Tether entra nel CdA della Juventus, ma Elkann mette le mani avanti: «Non vendiamo quote»

«Tether entra nel consiglio di amministrazione della Juventus». La notizia è di ieri quando, durante l'assemblea degli azionisti, il gruppo ha ottenuto l’elezione di un suo candidato (Francesco Garino) nel board del club di cui è secondo azionista con l’11,5% dietro la holding Exor degli Agnelli-Elkann. Garino sarà uno dei nove membri del board della Juventus che continuerà a essere presieduto da Gianluca Ferrero e in cui siederanno, fra gli altri, Antonio Bellini (Lvmh), Guido de Boer (direttore finanziario di Exor) e Damien Comolli. Quest’ultimo sarà il nuovo amministratore delegato della Juventus, subentrando a Maurizio Scanavino.
Nel corso dell'assemblea degli azionisti, è stato approvato il bilancio al 30 giugno 2025, che ha chiuso con una perdita di 58 milioni. Concessa pure agli amministratori la delega a varare un aumento di capitale fino a 110 milioni, che sarà realizzato all'inizio del 2026.
Dopo esser entrata nel capitale della Juventus, Tether ha avviato una campagna da azionista «attivista», chiedendo di poter entrare nel board e di poter partecipare al nuovo aumento di capitale del club. Paolo Ardoino, ceo del gruppo, ha poi più volte dichiarato il suo desiderio di acquistare la società, di cui sia lui sia il fondatore di Tether, Giancarlo Devasini, sono tifosi. Ha pure tuttavia sempre chiarito che per comprare serve un venditore e Exor non si è mai mostrata intenzionata a cedere il controllo della Juventus.
Ci ha pensato il ceo John Elkann a chiarirlo, ancora una volta, in dichiarazioni rilasciate in concomitanza con i lavori.
Le dichiarazioni di Elkann
«Restiamo pienamente impegnati con la Juventus e siamo orgogliosi di esserne l’azionista di controllo da oltre un secolo», ha detto Elkann, aggiungendo: «Siamo, e siamo sempre stati, aperti a idee costruttive da parte di tutti gli stakeholder che condividono la nostra ambizione e la nostra passione per il club. Sosteniamo il nuovo consiglio di amministrazione e il nuovo management team. La nostra priorità resta quella di coniugare risultati sportivi solidi con disciplina finanziaria».
La Gazzetta aggiunge qualche dettaglio: Tether ha chiesto di aver accesso a due posti nel CdA, anziché all’unico previsto dallo statuto per la lista di minoranza. Tale richiesta, come quella di anticipare la discussione sull’aumento di capitale e di prevedere per esso il diritto d’opzione, è stata bocciata. Messe ai voti, le varie proposte di Tether hanno raccolto al massimo l’8% dei voti favorevoli: considerato che i diritti di voto della società di criptovalute equivalgono al 7%, Tether ha raccolto l’adesione di circa l’1% degli altri soci di minoranza. «La dichiarazione è suonata come un avviso ai naviganti – scrive Gazzetta –. La famiglia Agnelli non ha alcuna intenzione di vendere le proprie quote, resta pienamente impegnata con la Juventus».
Anche Tether ha rilasciato una nota dopo l'assemblea: «Il risultato odierno evidenzia le sfide in corso nell'attuale struttura di governance del club e la sua riluttanza a interagire in modo trasparente con i tifosi e gli azionisti di minoranza». Tether «ha costantemente sostenuto una governance più forte, con maggiore responsabilità e un impegno più trasparente con gli azionisti di minoranza. Tether non vede l'ora di lavorare in modo costruttivo con il consiglio d'amministrazione per contribuire a garantire che la Juventus prosperi sia dentro che fuori dal campo. Insieme, puntiamo a Make Juventus Great Again».
