Svizzera - Brasile vista dai rifugiati: per chi tifavano?

L'integrazione passa anche dallo sport: è questa l'essenza del progetto "Sotto lo stesso sole", promosso da SOS Ticino e sostenuto dal Cantone, nel quale i rifugiati si ritrovano tutti insieme per giocare a pallone. Per un pomeriggio però i giocatori non si sono ritrovati su un campo, bensì al ristorante Hollywood di Lugano, per assistere alla partita tra Svizzera e Brasile. E, anche in questo caso, il calcio ha saputo unire etnie, lingue e fedi calcistiche diverse.
Diversità anche negli stessi nuclei famigliari. «Io e mio fratello tifiamo per la Svizzera - racconta un giovane siriano -, mentre i miei cugini invece preferiscono il Brasile: quindi oggi siamo in tavoli diversi per guardare la partita!». Sono tanti i ragazzi che mostrano le bandiere delle due nazionali, oltre a una siriana («la bandiera della Pace», spiega il novello araldo), con le quali si fanno foto da inviare poi ai parenti, lontani migliaia di chilometri: «I miei genitori non sono potuti venire in Svizzera con me, ma sono contenti di vedere che sto bene e che ho imparato l'italiano - racconta un altro siriano -. Sento il Ticino come casa mia, è ovvio che tifo per la Nati».
Il giocatore svizzero preferito, manco a dirlo, è Breel Embolo: «È uno di noi, conosce le nostre difficoltà ed è impegnato in molti progetti di solidarietà. È pure più scuro di me! - scherza un ragazzo eritreo - Però io gioco in porta e per questo mi piace pure Sommer». In molti quindi tifano Svizzera, ma al goal di Vinicius Junior scatta l'applauso di parte della «curva», affossato poi da uno ancora maggiore al momento nell'annullamento da parte del Var.
Al goal di Casemiro però è calato il silenzio: anche chi supportava il Brasile ormai sperava in un pareggio che avrebbe fatto contente entrambe le nazionali: «Mi piacciono i campioni brasiliani, soprattutto Neymar che fa tanti numeri - spiega un afgano -, però la Svizzera si stava difendendo bene e speravo che riuscisse a portare a casa un punto. Ora spero anche io che la Nati batta la Serbia».
«Comunque vada il risultato, è stata una serata magica - commenta soddisfatto il direttore di SOS Ticino Mario Amato -. I ragazzi hanno la possibilità di stare insieme e respirare l'atmosfera con la quale gli svizzeri vivono il Mondiale. Il loro tifo è genuino: molti di loro sentono la vicinanza verso la Svizzera, una terra che li ha ospitati e che considerano il loro paese. Infatti grazie alla vita sportiva sono riusciti a integrarsi e a farsi degli amici, tra i compagni di squadra ma anche tra gli avversari che regolarmente sfidano grazie al progetto Sotto lo stesso sole».