anche i bianconeri
La vittoria del Basilea è di certo stata accolta di buon grado anche alle nostre latitudini. Proprio in virtù di questo risultato, il quarto posto conquistato dal Lugano in Super League ha acquisito un ulteriore valore. I bianconeri potranno dunque iniziare la propria campagna continentale dal secondo turno di qualificazione di Europa League.
Celestini: «Devo riflettere, ma non ho alcuna offerta»
Malgrado una stagione trionfale - e un contratto che scade solamente nel giugno del 2026 - il destino di Fabio Celestini è ancora tutto da decifrare. «Devo analizzare attentamente i 20 mesi trascorsi alla guida del Basilea. Al momento della mia firma, non avrei potuto immaginare di ritrovarmi qui a festeggiare la doppietta campionato-coppa». Questa mattina, come da lui ricordato, è previsto un incontro con David Degen e il direttore sportivo Daniel Stucki. «Dobbiamo capire insieme come è meglio procedere per il bene di questo club. La riflessione – ci ha tenuto a precisarlo – non riguarda il Getafe né altre eventuali destinazioni: allo stato attuale non ho ricevuto alcuna offerta. Il mio è un ragionamento puramente improntato sul Basilea. Spero che nessun altro si dovrà più ritrovare nella situazione vissuta dal sottoscritto, ossia ereditare questa squadra sul fondo della classifica. Non voglio più che si verifichi qualcosa del genere. L’aspetto più importante di tutti, anche del mio futuro, è che il Basilea sia tornato ai vertici del calcio svizzero». Interpellato, inevitabilmente, sulla questione, capitan Shaqiri ha risposto in questa maniera: «Credo che delle riflessioni, da parte sua, siano più che lecite. Grazie a questa splendida annata è entrato nei libri di storia. Ha raggiunto uno status quasi leggendario, perché sono davvero in pochi ad aver centrato questa doppietta. Io, naturalmente, spero che resti con noi: abbiamo un ottimo rapporto e sono grato per l’aiuto che ha fornito a me e a tutta la rosa».