Una sfida contro l'ignoto

Ginevra porterà ancora fortuna alla nazionale svizzera? In sette partite di qualificazione ad un Europeo o ad un Mondiale giocate dal 2003 ad oggi allo stade de Genève, i rossocrociati hanno infatti sempre vinto. Se questa serie dovesse continuare, contro la Svezia, allora la squadra di Murat Yakin staccherebbe il proprio biglietto per il Mondiale americano. «Siamo ad un passo dalla qualificazione e vogliamo finire ciò che abbiamo iniziato», - ha assicurato Breel Embolo -. «Sappiamo di poter fare qualcosa di grande e non vediamo l’ora di scendere in campo», - ha aggiunto dal canto suo il tecnico rossocrociato. Per essere certa di partecipare alla prossima Coppa del Mondo già alla fine della penultima partita del girone di qualificazione, la Svizzera dovrà fare un miglior risultato del Kosovo, impegnato nello stesso tempo a Lubiana contro la Slovenia, terza e costretta a vincere. Potrebbe dunque bastare anche un pareggio alla squadra di Yakin per centrare la matematica qualifica. «Verremo probabilmente a conoscere il risultato di Slovenia-Kosovo a metà tempo, ma la nostra concentrazione è e rimarrà al 100% sulla nostra partita contro la Svezia», ha assicurato il tecnico elvetico.
L’incognita svedese
Il precedente tra Svezia e Svizzera del 10 di ottobre scorso - una vittoria con gol di Xhaka e Manzambi - parla chiaramente a favore dei rossocrociati. Al momento della partita di ritorno, però, avere certezze è tutt’altro che scontato, visto il contesto agitato in casa scandinava. Sulla panchina svedese siederà infatti per la prima volta l’ex-Chelsea Graham Potter, licenziato di recente dal West Ham e venuto a prendere il posto di Jon Dahl Tomasson, sotto gli ordini del quale la Svezia non ha decollato dall’ultimo posto del gruppo B. «Può essere che ci sia una certa euforia da parte loro, visto il cambio di allenatore, - ha ipotizzato Yakin -. Pensiamo in ogni caso a fare la nostra partita, e sappiamo di volere essere dominanti, soprattutto in casa. Siamo abbastanza bravi ad adattarci all’avversario che scenderà in campo di fronte a noi». Breel Embolo ha completato quanto detto dal proprio allenatore, mostrando grande rispetto per una squadra ancora in corsa per il Mondiale grazie ad uno spareggio staccato via la Nations League: «È una grande nazione di calcio che ha grandi giocatori come Isak, Elanga…, - ha sottolineato il centravanti del Rennes -. Rimane una squadra capace di far male a qualsiasi avversario, viste le loro qualità. Avranno sicuramente anche voglia di dare qualcosa al proprio popolo visti gli ultimi risultati ottenuti».
Solidi senza Freuler
In casa Svizzera, invece, i risultati ottenuti da settembre a questa parte sono stati ampiamente soddisfacenti, per non dire al disopra delle aspettative. Oltre ad ottenere dieci punti su dodici, Embolo e compagni non hanno inoltre ancora subito una sola rete. Una statistica che può essere spiegata dall’impegno di tutta la squadra, attaccanti in primis, in fase di non possesso. Il numero 7 della Svizzera ha d’altronde risposto con una certa soddisfazione ad una domanda sul proprio lavoro sporco svolto in fase difensiva. «Si sente spesso dire che l’attaccante dev’essere il primo difensore, ed è un principio nel quale mi ritrovo. Non mi sono mai giudicato rispetto ai gol segnati, ma badando a ciò che posso portare alla squadra, che sia in fase offensiva o difensiva. Circa un anno fa, in Nations League, subivano tante, troppe reti. Abbiamo analizzato tutto ciò e ora le cose vanno decisamente meglio». In questo senso, la Svizzera dovrà anche sperare che l’assenza dell’infortunato Remo Freuler non sposti troppo gli equilibri. «Abbiamo tante opzioni in questa posizione, che ho avuto modo di provare in questi ultimi giorni», ha assicurato Yakin, menzionando i vari Aebischer, Sohm, Sow e Manzambi, ma senza svelare le proprie carte. La speranza, allora, è che lo stade de Genève continui a portare buono alla Svizzera, così da non doversi giocare la propria qualifica in uno temibile scontro diretto, martedì prossimo a Pristina.