Calcio

Shaqiri? No, è Aliseda l’uomo forte di Chicago

Il Lugano supera con intelligenza e personalità il pericoloso ostacolo Breitenrain - I bianconeri fanno la differenza nella ripresa grazie al redivivo ex giocatore dei Fire: «Ora sto bene» - Il ds Da Silva: «Xherdan a Cornaredo? Di sicuro non subito» - Negli ottavi la sfida contro il Winterthur
A fine incontro tutti volevano Ignacio Aliseda. © Keystone/Peter Klaunzer
Massimo Solari
19.09.2022 06:00

In attesa di capire se Xherdan Shaqiri preparerà i Mondiali a Cornaredo, l’uomo forte di Chicago è Ignacio Aliseda. Sì, l’ex giocatore dei Fire è tornato. Griffando il successo bianconero nei 16. di finale di Coppa Svizzera. Una doppietta, quella realizzata dall’argentino contro il Breitenrain, che arriva da lontano. Dopo un avvio di stagione complicato - complici il fisico appesantito e un infortunio -, «Nacho» era addirittura finito nel Lugano II. In Prima Lega. «Questo passo indietro, però, è stato fondamentale» osserva il diretto interessato, che proprio con la seconda squadra ha ritrovato gol e fiducia. «Ora sto finalmente bene» conferma Aliseda, autore della seconda e della quarta rete che hanno steso allo«Spitz». «È stato bello lanciare un messaggio in questo modo» prosegue il 22.enne di Buenos Aires. «Quest’estate non c’ero con la testa. Alle parole, tuttavia, preferisco il lavoro. Sono rimasto tranquillo e, a poco a poco, ho dimostrato di meritarmi la fiducia dell’allenatore». Già, contribuendo agli ottavi casalinghi contro il Winterthur.

Croci-Torti: «Lucidi e pazienti»

Mattia Croci-Torti applaude. Più che soddisfatto per la vittoria - non scontata - e le risposte ottenute dagli elementi inseriti a partita in corso. «Prima del match - rivela il Crus - ho sbirciato Udinese-Inter. Ho visto Lovric dominare. Per raggiungere questo livello, Sandi ha impiegato oltre due anni. E il club ha avuto la necessaria pazienza. Pure Aliseda non è lo stesso giocatore sbarcato in Svizzera a inizio anno. Nelle ultime settimane è stato umile, accettando e sfruttando le partite con il Lugano II. Meritava questa chance. Che, come Bislimi e Amoura, è stato bravo a capitalizzare». A beneficiarne, va da sé, è stata la formazione ticinese. «Dopo la brutta sconfitta con l’YB - osserva Croci-Torti - avevo chiesto ai miei uomini di non perdere la pazienza, di restare lucidi. Le sfide di Coppa, d’altronde, si vincono con la testa. Lo abbiamo fatto e nel secondo tempo - una volta compreso come addomesticare questo sintetico anomalo - si è visto qual era la compagine di Super League».

«XS» e i vincoli della MLS

Il Lugano, dunque, abbraccia la pausa per le nazionali con il sorriso. Sicuramente più sereno dei Chicago Fire che hanno perso - una volta di più - il treno per i playoff. Insomma, il 9 ottobre si chiuderà il primo campionato a stelle strisce di Shaqiri. Non il miglior scenario per il ct della Nazionale Murat Yakin, che - in tal senso - venerdì ha evocato uno scenario a tinte bianconere: «XS» aggregato a Sabbatini e compagni così da mantenere ritmo e forma. Il direttore sportivo del club Carlos Da Silva, tuttavia, frena. «Calma. Per ora si tratta solo di un’opzione menzionata da Yakin. Non c’è alcuna richiesta ufficiale». Già, e qualora giungesse, l’iter da seguire non sarebbe immediato. «A fare stato non è la volontà dei Fire. No, è il contratto stipulato dal giocatore con la MLS». Tradotto: dfficilmente Shaqiri potrebbe raggiungere subito Cornaredo. I citati vincoli legali prevedono infatti che, al termine della stagione, i giocatori della varie franchigie non possano allenarsi con altre squadre per un certo tempo. E poi cosa accadrebbe se, in Ticino, la stella da 7,35 milioni di dollari all’anno s’infortunasse? In casa Fire si stanno facendo le valutazioni del caso. L’eventuale trasferimento di Xherdan, in ogni caso, slitterebbe a fine ottobre. L’uomo forte di Chicago, nel frattempo, si chiama Ignacio Aliseda.