Croci-Torti striglia Sabbatini: «Faccia il giocatore»

Domenica il Lugano affronterà il Lucerna. E l’Europa, per qualche settimana, tornerà sullo sfondo. La doppia sconfitta contro l’Union Saint-Gilloise, tuttavia, ha lasciato scorie che non se ne vanno. Anzi, a poche ore dall’eliminazione nel playoff di Europa League, a Cornaredo si continua a giocare. A scontrarsi, anche. L’intrigante sorteggio di Conference League ha distolto solo per un attimo l’attenzione dalla serataccia di Ginevra. Bruges, Bodø/Glimt e Besiktas? «Sembra un girone di Europa League, quasi di Champions» ha osservato col sorriso il tecnico bianconero Mattia Croci-Torti a margine dei verdetti di Montecarlo. «Siamo i più piccoli ma proveremo a fare i guastafeste. Conosciamo il nostro valore: vogliamo giocarci ogni sfida. Sì, cercando di fare più punti possibili». Difficile, quasi impossibile, però, immaginare di dare seguito all’obiettivo della società, che nel cuore dell’estate aveva parlato di superamento del girone a cui tendere. «Non ho problemi a convivere con un’asticella posta a quest’altezza» ha chiarito il Crus: «Ripeto: perché non dovremmo essere la sorpresa del gruppo? Anche con l’Union Saint-Gilloise, un club di spessore, non abbiamo sfigurato. Di insegnamenti da cogliere, poi, non ne sono mancati».
«Sono l’allenatore, decido io»
Ecco, appunto. Sul banco degli imputati è finito pure lo stesso allenatore. E, cosa non irrilevante, a mettercelo è stato il capitano Jonathan Sabbatini. «A mio avviso abbiamo impostato la partita nel modo sbagliato» ha dichiarato il leader uruguaiano ai microfoni della RSI a margine dell’1-0 subito allo Stade de Genève. Parole e destinatari, come dire, di un certo peso. Parole che Croci-Torti non ha apprezzato. Per nulla. «No, non mi sono piaciute nemmeno un po’» ha ammesso apertamente il tecnico ticinese: «Sabbatini deve pensare a fare il giocatore. Cosa che sin qui gli è riuscita bene. Ad ogni modo, ne parleremo faccia a faccia. Mi limito a osservare, dopo due stagioni con tanto di record di punti in Super League e due finali di Coppa, che io e il mio staff non facciamo le cose a caso. Mai. Perciò sono sereno con me stesso. Al contrario, credo che la ricerca dell’alibi vada eliminata. Insomma, si parli di meno e si lavori sodo per affrontare al meglio gare toste come quella di Lucerna. Fino a quando sarò l’allenatore del Lugano deciderò io. Ed è importante che la cosa sia chiara a tutti».
«Ma non facciamone un caso»
I conti fra le parti, va da sé, restano aperti. «Se Sabbatini giocherà alla Swissporarena? Lo valuterò nelle prossime ore. Anche se penso di aver suggerito la risposta» ha indicato il Crus. Il capitano, facciamo notare, era andato un filo lungo già dopo la sconfitta in campionato con lo Zurigo. Un caso? «Evidentemente c’è qualcosa che lo turba. Ma non trasformiamolo in un caso. Di malumori, soprattutto dopo una sconfitta, ve ne sono sempre. E Sabbatini, in questo senso, è solo uno dei diversi problemi che devo gestire a Lugano. Frequento lo spogliatoio bianconero da sei anni e dinamiche del genere, di tanto in tanto, si presentano. Ciò che conta è essere bravi a farle cambiare». Il problema, nella fattispecie, non appare tuttavia così banale. «È senz’altro risolvibile. Ma non in pubblico» ha precisato Croci-Torti. Per poi rilanciare: «Se la scorsa notte non ho dormito non è per le dichiarazioni di Sabbatini, quanto per il gol - il secondo in una settimana - preso dopo pochi minuti».
E il mercato?
Al netto degli screzi con uno dei suoi leader e dell’eliminazione per mano dell’Union Saint-Gilloise - «meritata, erano più pronti» -, l’allenatore bianconero ha comunque cercato di proteggere la sua squadra. Sfogandosi, in parte. «Pensiamo a non essere troppo negativi. In Super League siamo secondi in classifica e in Europa - dove c’è la mia squadra e non Basilea e Lucerna - non abbiamo eretto alcuna barricata. Davvero, percepisco critiche eccessive verso il Lugano. Che poi, magari, è colpa mia: non mi nascondo mai e chiedo sempre a tutti di crederci fino in fondo. Non dovrei farlo? Non intendo cambiare».
Il Lugano, invece, ha ancora una settimana per mutare. Il mercato chiude il 7 settembre e qualche aggiustamento - oggettivamente - farebbe comodo in vista dell’intenso autunno. «L’importante è che in uscita non si muova più nulla» ha sospirato il Crus. Per poi aggiungere: «La fragilità difensiva emersa nel playoff? È figlia del sistema, non da ricondurre al solo reparto arretrato. Per quanto riguarda gli innesti, la società ha fatto determinate scelte. Sono partiti uomini di esperienza e si è deciso di puntare su giovani di valore. Giovani che vogliamo aspettare, anche se ci vorrà del tempo». Già, ma il tempo c’è?