«Voglio aiutare i giovani»

ARBEDO - Kubilay Türkyılmaz per il calcio regionale è un eroe. Da Semine e nel Semine è partito per conquistare il mondo. Dai campetti spulciati e pieni di buche al vecchio Wembley. Un sogno, forse impossibile da realizzare ai giorni nostri. Oggi è, tra le altre cose, un rispettabile opinionista, ma forse non tutti sanno che recentemente è tornato con un ruolo attivo nel calcio, quello di direttore sportivo dell’Arbedo, compagine ambiziosa che milita in Seconda Lega. «Voglio aiutare i ragazzi della regione nel loro percorso di crescita». Lo abbiamo incontrato per parlare del suo nuovo ruolo, di futuro e di una carriera, la sua, costellata da grandi soddisfazioni e momenti indimenticabili.
Come mai ha deciso di accettare questa sfida?
«Il mio scopo è quello di aiutare i ragazzi della regione. Ad Arbedo ci sono giovani che dopo la formazione non sono riusciti a trovare spazio nelle migliori squadre del Cantone. Vogliamo dare loro le giuste possibilità e aiutarli a crescere. A loro mettiamo a disposizione le nostre competenze, una struttura di livello e il massimo impegno per farli sognare».
Il 2019 per l’Arbedo non è iniziato benissimo. Quali sono i vostri obiettivi?
«Non abbiamo l’esigenza di vincere a tutti i costi. Siamo ambiziosi, una promozione ci farebbe piacere, ma non è una nostra esigenza. In squadra abbiamo tanti giovani e prima di tutto puntiamo sulla loro crescita. Vogliamo offrire strutture di livello - per questo la volontà è quella di ristrutturare il nostro centro sportivo - e mettere nelle migliori condizioni i nostri ragazzi. Fare in modo che vengano al campo felici e con il piacere di crescere».
La promozione, però, non è una chimera: secondo indiscrezioni sembrerebbe che il Balerna, attuale capolista, rinuncerebbe alla Seconda Inter. L’Arbedo cosa farebbe?
«Come detto siamo ambiziosi, dunque abbracceremmo volentieri il salto di categoria, ma non abbiamo fretta».
Il suo, per il calcio regionale, è un caso emblematico. Oggi è ancora possibile «far carriera» partendo dai campetti di casa nostra?
«Mi auguro di sì ed è lo scopo dell’Arbedo. Non vogliamo perdere quei ragazzi che per un motivo o per un altro non riescono subito a ottenere grandi traguardi. Io ho avuto bisogno di un po’ più di tempo, forse anche oggi ci sono dei ragazzi che necessitano di essere aspettati. È il nostro obiettivo e ci rivolgiamo anche a loro. La nostra è una strategia a favore dei ragazzi».
La rete a Wembley è il suo ricordo più bello?
«Sicuramente è un momento che non dimenticherò mai, il sogno del Kubi bambino che giocava nei posteggi e calciava contro i garage». Ma ho tanti attimi che custodisco gelosamente nel cassetto dei bei ricordi. Tutte le prime volte: la prima segnatura nel Bellinzona, l’esordio in Nazionale, il primo gol. Ma pure le reti a Manchester e a Barcellona».
Quale giocatore contemporaneo assomiglia a Kubilay Türkyılmaz?
«Non è facile rispondere, ma mi rivedo un po’ in Luis Suarez per il suo modo di interpretare il calcio».
C’è una squadra che segue con particolare piacere?
«La Nazionale, e le dico di più, mi piacerebbe giocare nella Svizzera di oggi. In campo c’è grandissimo talento, tanti giovani interessantissimi e con loro avrei fatto molti più gol di quelli che ho realizzato nei miei anni».
Nella pagina seguente abbiamo intervistato un altro grande bomber. C’è una qualità che avrebbe voluto «rubare» a Maurizio Ganz?
«Probabilmente lui di me direbbe la velocità, lui era lentissimo (ride, ndr). Assolutamente la sua determinazione e la sua costanza. Ha avuto il merito di imporsi in squadre in cui c’erano grandissimi campioni e di essere sempre decisivo, lasciando il segno ovunque».