Una sconfitta umiliante: così non si può continuare

I remake, si dice, sono sempre peggiori dei film originali. Ne abbiamo un’ennesima conferma. Era francamente difficile aspettarsi un epilogo più amaro, rispetto all’eliminazione patita lo scorso marzo contro lo Celje. E, invece, è andata ben peggio. A Thun, infatti, è andato in scena un film horror. Cinque, dicasi cinque, gli schiaffi subiti. E arrivati, peraltro, dopo una partita in cui di sberle ne avevi ricevute quattro. Il Lugano di Mattia Croci-Torti è al tappeto e per rialzarsi, ora, servirà qualcosa di speciale.
«In evidente difficoltà fisica»
Sull’incontro, in fondo, c’è ben poco da dire. Il Lugano, in sostanza, è andato vicinissimo al gol all’inizio di entrambe le frazioni di gioco. Nel primo tempo con Bislimi, che non ha angolato a sufficienza la sua conclusione, nella ripresa con Doumbia, che ha colpito la traversa. Per il resto, poi, è stato un monologo dello Celje. «Dopo il primo gol - ha ammesso Croci-Torti - ogni loro ripartenza si tramutava in un’occasione da rete. Abbiamo perso, sistematicamente, ogni duello. È stata una partita completamente condizionata dall’energia in campo, noi non abbiamo avuto la forza». È un Lugano, questo, brutto, stanco e fragile. «Siamo evidentemente in difficoltà dal punto di vista fisico. Rispetto a quando abbiamo affrontato questa competizione l’anno scorso - ha detto il Crus - ci sono sei giocatori in meno nella rosa. Purtroppo, poi, oggi abbiamo perso anche Zanotti e Belhadj. Ci mancano tanti uomini e sin qui, in stagione, non sono riuscito a ruotarli. Giocare ogni tre giorni comporta tanta fatica, mentale e fisica».
Un calciatore, forse, il tecnico momò potrebbe averlo ritrovato. Parliamo di Hajdari, che contro gli sloveni ha disputato la prima sfida stagionale. «La società mi ha parlato tranquillamente, le dinamiche di mercato non sono andate come era previsto. Era a mia disposizione e - considerando le assenze - l’ho impiegato. Non avrei voluto farlo giocare, oggi non ha colpe».
«Ho sbagliato con Belhadj»
Croci-Torti è da considerarsi in discussione? «I dirigenti devono prendere le giuste decisioni - ha risposto il mister - io faccio l’allenatore e provo a trovare delle soluzioni. Io sono l’ultimo a pensare di abbondare una barca, che ora però sta traballando». Nessuno, sul campo, ha però dato l’impressione di voler battagliare. «Non è che non commettono dei falli perché non mi seguono più, non li fanno perché non hanno l’energia. Per quanto riguarda Steffen - e la presunta lite, ndr. - non l’ho convocato perché non era al 100%. Per giocare queste partite bisogna stare al meglio, Belhadj ne è un esempio. Da infortunato ha commesso un’ingenuità pesante, nata da una mia scelta sbagliata. Mi sono fidato di lui, ma avrei dovuto toglierlo».