In corner

Caro FC Lugano, così però il mercato ha poco senso

La finestra invernale si è chiusa nelle scorse ore - E, a consuntivo, le operazioni in casa bianconera fanno a pugni con la coerenza
©CdT/Gabriele Putzu
Massimo Solari
16.02.2024 20:00

Il siparietto, allo scalo di Agno, rischierebbe di trasformarsi in un flop. Vuoi per l’addio ai voli di linea, vuoi per il traffico passeggeri ridotto ai privati. Ai tifosi del Lugano, tuttavia, la tentazione di imitare quanto avvenuto a Malaga la scorsa estate potrebbe anche venire. Frustrati per la totale passività della proprietà sul mercato, i sostenitori del club andaluso si erano presi la rivincita con una messinscena poi divenuta virale sul web. Ricordate? Muniti di sciarpe, megafoni e striscioni di benvenuto, i diretti interessati si radunavano all’aeroporto e accoglievano dei perfetti sconosciuti come fossero nuovi acquisti. Con tanto di cori, autografi e selfie. Geniale.

Le simpatiche vicissitudini della società spagnola ci sono tornate alla mente nelle scorse ore. Soppesando le operazioni - in entrata e in uscita - dell’FC Lugano. Il riferimento ai tifosi del Malaga è volutamente provocatorio. Oddio, sino a un certo punto. Allo staff tecnico bianconero, dopo la partenza di Allan Arigoni, era stato promesso un nuovo terzino destro. «Perché non possiamo certo pensare di affrontare i prossimi mesi con il solo Espinoza sulla fascia destra». Parole chiare, inequivocabili, pronunciate dal direttore sportivo Carlos Da Silva in un’intervista rilasciata a laRegione. In extremis è invece arrivato un attaccante, Kacper Przybylko. Oh, uno che di gol se ne intende pure. Uno che avrebbe quindi fatto comodo a fine agosto, all’alba della fase a gironi di Conference League, non a ridosso della primavera, quando la logica suggerirebbe di valorizzare i propri pezzi da novanta: Celar e Vladi.

Il Ticino come parcheggio per gli (esosi) esuberi di Chicago? L’immagine è forte. Ma tratteggiarla è quasi inevitabile. Figuriamoci se nelle prossime ore dovesse sbloccarsi anche il dossier di Justin Reynolds, altro prodotto dei Fire pronto a essere girato al Lugano a mo’ di zuccherino finale. Della serie: «Terzino è terzino, ha 19 anni, non ha mai giocato in MLS, ma magari funziona». Certo, Aliseda ha funzionato. Al netto delle abilità nel gestire singoli e spogliatoio, a Mattia Croci-Torti non si può tuttavia solo chiedere di riuscire laddove altri hanno fallito. Che la proprietà Mansueto voglia mettere al primo posto i Fire è lecito. Anzi, è più che comprensibile. Ma se a inizio stagione si gonfia il petto e si annuncia urbi et orbi che l’obiettivo è battersi con le migliori - in Svizzera e in Europa -, beh allora serve anche un minimo di coerenza sul mercato. Che è rischio, scommessa, persino spesa. Non uno specchietto per le allodole da consegnare nelle mani di chi - stringi stringi - ha scarsa voce in capitolo.

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