L'intervista

Sono qui per vincere, parola di Mario Balotelli

A tu per tu con l'attaccante italiano, nuovo acquisto del Sion di Christian Constantin
Giacomo Notari
02.09.2022 07:43

Forse non è il caso di mettere a confronto l’attesa vissuta dai tifosi del Sion in queste ultime settimane con quella di ieri pomeriggio nella sala stampa del Tourbillon, ma Mario Balotelli si è fatto desiderare parecchio. Dopo venti minuti di ritardo, però, la nuova stella della Super League non ha deluso le aspettative della cinquantina di giornalisti accorsi in Vallese per l’occasione.

È bastato un suo «My french is not very good, I try? », seguito da una risata, per rendere subito l’ambiente più disteso e speciale. Proprio come lui, il nuovo numero 45 della squadra vallesana. Non ci sono più dubbi: Super Mario è ufficialmente sbarcato in Svizzera.

L’intesa con il Sion era già stata trovata. Quella tra i club è però arrivata solo all’ultimo. Come ha vissuto queste settimane di attesa?

«Non è stato facile, è vero. In Turchia non stavo più molto bene e volevo andarmene. Ma quando hai un contratto con un club devi rispettarlo. Non puoi smettere di impegnarti o sbandierare ai quattro venti che vuoi andare via. Questo forse può aver fatto pensare che avessi cambiato idea. Alla fine, però, quello che conta è che ora io sia qui».

La recente rissa con Montella, suo allenatore in Turchia, ha accelerato le cose?

« Quello che è successo con Montella non c’entra niente e l’Adana era al corrente già da tempo del mio desiderio di andarmene. Non è neanche stata una vera rissa, abbiamo soltanto perso il controllo per qualche secondo, il resto è stato inventato. Tra di noi c’è rispetto reciproco».

Come mai venire a Sion le è sembrato così evidente?

« Ho discusso a lungo con il presidente Constantin e suo figlio, sin dal primo approccio l’intesa tra me e il club è stata ottima. Sono stato subito convinto, altrimenti non sarei qui oggi. È anche stimolante per me scoprire un campionato nuovo e avvicinarmi a casa mia, in Italia».

Si diceva che avrebbe fatto i tragitti tra Sion e Brescia, casa sua, in elicottero quasi tutti i giorni. È vero?

«Per poterlo fare dovrei per prima cosa possedere un elicottero (ride, ndr). No, io vivrò qui in Svizzera, e sono sicuro che starò bene in questo bel posto. Magari tornerò in Italia durante le vacanze e i giorni festivi».

Pensa di poter trovare in Svizzera la tranquillità necessaria, rispetto alla Turchia, per potersi pienamente focalizzare sul suo rendimento in campo?

«Sicuramente in questo Paese si può vivere più serenamente rispetto ad altri. Anche se ritengo che la tranquillità sia qualcosa di interiore: io penso di averla trovata da parecchi anni».

Gattuso mi ha parlato bene sia della società sia del presidente. Mi ha detto di non esitare ad accettare questa opportunità

Dieci anni fa, a Sion, era arrivato Rino Gattuso. Ci ha parlato prima di firmare?

« Sì, mi ha parlato bene sia della società sia del presidente. Mi ha detto di non esitare ad accettare questa opportunità, e che l’unico problema per me sarà il freddo dell’inverno (ride, ndr) ».

Il fatto che l’allenatore Paolo Tramezzani sia italiano ha favorito la sua scelta?

«Sicuramente avere un tecnico italiano può aiutare ad avere buone relazioni. Io e il mister non ci conoscevamo personalmente prima dell’allenamento mattutino, ma devo dire che mi è piaciuta la sua personalità».

Che effetto le fa arrivare in Svizzera con lo status di stella del campionato?

«Mi rende orgoglioso e felice. È sicuramente una responsabilità, ma è qualcosa di gradevole. Toccherà a me rispondere sul campo».

Cosa ci può dire del calcio svizzero?

« Non molto, onestamente. Conosco le squadre del campionato e alcuni giocatori, ma a livello di calcio giocato sarà una scoperta».

Sfiderà parecchie squadre che parlano tedesco, come se la cava con la lingua?

«Non lo parlo proprio (ride, ndr). Mio figlio vive a Zurigo e a volte cerco di leggergli qualcosa, ma è troppo difficile (altra risata, ndr)».

Cosa risponde invece alla gente che sostiene che lei venga in Svizzera solo perché non hai più la qualità per competere ad alti livelli, come se fosse venuto per una specie di pre-ritiro?

« Quello che la gente pensa non mi interessa. La mia famiglia mi ha insegnato l’educazione e il rispetto, perciò non parlo di chi non conosco. Di nuovo, darò risposte sul campo».

È tanto che non vinco qualcosa con una mia squadra. Non sarà semplice, ma ci vogliamo provare

Quali sono gli obiettivi, sia collettivi che individuali, per questa stagione?

«È tanto che non vinco qualcosa con una mia squadra. Non sarà semplice, ma ci vogliamo provare. Ovviamente, a livello personale, sono qui per fare gol».

Spera ancora in una chiamata della Nazionale?

«Non escludo questa possibilità, ma onestamente non ci penso. Sono rimasto amareggiato di non essere stato chiamato l’ultima volta, quindi ora è meglio concentrarmi su altro. Voglio fare bene al Sion e aiutare la squadra a vincere qualcosa con i miei gol».

Un commento sull’Italia che salterà di nuovo il Mondiale?

« Da italiano mi dispiace, fa male. Speriamo non succeda mai più».

Si è allenato per la prima volta con i compagni, domani sarà pronto per sfidare il Basilea?

«Non mi sento ancora al cento per cento. Mi sono allenato la settimana scorsa in Turchia, ma non quella precedente, perché non stavo molto bene. Domani sarò comunque pronto a dare il mio contributo per qualche minuto ».

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