Ciclismo

Con un colpo di reni la spunta van der Poel

L’olandese si è aggiudicato la seconda tappa del Tour de France davanti a Tadej Pogacar: «L’arrivo è stato più complicato di quanto pensassi, ero molto motivato e aspettavo questo momento da quattro anni"
La gioia di Mathieu van der Poel, che brucia sul traguardo Tadej Pogacar. ©EPA/Christophe Petit Tesson
Red. Sport
06.07.2025 21:55

Siamo appena alla seconda tappa e al Tour de France è già spettacolo. La fase finale della Lauwin Planque- Boulogne-sur-Mer, di 209,1 km, è sembrata quella di una delle classiche di primavera, con tutti i protagonisti più attesi a darsi battaglia fino all’ultimo metro. A spuntarla stavolta è stato Mathieu van der Poel che ha lanciato lo sprint e ha resistito, con un bel colpo di reni, al ritorno di Tadej Pogacar.

Successo e polemiche

Un successo questo (il numero 55 in carriera) che all’ex iridato è valso anche la maglia gialla grazie al gioco degli abbuoni e gli è servito per dimenticare le polemiche di cui è stato fatto oggetto, in Francia, da parte degli ecologisti, che contestano all’olandese nipote e figlio d’arte di utilizzare jet privati per spostarsi e di avere come sponsor personale (uno dei tanti) una compagnia proprio di «taxi jet». Alle spalle del vincitore di giornata (e quest’anno anche della Sanremo e della Roubaix) e di Tadej Pogacar, ecco Jonas Vingegaard, uomo più da corsa a tappe che in linea. E, soprattutto, uno che è venuto al Tour per provare a rivincerlo. Solo 17., ma comunque nel gruppo dei primi 20 da cui è uscito il vincitore di giornata, Remco Evenepoel, che ha mollato in fase di volata ma che fino all’ultimo chilometro ha lottato in ogni maniera per tentare di andarsene, pur dando l’impressione di non avere uno stile di pedalata perfetto.

Braccia al cielo

Questa è la seconda volta che il trentenne van der Poel alza le braccia al cielo al Tour de France, dopo l’emozionante vittoria di quattro anni fa a Mûr de Bretagne, che dedicò al nonno scomparso, l’ex campione francese Raymond Poulidor, eterno secondo in tante, troppe, circostanze. E, come se fosse un segno del destino, aveva già indossato la maglia gialla e proprio in una seconda tappa, vinta davanti allo stesso Pogacar. «L’arrivo è stato più complicato di quanto pensassi - ha spiegato VdP -. Ero molto motivato, aspettavo questo momento da quattro anni e volevo questa seconda vittoria al Tour. Oggi la gente mi considerava il favorito, ma vi assicuro che quando guardi i corridori che erano davanti in salita non sai se alla fine il pronostico verrà rispettato. Quindi sono molto contento».

Domani si corre una tappa per velocisti, 178,3 km da Valenciennes e Dunkerque.