Spento e distratto, il Lugano torna con i piedi per terra

Sì, evidentemente il Lugano ha un problema con lo Stade de Genève. È dall’agosto del 2021, infatti, che i bianconeri non vincono sul campo del Servette. E la partita di oggi, terminata 2-1 per i padroni di casa, ne è l’ennesima testimone. Certo, gli uomini di Mattia Croci-Torti non hanno completamente sfigurato e fino all’82’, quando i ginevrini hanno segnato il gol della vittoria, il pareggio lo avrebbero anche meritato. Tuttavia, è sotto gli occhi di tutti come quella profusa in Romandia non sia stata una prova soddisfacente. A maggior ragione poiché la battuta d’arresto – e questo forse fa ancora più male – è giunta dopo tre vittorie consecutive che sembravano aver ridato linfa vitale al Lugano.
Scarsi impulsi dai cambi
A Ginevra il Crus ha deciso di riconfermare lo stesso undici che una settimana prima, a Cornaredo, aveva avuto la meglio sullo Zurigo. «E non ho niente da recriminarmi», sentenzia lapidario l’allenatore momò al riguardo. È d’altronde oggettivo come neanche la panchina sia riuscita a invertire l’inerzia del match, finito nelle sabbie mobili dopo il botta e risposta di Ayé e Grgic durante il primo tempo.
«Mi sarei aspettato qualcosa di più non solo dalla panchina, ma anche da chi, come me, è sceso in campo dal 1’», ammette proprio Grgic, capitano del Lugano, nel post-partita. Il centrocampista bianconero quindi aggiunge: «Non siamo riusciti a fare il nostro gioco e abbiamo creato poche occasioni». Croci-Torti sfuma e ritocca il pensiero del suo metronomo: «Penso che Marques sia entrato bene. Belhadj, invece, ha avuto una grande occasione che non è riuscito a sfruttare. Con i nostri cambi, insomma, stavamo riuscendo a mantenere la partita in equilibrio. Poi, vincere a Ginevra non è mai facile».
Addio solidità difensiva
Viene in ogni caso da chiedersi se la genesi dell’ennesima sconfitta che il Lugano ha maturato in casa del Servette non possa anche essere di natura mentale. Anche perché, e lo ripetiamo, il passo falso dei bianconeri si è consumato dopo un periodo rinfrancante e al cospetto di un avversario che ha confermato le fragilità di un avvio di stagione da dimenticare. «Siamo consapevoli delle insidie che accompagnano le trasferte a Ginevra, ma credo che a questo giro sia mancata la prestazione», osserva Grgic. «Avremmo voluto dominare la partita, ma non ne siamo stati veramente capaci». L’allenatore del Lugano da parte sua tiene a sottolineare: «Credo che abbiamo fatto una partita di personalità, senza concedere troppo. Ma i dettagli sono stati dalla loro. Purtroppo abbiamo peccato in termini di solidità difensiva, che a Ginevra non deve mai mancare».
Già. Entrambe le reti di Ayé sono state favorite dalla disattenzione degli ospiti. Dapprima sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con il centravanti ginevrino liberissimo di colpire nel cuore dell’area. All’82’, per contro, a sbandare è stata una squadra eccessivamente sbilanciata in avanti, a immagine di Mahou che non ha opposto resistenza a Srdanovic, autore dell’assist decisivo.
Solo un incidente di percorso?
Il Lugano ha così perso l’occasione di riportarsi a ridosso del gruppetto di testa, sempre capeggiato dalla strana coppia formata da Thun e San Gallo. I biancoverdi, al proposito, saranno di scena a Cornaredo domenica prossima, così come il Lucerna nel turno infrasettimanale in programma giovedì. E fra le mura amiche, gli uomini di Mattia Croci-Torti dovranno dimostrare che nello oramai stregato Stade de Genève si è verificato solo uno spiacevole incidente di percorso.