Calcio

«Chi vince tra Germania e Spagna alzerà la coppa a Berlino»

Ulrich «Uli» Stielike - leggenda del calcio tedesco ed ex ct della Svizzera - ha le idee chiare sull'Europeo: «La Svizzera è favorita contro gli inglesi»
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05.07.2024 06:00

Il 2 luglio 1982, Spagna e Germania si giocavano l’accesso alle semifinali davanti a un Santiago Barnabeu gremito di 90 mila spettatori. Al triplice fischio, a piangere furono i padroni di casa, battuti per 2-1 ed eliminati. Erano i Mondiali. Quelli tanto cari all’Italia e a Paolo Rossi, che sconfissero in finale proprio Rummenigge e compagni. Tra poche ore, la situazione potrebbe ripresentarsi a parti invertite, con i tedeschi e gli spagnoli che si daranno battaglia davanti al pubblico di Stoccarda. Ma ce la faranno le Furie Rosse a restituire lo smacco dell’82 alla Mannschaft? «Può senz’altro essere il caso. Si tratta di due formazioni con una struttura simile. Per quanto visto fin qui, tuttavia, la Spagna sembra avere qualcosina in più e affronterà l’incontro da favorita». A parlare è Ulrich Stielike, allenatore della nazionale svizzera a cavallo del 1990. Lui, leggenda del calcio tedesco, era in campo in quel 2 luglio. Disputò tutti i novanta minuti, davanti al «suo» pubblico. Suo perché durante l’anno, al Barnabeu, difendeva i colori del Real Madrid, con il quale rimase per otto stagioni. Insomma, uno che il calcio spagnolo e tedesco li conosce discretamente bene.

Finale anticipata?

La nazionale di «Uli», però, resta la Germania. «Il nostro Europeo è stato buono. Va anche detto che la fortuna ci ha accompagnato. Mi riferisco ad esempio alla partita degli ottavi di finale. Il gol del potenziale vantaggio danese di Andersen è stato annullato per una questione di millimetri. E il fallo di mano fischiato ancora al numero due, dal quale è nata la rete di Kai Havertz su rigore, poteva essere interpretato diversamente. Nella fase a gruppi, i ragazzi di Julian Nagelsmann hanno comunque mostrato di poter andare fino in fondo in questo torneo». Sulla loro strada troveranno, come detto, la Spagna. La Roja fin qui è l’unica squadra ad aver vinto tutte le partite disputate, impressionando gli addetti ai lavori. E pure Uli, che ci confida: «Se dovessi designare una squadra per la vittoria finale, punterei sulla Spagna. Certo, la Germania giocherà davanti al pubblico di casa, ma non so se basterà. La selezione di Luis De La Fuente ha convinto in ogni incontro. Ma soprattutto ha dimostrato contro la Georgia di saper reagire ad una situazione di svantaggio. Dopo la sfortunata autorete di Robin Le Normand, ha mantenuto una chiara impostazione tattica. Venendo infine ripagata. In ogni caso, penso proprio che la nazionale che vincerà il duello, alzerà poi la coppa al cielo a Berlino». E lo dice uno che quella coppa l’ha sollevata con le sue stesse mani, a Roma nel 1980.

Chi ha impressionato? Rodri è forte in entrambe le fasi. È il giocatore più completo dell'Europeo

Giovani re

Complice la scelta della Federcalcio tedesca a fine anni ’70 di convocare solo calciatori militanti in Bundesliga, Ulrich Stielike ha dovuto aspettare proprio fino al 1980 prima di esordire in un grande torneo. Ciò però non gli ha impedito di brillare con l’Aquila sul petto. E di essere considerato da molti l’erede di un certo Franz Beckenbauer. Chissà se, tra i tanti giovani che si stanno mettendo in mostra in questo Europeo, nasceranno nuovi idoli per le future generazioni. Come lo sono stati il «Kaiser» e Stielike. «Il talento in campo non manca di certo», rileva Uli. «Da un lato abbiamo Jamal Musiala e Florian Wirtz, dall’altro Nico Williams e Lamine Yamal. Forse quello che non ha ancora espresso tutto il suo potenziale è Wirtz: al Leverkusen è abituato a giocare al centro, dietro la punta. Questo ruolo è però occupato da Gündoğan, mentre Florian è stato spostato sull’esterno. Ma trovo che nella sua posizione abituale sarebbe più pericoloso per le difese avversarie. I due spagnoli, per contro, stanno giocando nelle condizioni ideali per rendere al meglio». Il vero fulcro del gioco della Spagna, per il nostro interlocutore, è però un altro. «Chi mi ha più impressionato? Rodri. Un centrocampista che è forte difensivamente, ma allo stesso tempo utile alla manovra offensiva, e che può anche trovare la rete con dei tiri dalla distanza. Certamente è il calciatore più completo di questi Europei».

«Deluso da loro»

Dopo la vittoria nella citata sfida del 1982, la Germania incontrò in semifinale la Francia. Uno scenario che potrebbe ripetersi se i Galletti dovessero avere la meglio sul Portogallo. «In questa partita non vedo invece nessun favorito. Si scontrano due squadre di pari livello, nonché due formazioni che fin qui hanno deluso. Forse la Francia è la squadra che ha perlomeno mostrato una ripresa nel livello delle prestazioni. Il Portogallo invece ha seriamente rischiato l’eliminazione l’altra sera, contro la Slovenia. Entrambe possono fare di meglio. Perciò sono molto incuriosito da questo incontro: voglio scoprire se una delle due riuscirà finalmente a mostrare la sua miglior versione». In un Europeo dove le stelle faticano a splendere – ne parlavamo ieri – stanno mancando le giocate decisive di Cristiano Ronaldo e Kylian Mbappé. «Tendo a giustificare di più il francese – commenta il 69.enne – Non so quanto la maschera di protezione indossata da Kylian Mbappé stia influenzando le sue giocate. Ma sicuramente un po’ lo svantaggia».

La Svizzera è favorita nel suo quarto di finale. Xhaka e compagni hanno mostrato un bello spirito di gruppo

Speranza elvetica

Infine, non potevamo congedare Uli prima di chiedere un parere sulla nostra Svizzera. «Se ha speranze contro l’Inghilterra? Altroché! È la favorita nel suo quarto di finale», esclama l’ex ct dei rossocrociati. «Xhaka e compagni si sono dimostrati una squadra estremamente stabile, e con un bello spirito di gruppo. Ho visto loro lottare l’uno per l’altro. Per contro, molti calciatori inglesi mi sono sembrati individualisti, o addirittura egoisti. Per questo se la Svizzera saprà sfoggiare ancora una volta l’attitudine ammirata contro l’Italia, batterà l’Inghilterra». E a quel punto, dato il tabellone, perché non sognare ancora più in grande. «Per il momento sarebbe meglio mantenere i piedi per terra – ammonisce però Uli – Arrivare in semifinale sarebbe già un successo gigantesco! È senz’altro vero, tuttavia, che gli elvetici hanno il privilegio di giocare senza la pressione sulle spalle, e per questo non vanno esclusi a priori dalla lista dei potenziali vincitori finali».

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