Basket

C'è solo la SAM, dall'inizio alla fine

Gara-3 di semifinale alla Riveraine di Neuchâtel è stata un monologo massagnese - La squadra di Gubitosa è stata solida in difesa e concreta in attacco
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Mattia Meier
21.04.2024 21:00

Questa volta la SAM ha spinto dall’inizio alla fine. Nessun approccio «soft», nessun finale da brividi. Gara-3 è stata un monologo massagnese, una prova di forza più che necessaria dopo la débâcle di martedì, che riporta i ticinesi in testa alla serie (2-1) e mette sulla loro racchetta il «match ball» per volare in finale già dopodomani. La Spinelli ha confermato di essere assolutamente padrona del suo destino in questa semifinale: la superiorità tecnica, fisica e di esperienza sul Neuchâtel è apparsa ancora una volta importante, come già nei precedenti episodi. Stavolta, però, lo si è visto su tutto l’arco del match, tanto che ai romandi non sono rimaste che le briciole. Oltre alla speranza che tra due giorni la Spinelli assomigli a quella di gara-2. Perché contro la SAM Massagno vista oggi, all’Union servirà tirare fuori il meglio di sé, e anche qualcosa in più.

Riveraine silente

La squadra di Robbi Gubitosa ci mette poco ad ammutolire la caldissima Riveraine: subito sul pezzo sin dalla palla a due, difesa «cattiva» e attacco tremendamente concreto. Il primo break lo sigla Martino, 7 punti per il 13-6 dei suoi, già al doppiaggio pochi minuti più tardi (21-10 all’8’) tramite le mani di Dusan Mladjan e Williams. Il Neuchâtel non c’è, trasparente come il suo playmaker West, sbatte a destra e a manca contro la difesa avversaria (3 su 17 nel primo quarto), sprofonda a -16 (16-32 al 14’) e se non collassa è grazie ai rimbalzi offensivi (10 nei primi 20’). Ma anche quando trova un buon momento (23-33 al 16’), la risposta ticinese è di grande presenza, con Martino (100% al tiro per lui) a ridare fiducia in attacco, e ancora la metà campo difensiva, che lascia ai padroni di casa solo le preghiere di Schommer e poi di Ancrum sulla sirena di metà partita. Fiochi bagliori spenti subito dai 7 punti con cui la SAM trova il massimo vantaggio in un amen ad inizio ripresa (51-32 al 22’), mentre l’Union annaspa sempre più e vede precipitare le sue percentuali, rimanendo per oltre 5 minuti senza punti (32-58 al 28’). La pietra tombale della sua partita, da lì fattasi sostanzialmente un lungo attendere la sirena finale, con Schommer ultimo dei suoi a gettare la spugna.

Esercizio di maturità

Proprio i 15 punti dell’ala neocastellana, oggi miglior realizzatore dell’Union, sono una buona immagine del lavoro effettuato dalla SAM. «Che ci battano gli altri», aveva detto Gubitosa, riferendosi soprattutto agli americani avversari. Oggi, a parte Schommer (nel finale), non ci è riuscito nessuno. Ancrum è rimasto a secco nella ripresa, West e Maquiesse hanno costeggiato il match, invisibili, Moten e Robertson hanno litigato, avendo la peggio, con Clanton, Ballard, Marko Mladjan e i falli. Così, quando coach Trivunovic ha dovuto buttare in campo le seconde linee, la Spinelli le ha regolarmente attaccate, esponendone i limiti e sfruttando e capitalizzando in questo modo la sua superiorità. Un buon esercizio di maturità e cinismo. Oltre a questo, la SAM ha alzato il suo muro difensivo, sempre scomodo per gli avversari, usciti con il 33% dal campo (22 su 66, 4 su 18 da 3) e 10 palle perse con 6 stoppate sul groppone. Qualità non nuove in collina, cui sarebbe utile dare continuità in gara-4, per chiudere la serie ed evitare una sempre complicata «bella».

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