Solo volti colmi di tristezza per l’esordio rossocrociato

Mastodontica, spumeggiante e maestosa. E perché no, aggiungiamoci anche fresca, in questi giorni di canicola estrema. Al debutto dell’Europeo casalingo doveva e voleva presentarsi così la Svizzera. Ma purtroppo le cose sono andate diversamente. Almeno in parte. Al cospetto della Norvegia, le ragazze di Pia Sundhage ci hanno seriamente provato. Ma non è bastato, lasciando alle avversarie i primi - pesantissimi - tre punti della rassegna continentale. Contro il Paese nordico, inoltre, Wälti e compagne hanno mancato di prendersi una bella rivincita. Sì, perché erano state proprio le norvegesi a infliggere il k.o. della retrocessione in Lega B di Nations League alle rossocrociate. Doppio smacco, dunque.
Un tifo caldo ma deluso
Ma restiamo al match del St. Jakob-Park. Una partita dai due volti, quella delle elvetiche, chiusasi con il risultato finale di 2-1. Con l’enorme delusione, va da sé, di tutta la squadra e della stragrande maggioranza dei presenti allo stadio. Un tifo che ha rispettato le aspettative della vigilia, presentandosi numerosissimo e caldo tanto quanto il picco di 36 gradi raggiunti in giornata nella città renana. Un supporto incredibile quello che hanno riservato alle loro beniamine. Una grandissima tristezza, invece, l’emozione con cui hanno lasciato lo stadio. Una sconfitta del genere proprio non ci voleva. La Svizzera era infatti partita a mille all’ora, lasciando il cuore in campo dopo i primi 45 minuti e avanti per 1-0, grazie alla rete trovata al 28’ da Nadine Riesen. Pochi minuti prima Reuteler aveva fatto tremare la traversa, accendendo la magia e facendo sognare tutti. Una volta rientrate dagli spogliatoi, invece, le cose sono cambiate. Dopo il gol della Norvegia, e il terribile autogol di Stierli, i dubbi si sono insediati nella formazione di Sundhage. E la luce, da lì, non è quasi più tornata. Se non a sprazzi intermittenti, purtroppo non sufficienti per girare il risultato.
Tre giorni per rialzarsi
Per l’amor di Dio, nulla è ancora perduto, ma la sconfitta di Basilea lascerà sicuramente degli strascichi nelle menti rossocrociate. La coesione e la connessione che hanno raggiunto le svizzere, secondo quanto raccontato alla vigilia da Sundhage e Wälti, paiono essere di un altro livello. Non possiamo dunque fare altro che augurarci che l’unità del gruppo aiuti a rialzare immediatamente la testa per affrontare l’Islanda (battuta all’esordio dalla Finlandia) domenica al Wankdorf. Ma cominciare così fa male. Decisamente male.