Tra Sanremo e San Valentino

Ciao «compañeros», eccoci tornati ad animarvi - si spera - i lunedì con le nostre storie pallonare nostrane. È terminato da poco Sanremo. È passato da qualche giorno San Valentino. E finalmente domani tornerà la Champions League. Non me ne voglia Amadeus e non me ne vogliano le vostre ragazze. Ah, in queste righe, nonostante si parli anche di donne, non c’è sessismo (si scherza!). Non vorrei fare la fine del citato presentatore. O forse, visto il successo del Festival in termini di ascolti, mi andrebbe anche bene; fossi letto da più della metà delle persone che popolano questo Cantone...
Per fortuna, e dico per fortuna, la kermesse musicale italiana non coincideva con gli ottavi di finale della coppa dalle grandi orecchie. Avete potuto - o forse è più corretto dire dovuto - sorbirvi Achille Lauro che si toglie la vestaglia come Lukaku dopo un gol, Bugo che scappa imprendibile manco fosse Leo Messi ed Elettra Lamborghini che ha cantato mostrando una capacità vocale pari a quella di Simone Inzaghi nelle conferenze stampa dopo le partite. Ma tant’è, sacrificio fatto e bonus acquisito per questa settimana: pizza, birra e tivvù monopolizzata. O, ancora meglio, uscita con gli amici al pub. Quando i due eventi combaciano, invece, è un disastro. Una costellazione stellare negativa che ha distrutto più coppie dei «like» ad altre ragazze su Instagram in tempi moderni o dei postini dell’era prima di internet.
Ma parliamo di San Valentino. Così, dal nulla, a metà febbraio. Festa del consumismo, ma se non portate la vostra dolce metà fuori a cena quel giorno rischiate di fare la fine di Mauro Icardi, con la vostra compagna in versione Beppe Marotta che vi accompagnerà alla porta. Il problema, però, è quando la data cade in settimana, come quest’anno. Ovvero, invece di avere davanti a voi una romantica candela, vi troverete dei «cinesini» messi dal vostro allenatore per un esercizio. Lei, il vostro amore, dovrà aspettare la fine dell’allenamento o dell’amichevole, e, statene certi, ve la farà pagare. Magari non subito, ma ve la farà pagare a caro prezzo.
Per celebrare questo articolo, il primo del 2020, ci aggiungo una colonna sonora. Dopo aver citato Beatles, Rolling Stones, Oasis, Bob Marley e altri top, ecco Francesco Gabbani. Lo so, il paragone stride un po’, come se stessimo parlando di cross perfetti, di Dani Alves, Jordi Alba e Alexander-Arnold e poi mettessimo nella stessa frase Lavanchy del Lugano. «Il complesso meccanismo che governa l’armonia del nostro amore. Basterebbe solamente dire senza starci troppo a ragionare. Che sei tu che mi fai stare bene quando io sto male...». Parla di calcio, vero?