«Un universo sconosciuto dentro uno spogliatoio»

Entrare nelle zone segrete del calcio: questo l’obiettivo del film «Football inside» diretto da Michele Cirigliano. Oggi il documentario esce nelle sale dei cinema ticinesi e noi abbiamo fatto due chiacchiere con il regista Un film sul mondo del pallone e in cui il pallone non compare mai. Non si assiste a nessun’azione calcistica. Il focus è totalmente su ciò che sta dietro, o dentro, questo mondo: le gioie, i dolori, le frustrazioni, le soddisfazioni. Tutte le emozioni che il campo regala sono trasmesse allo spettatore tramite le voci dei protagonisti. Professionisti e calciatrici, juniores e senior - coi rispettivi allenatori - di diverse squadre di calcio svizzere ci raccontano la loro storia dall’interno delle mura di uno spogliatoio.
Trent’anni col pallone
In uno dei club ripresi nel documentario, ha giocato anche il regista Cirigliano. L’amore per il calcio è uno dei motivi che l’ha portato ad intraprendere questo viaggio cinematografico. «A 5 anni ho iniziato a giocare nel FC Blue Stars e da lì in poi il calcio mi ha accompagnato fino ai 35 anni. Ero un bambino molto timido e sentivo tanto la pressione prepartita, ma mi è sempre piaciuta l’atmosfera che si creava nello spogliatoio. L’idea alla base di questo film mi frullava dunque in testa da diverso tempo. Volevo dimostrare che il calcio giocato non inizia e finisce sul campo, ma nello spogliatoio. Piangere, ridere, gridare, scherzare. Queste emozioni si vedono fuori dal campo, in uno spazio più intimo dove abbiamo avuto la possibilità di entrare». Cirigliano è riuscito nel suo intento, quello di mostrare una trasformazione. Delle persone comuni entrano in uno spogliatoio, indossano una divisa, e diventano qualcun altro, come fanno i supereroi. Avendo giocato a calcio per tanti anni, il regista conosceva già molto di quello che avrebbe ripreso. La novità è per lui consistita nell’approcciarsi con la realtà femminile. «Pur avendo filmato meno rispetto alle altre squadre, ho potuto percepire molto impegno e passione tra le ragazze, nonostante non siano delle professioniste pur giocando nella categoria svizzera più alta. Sono contento di aver potuto documentare la loro realtà, anche perché credo che il calcio femminile non sia ancora arrivato là dove potrebbe essere».
Tecnica e umanità
Il prodotto finale appare allo spettatore come una miscela di sensazioni legate al mondo del pallone. Tuttavia, riuscire a renderle non è stato sempre un compito facile, come ci spiega l’ideatore del lungometraggio. «A livello tecnico abbiamo avuto qualche complicazione, soprattutto agli inizi. Lo spogliatoio è uno spazio piuttosto piccolo e noi cercavamo sia di non riprenderci a vicenda, sia di non infastidire le squadre. All’aspetto tecnico si è poi aggiunto quello umano. Eravamo consapevoli di entrare in ambiente intimo, dove le persone si spogliano e parlano dei loro aspetti privati; ci siamo dunque imposti di essere i più discreti possibili. Questi luoghi sono delle catacombe calcistiche da cui nulla deve uscire. I club in questo senso ci hanno dato fiducia. E per noi è stato importante rispettarla».
Chi è in qualsiasi modo in contatto con il mondo del calcio potrà forse ritrovarsi nel lungometraggio. Chi invece è estraneo a questa realtà, potrà conoscerla da una prospettiva nuova, diversa e finora un po’ nascosta. Non servono particolari basi nozionistiche di questo sport per orientarsi tra i meandri del documentario, basta seguire il flusso delle immagini e delle parole fuoricampo dei protagonisti che raccontano il loro rapporto con il pallone. «Ho pensato il film proprio in questa prospettiva: volevo che anche coloro che non amano il calcio potessero vedere qualcosa di nuovo e provare sensazioni in cui rispecchiarsi. Abbiamo, per esempio, assistito e ripreso anche momenti di paura e insicurezza: in queste emozioni chiunque può ritrovarsi».
Una realtà intima
Mostrare un universo sconosciuto in cui riconoscersi. Era questo lo scopo che il film di Michele Cirigliano voleva raggiungere. Si può dire che l’obiettivo sia stato centrato. Il documentario imposta le premesse per sembrare un lungometraggio fruibile superficialmente in cui viene mostrata una realtà come quella dello spogliatoio. Invece si tratta di un film che parte da una realtà intima e sconosciuta ai più, per arrivare a coinvolgere lo spettatore in un mondo che va nelle quattro mura dove si infilano i calzoncini.
Nelle sale dei cinema ticinesi
Cosa vuol dire far parte di un club? Cosa significa cimentarsi con altre persone e diventare parte di un gruppo? Michele Cirigliano ritiene che queste siano domande che tutti ci poniamo nella vita. «Io ho cercato di farle trasparire tramite un qualcosa di quasi assurdo nell’intimità di uno spogliatoio di una squadra di calcio», ha detto il regista del film «Football Inside», che domani esce nelle sale dei cinema ticinesi.