Euro 2024

Svizzera-Italia, e se la Nati avesse un asso nella manica per i rigori?

Un team di ricerca dell'Università di Friburgo ha sviluppato un programma di realtà virtuale con il quale aumentare sensibilmente l'efficacia dei giocatori professionisti al momento di tirare dal dischetto – Che qualcuno stia già sfruttando questa tecnologia?
©Piroschka Van De Wouw
Red. Online
29.06.2024 06:00

Svizzera e Italia si stanno preparando per il derby – sì, il derby – che, fra poche ore, le vedrà sfidarsi a Berlino per capire chi approderà ai quarti di Euro 2024. Ma mentre Yakin e Spalletti affilano le armi, c'è qualcuno all'Università di Friburgo che forse potrebbe fornire alla Nati un asso della manica. Nell'ateneo svizzero, infatti, un team guidato dal neuroscienziato Jean-Pierre Bresciani sta sviluppando un programma di realtà aumentata per allenare e migliorare i calci di rigore.

Numeri concreti

Facciamo un passo indietro. Allenare i calci di rigore è davvero possibile? Per alcuni sì, per altri il solo pensiero è blasfemia. Del resto, quando in partita – specialmente se decisiva – ci si trova davanti al dischetto, intervengono aspetti psicologici ben difficilmente replicabili in allenamento. Chiedere a Didier Deschamps: con la sua Francia sconfitto ai rigori dall'Argentina nella finale del Mondiale 2022, aveva così risposto a chi aveva osato polemizzare sulla preparazione: «Lo trovo (parlare di preparazione ai rigori, ndr) inopportuno e direi addirittura irrispettoso. È impossibile ricreare un vero rigore a livello psicologico».

Vero o no, qualcosa si può fare per migliorare altri aspetti che non riguardino strettamente lo stress e la sua gestione. Ne sono sicuri, appunto, all'UniFr, dove un gruppo di ricerca ha sviluppato una tecnologia per migliorare, sensibilmente e rapidamente, le prestazioni dei giocatori dal dischetto.

I risultati, spiega un articolo pubblicato a inizio anno sulla rivista scientifica The Innovation e recentemente citato dall'Economist, sono sorprendenti e ricercatore hanno dimostrato che bastano dieci sessioni di 20 calci di rigore ciascuna per aumentare del 35% le probabilità che giovani calciatori di livello internazionale segnino un rigore.

Questione di tempo

L'allenamento in realtà virtuale ideato nella Svizzera romanda si basa tutto sul tempo. Secondo lo studio, se il giocatore tira verso un lato della porta, il portiere deve iniziare a muoversi, mediamente, almeno 300 millisecondi prima del contatto con il pallone per avere la possibilità di bloccare il calcio. E in effetti, i portieri professionisti anticipano il tuffo verso un lato della porta in circa il 95% dei calci di rigore.

Solitamente, un giocatore sceglie in anticipo un lato verso il quale tirare, ma questo piano è soggetto a modifiche a seconda dei movimenti del portiere. Una strategia, questa, adottata dal 75% dei rigoristi professionisti, ma la cui applicabilità non è sempre evidente. Ciò che distingue un bravo rigorista da uno mediocre, allora, sta nella capacità di «attendere» il tuffo del portiere per calciare nella direzione opposta, il lato aperto della porta. E tutto sta nel saper massimizzare quei 300 millisecondi di vantaggio. I circuiti sensomotori alla base del reindirizzamento del calcio, richiedono tempo per elaborare le informazioni visive relative al portiere e per modificare il piano motorio iniziale. In altre parole, spiega la ricerca, il reindirizzamento del calcio di rigore è possibile solo se c'è abbastanza tempo prima del contatto piede-palla.

Lavorando con i giocatori delle squadre under 18 di Lucerna e Basilea, i ricercatori hanno provato che i tempi necessari per compiere questo reindirizzamento possono essere ridotti, di tanto e rapidamente. Fatta indossare ai rigoristi una cuffia che proiettava l'avatar di un portiere al centro di una porta reale, a ciascun giocatore è stato chiesto di calciare un pallone vero verso uno o l'altro lato della porta, ma di cambiare se il portiere simulato si muoveva in quella direzione. I tempi di reazione registrati inizialmente dai giovani si aggiravano attorno ai 429,02 millisecondi. Ma dopo le citate dieci sessioni, il tempo necessario per cambiare decisione e reindirizzare il tiro si era già ridotto a 309,08 millisecondi. Uno scarto di 120 ms che, dal vero dischetto, potrebbe fare la differenza.

Intervistato dall'Economist, il neurologo dell'università svizzera si è detto pronto ad aiutare tutte le squadre che ne faranno richiesta: bastano cuffie e un computer portatile per ricostruire il simulatore. Che qualcuno ne abbia già fatto uso?

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