Contromano

Carlos Sainz, ribellione e riscatto

Secondo a Monza in un weekend esaltante, il pilota spagnolo della Ferrari è uscito dall'ombra del compagno Charles Leclerc
Pino Allievi
Pino Allievi
04.09.2023 17:40

Qualcuno sapeva, in Ferrari, che Carlos Sainz era così forte? Crediamo di no. La reputazione del pilota spagnolo, all’interno di Maranello, sino a pochi giorni fa era quella di un onesto rincalzo di Leclerc, molto educato, molto corretto, molto servizievole. Conseguenza, anche, del fatto che Sainz fosse stato ingaggiato da Mattia Binotto, ossia da un volto uscito di scena per far posto a Frederic Vasseur, una specie di secondo padre di Charles Leclerc, perché lo conosce sin da quando era bambino e lo ha valorizzato nel salto in F1 con la Sauber. Ovviamente la politica della Ferrari è sempre stata quella di dichiarare che non ci sono prime o secondo guide ma, di fatto, quest’anno si è percepita una certa inclinazione a favore di Leclerc, non tanto come migliore equipaggiamento tecnico – ci mancherebbe – quanto come scelte nelle strategie e nei comportamenti in frangenti critici. Cose che feriscono e che Sainz ha immediatamente interiorizzato, con un certo disappunto mai manifestato pubblicamente. Capita, quando in squadra c’è una star che la Ferrari ha definito un caposaldo del proprio futuro, decretandone una leadership peraltro giustificata, visto che Leclerc è un pilota velocissimo e, sino a prova contraria, è stato il solo in questi anni a saper battere Max Verstappen, nelle rare occasioni in cui ha gareggiato a parità di macchina. A Leclerc sono stati perdonati errori e incidenti, mentre quando è toccato a Sainz sbagliare c’è stata, in modo palpabile, una minore tolleranza. Una situazione imbarazzante, difficile da sbloccare e ancora più complicata da ribaltare, anche se Carlos nell’ambiente ha sempre goduto di ottima reputazione.

Serviva il gesto di ribellione, un riscatto pubblico. Quale palcoscenico migliore di Monza? Detto e fatto. Sabato Sainz ha ottenuto la pole battendo Verstappen. E domenica ha disputato una gara eccezionale, tenendosi Verstappen alle spalle per 14 passaggi, nel corso dei quali ha respinto in un modo insospettabilmente deciso e perentorio tutti gli attacchi dell’olandese. Poi ha lottato come un leone con Perez e infine è arrivato il confronto diretto con Leclerc: stessa macchina, niente ordini, il terzo gradino del podio in palio. Uno show condito di staccate al limite, uscite di pista, funambolismi per tenere in strada le macchine. E Sainz ha avuto la meglio con bravura, carattere, sangue freddo. Tanto che, a questo punto, la Ferrari ha scoperto di avere in squadra un altro fenomeno (o quasi), meritevole dello stesso rispetto e delle stesse attenzioni di Leclerc. Una piacevole sorpresa che stride con una situazione tecnica che resta difficile: Monza, si sapeva, ha le caratteristiche ideali per far volare la SF23 mentre i prossimi circuiti da alto carico aerodinamico (cominciando da Singapore tra due domeniche) paventano un prosieguo di difficoltà e sofferenze. Nonostante ciò, la Ferrari proverà quanto meno a conquistare punti preziosi per riprendersi il secondo posto tra i costruttori, impresa possibile a patto di migliorare la macchina: sempre che si arrivi a capire perché le simulazioni super-ottimistiche che si fanno a Maranello non si tramutano mai in prestazioni di rilievo sulle piste. Il vero problema è questo, che si traduce in instabilità aerodinamica, scarsa tenuta di strada, consumo delle gomme.

Raggiungere la Red Bull, per la Ferrari, oggi appare una chimera. Troppo il divario, troppi i settori della macchina da sistemare e troppi i dipartimenti tecnici interni da implementare con immissioni di personale che porti idee e conoscenze. Ma intanto è stato bellissimo che a Monza siano tornati i sorrisi del pubblico, le urla di gioia dei tifosi, lo sventolare di bandiere del Cavallino. Stereotipi di un passato purtroppo lontano eppure vicinissimo nel comune sentire della gente e nella passione che scorre silenziosa nelle vene: magie che solo la Ferrari sa creare e mantenere, anche se non vince.

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