Chico Frigerio, quando il basket faceva «boom»

Il basket ticinese piange Enrico «Chico» Frigerio, presidente della Federale negli anni Settanta, quelli del «boom» del basket luganese. L’ex finanziere si è spento a 76 anni. Di quella squadra, vincitrice di tre campionati (1975, 1976, 1977) e due Coppe (1974 e 1975), facevano parte Alessandro Cedraschi e Sergio «Seo» Dell’Acqua. Abbiamo chiesto loro un ricordo del «presidentissimo».
Entusiasmo contagioso
«Chico Frigerio aveva un entusiasmo contagioso per la pallacanestro», ricorda Cedraschi. «Creò allegria e interesse attorno ad uno sport che da noi si era un po’ assopito. Era stato trascinato nel mondo della palla a spicchi da Seo Dell’Acqua. Diede subito impulsi importanti all’ambiente, generando un’euforia paragonabile a quella che arrivò più tardi per l’hockey».
«È vero, Chico si avvicinò al basket attraverso la nostra amicizia», racconta Dell’Acqua. «Era innamorato del calcio e del Chiasso. Quando ci conoscemmo, gli parlai della Federale e lui si fece coinvolgere. Prima del suo arrivo, in Ticino la pallacanestro non era molto popolare. Fu lui a generare il boom. Ricordo quando ci portò a New York per ingaggiare due americani. Per non parlare della prima Coppa Svizzera, vinta nel 1974 contro il Molino Nuovo».
Un fatto di costume
Altri tempi, insomma. «Erano anni di fermento economico», ricorda Cedraschi. «Imprenditori e finanzieri investirono tempo e denaro in quello che fin lì, da noi, era solo uno sport di periferia. Di colpo arrivarono più americani, più allenatori dall’estero, più pagine sui giornali. Frigerio e la Federale furono i primi, poi seguirono le altre tre società: Molino Nuovo, Viganello, Pregassona. Tutti si lanciarono in investimenti importanti, creando un ambiente vivace, alimentato dal campanilismo e dai successi. Andare a vedere il basket a Lugano era diventato un fatto di costume. Un’occasione di ritrovo prima di una cena o di uno spettacolo».
Una persona di cuore
Alessandro Cedraschi non ha mai smesso di frequentare il suo «presidentissimo»: «Negli ultimi tempi lo incontravo a Origlio, il mio comune. Capitava di prendere un caffè e di chiacchierare. Mi chiedeva del basket, dei miei Tigers, ma si era un po’ estraniato da questo mondo. È stato un grande amico di tutti i suoi giocatori. Soprattutto di me e di Seo. Fu il nostro trascinatore, ci stimolò a fare sforzi e sacrifici per dare una nuova dimensione al nostro sport. Era una persona di cuore. Forse, però, ha ricevuto poca riconoscenza».
«Sì, Chico aveva un cuore d’oro», conclude Dell’Acqua. «Aiutò molti giovani giocatori, trovandogli un lavoro nei suoi uffici. Quando lasciò la Federale, la pallacanestro ticinese perse molto».
La vicenda giudiziaria
Nel 2007 Enrico Frigerio fu protagonista di una vicenda giudiziaria negli Stati Uniti: atterrato a New York per girare un documentario della RSI, venne arrestato sulla base di un mandato di cattura risalente al 1984. Trascorse due mesi e mezzo in carcere prima che le accuse cadessero.