Calcio

«Siamo scioccati e addolorati per quanto sta accadendo in Medio Oriente»

Oggi l'Associazione Svizzera di Football ha fatto il punto della situazione a Zurigo dopo l'annullamento della trasferta in Israele
Il segretario generale dell'ASF, Robert Breiter. © KEYSTONE / ENNIO LEANZA
09.10.2023 19:15

A volte accadono eventi imprevedibili, che sconvolgono tutti i piani. In quei casi – sarà sicuramente capitato anche a voi – ci si può fare ben poco. Stavolta è stato il turno della Nazionale svizzera di calcio, che in seguito agli sviluppi drammatici in Israele, ha riscontrato il rinvio della partita di qualificazione a Euro 2024 in programma a Tel Aviv. «Siamo scioccati e profondamente addolorati nel seguire ciò che sta accadendo in Medio Oriente. I nostri pensieri vanno ai colleghi della Federazione israeliana e a tutte le persone coinvolte, che si trovano in terribili condizioni», ha dichiarato all’aeroporto di Zurigo il segretario generale dell’Associazione Svizzera di Football (ASF), Robert Breiter. «Il calcio è tra i più bei passatempi del mondo, e deve rimanere tale: in queste circostanze ci sono cose più importanti. Tuttavia ci siamo dovuti interrogare anche sul destino della nostra partita. La UEFA ci ha comunicato domenica sera la decisione di non far giocare la sfida. Noi comprendiamo appieno questa scelta: sarebbe stato impensabile fare il contrario. Ci sono state richieste comprensione e flessibilità, e le mettiamo volentieri a disposizione».

E adesso?

Sempre con un pensiero rivolto alle vittime della tragedia, viene comunque naturale chiedersi cosa ne sarà delle sorti del gruppo I, in seguito a questo rinvio. «La palla è in mano all’UEFA: in quanto organizzatrice dei Campionati europei, è responsabile anche delle qualificazioni. Ci ha promesso che fornirà chiarezza il più rapidamente possibile, ma le circostanze cambiano continuamente. Quando vorremmo giocare? Temo che non siamo nella condizione di esprimere preferenze», ha continuato Breiter. A rischio annullamento vi è anche la partita tra Kosovo e Israele, che può avere delle ripercussioni sulla nostra Nazionale. «Attualmente, i cittadini israeliani non possono lasciare il paese. Questa potrebbe già essere un’indicazione per quanto concerne l’altro match. E spiega anche perché non abbiamo potuto spostare la nostra partita su un campo neutro, come sta ad esempio facendo l’Ucraina. Se la situazione non cambia, sostituire la località non è semplicemente un’opzione. È chiaro che se alla fine l’unica partita rinviata dovesse essere la nostra, potremmo provare ad inserirla nella finestra di novembre. Ma se dovessero essere due, diventerebbe più difficile. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma siamo in contatto con le parti in causa per trovare la soluzione più adeguata».

Gli altri scenari

Anche provando a spulciare precedenti simili, si trovano pochi indizi sul possibile esito dell’incontro tra Israele e Svizzera. «Si potrebbe citare l’episodio tra noi e l’Ucraina in Nations League – rileva Breiter –. In quel caso, a loro fu inflitto il 3-0 a tavolino per essere stati posti in quarantena a Lucerna. Ma le situazioni non mi sembrano paragonabili». E se Israele dovesse ritirarsi, o non essere in grado di giocare? «In tal caso, allora queste partite e quelle precedenti verrebbero cancellate. Quindi, in pratica, ci ritroveremmo in un gruppo di sole cinque squadre. Va detto, però, che noi preferiremmo giocare e guadagnarci la qualificazione sul campo».

Due giorni in più di riposo

Esentati dalla sfida che si sarebbe dovuta disputare giovedì, i calciatori rossocrociati beneficeranno anche di due ulteriori giorni di riposo. L’inizio del raduno, infatti, è stato posticipato da lunedì a mercoledì. Dopo l’allenamento, la Svizzera si recherà direttamente a San Gallo, dove proseguirà la preparazione in vista della sfida con la Bielorussia. «Come detto, una volta ricevuta la comunicazione dall’UEFA abbiamo avuto poco tempo per valutare la situazione. Ci siamo riuniti con i vari membri dello staff e ognuno ha espresso la sua opinione. La soluzione migliore per tutti era rimandare il ritrovo a mercoledì, sia dal punto di vista logistico sia per l’organizzazione. Ad esempio, saremmo dovuti partire per Israele martedì, ma il viaggio è stato cancellato e dunque non avevamo un hotel a disposizione. Abbiamo dovuto riorganizzare tutto. Per la squadra, inoltre, è più congeniale partire direttamente per il luogo della partita, ed essere così più freschi. La preparazione per la gara di domenica potrà proseguire come previsto». Occhi puntati sul campo, allora, dove la Svizzera – lì sì – ha il suo destino in mano. E un obiettivo da raggiungere.

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