Calcio

Stupendo a Cornaredo, come il Lugano e la sua Coppa

Passerella trionfale per i freschi vincitori del trofeo nazionale, ma anche per gli eroi ormai al passo d'addio - L'emozionante omaggio e gli occhi lucidi di Maric prima dello spettacolo
©CdT/Chiara Zocchetti
Massimo Solari
20.05.2022 06:00

Stupendo. Lo ha suggerito Vasco, lo ha urlato a squarciagola anche il pubblico di Cornaredo. Fiero ed emozionato per i suoi eroi. Protagonisti di gesta incredibili. Impensabili, anche. «E mi ricordo chi voleva/ al potere la fantasia/Erano giorni di grandi sogni sai/Erano vere anche le utopie, eh». Sì, erano vere. È tutto vero. E la Coppa Svizzera alzata verso il cielo, ancora e ancora, ieri ha convinto pure chi - forse - non credeva reali né l’apoteosi del Wankdorf, né il bagno di folla in piazza della Riforma. Lugano, insomma, si è concesso un’altra serata di festa. Vivendo la sfida casalinga contro lo Zurigo, l’altro campione, come un regalo. Una passerella meritatissima per Sabbatini e compagni e un giro d’onore che si sarebbe voluto infinito.

Stima e riconoscenza

È stata la partita degli applausi. Degli striscioni attesi per decenni - «Bentornata a Lügan» - e dei cori che fanno bene al cuore. E, si spera, al futuro del club bianconero. «Un giorno all’improvvisoooo, m’innamorai di te!» hanno scandito decine e decine di bambini per tutto il riscaldamento, anticipando le Teste Matte. La data, va da sé, è il 15 maggio. Un traguardo clamoroso ma, appunto, anche un’alba promettente. Dopo essere spuntata mercoledì pomeriggio, in occasione dell’abbraccio con i giocatori e lo staff, riecco la maglietta «Siamo tutti figli di Bottani». Il figlio della città, già, che nonostante l’avventata capigliatura rosa, si è preso l’ennesima carezza della sua gente. Mijat Maric, lui, ha invece percepito forte, fortissima, la stima e la riconoscenza del popolo bianconero. Il ministro della difesa si è congedato dopo aver scritto l’ultimo capitolo della carriera. Dopo aver scritto la storia. «Mi mancano le parole, provo una gratitudine immensa» ha affermato il 38.enne, occhi lucidi e microfono in mano. «Prima della partita avevo addosso una tensione pazzesca: è strano, anche se le emozioni sono positive. Il mio futuro? Resterò nel mondo del calcio, vicino al Lugano credo». Accompagnato da moglie, figli e - sulla Monte Brè - una nutrita curva personale, Maric ha parlato di «sogni realizzati». Lo sguardo, poco prima, rivolto al maxi-schermo, dove un video commovente ha convogliato attimi, gol e quell’inconfondibile esultanza con saltello e pugno chiuso. Al suo fianco altri compagni che domenica lasceranno il Ticino. Olivier Custodio, Numa Lavanchy, Sandi Lovric. E ancora Yuri e Noam Baumann. Tutti in piedi i 5.000 di Cornaredo, in qualche modo debitori. «È finita nel migliore dei modi» ha ammesso Custodio, senza sbottonarsi troppo sul futuro: «Beh, che lascerò il Ticino, oramai, è piuttosto chiaro. Però non so ancora dove approderò». Mancherà lui. Mancheranno gli altri.

Un passo indietro

E il «Crus»? No, non ci siamo dimenticati del condottiero bianconero. L’uomo delle promesse mantenute. Che ha saputo riportare a Lugano un trofeo che mancava da tanto, troppo tempo. A ridosso del fischio d’inizio, l’allenatore ticinese ha preferito fare un passo indietro. Lasciare, dopo averci sempre messo la faccia e i sentimenti, che i riflettori illuminassero la squadra. Le sostituzioni «regalate» a Bottani, Celar, così come ai partenti Custodio, Lovric e Lavanchy, in fondo sono lì a dimostrarlo. «Una volta di più, ho osservato un gruppo fantastico. Un gruppo che mi ha reso orgoglioso, raggiungendo il record di punti da quando è in Super League» ha proseguito il tecnico, a parole, una volta concluso l’incontro. «Abbiamo onorato la serata, trovando il fiammifero che serviva per alimentare ulteriormente l’entusiasmo della città». Presto o tardi - sulla schiena della vecchia tribuna principale o in un museo allestito nella pancia della futura arena sportiva - anche l’allenatore momò avrà comunque la sua gigantografia. Con la Coppa che voleva più di tutti. E chissà che la coppia di tifosi che un’oretta prima del match osservava le foto che hanno reso immortale il Football Club Lugano, non si stesse proprio chiedendo quale sarà lo spazio riservato a Mattia Croci-Torti. Simbolo di un finale di stagione trionfale. Mentre Vasco suggerisce e Cornaredo urla a squarciagola. Stupendo! 

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