Hockey

Cronaca di un sogno spezzato e di un Mondiale dai due volti

Una fase preliminare senza sconfitte, un quarto di finale deludente, un allenatore inevitabilmente tornato in discussione - Come se la sono cavata i nostri giocatori di NHL? E quelli del campionato svizzero? Le scelte di Fischer sono state paganti? Ecco il nostro bilancio - A Zurigo e Friburgo i Mondiali del 2026
Il tecnico rossocrociato Patrick Fischer. © KEYSTONE/PETER SCHNEIDER
Fernando Lavezzo
27.05.2022 14:14

Secondo giorno di pioggia a Helsinki. L’ideale per camuffare le lacrime rossocrociate dopo l’eliminazione ai quarti di finale. Resta l’amarezza. E con essa la sensazione di aver buttato via un’occasione d’oro. È stato un Mondiale da dimenticare? No. Si poteva fare meglio? Eccome. Gli obiettivi erano ben altri. Riviviamo il nostro torneo, nel bene e nel male.

La fase preliminare – Voto: 5

L’esclusione della Russia ci ha regalato il girone più facile di sempre, ma chiuderlo al primo posto, senza sconfitte, con il miglior attacco e la miglior difesa, un power-play brillante e un box-play inscalfibile, non era scontato. Due le partite da ricordare: il 6-3 contro il Canada, davanti a 5.000 tifosi elvetici, e il 5-3 contro la Slovacchia, pura esaltazione del «penalty killing» e del sacrificio. Il «block shot» di Scherwey festeggiato come se fosse un gol è l’immagine più potente del torneo. Convincente anche il 6-0 alla Danimarca, un avversario che ci aveva battuti alle Olimpiadi di Pechino. Vendetta perfetta. Le altre gare, invece, non hanno strappato soltanto applausi. L’esordio contro la debole Italia (5-2) è stato poco più di un riscaldamento. Contro il Kazakistan (3-2) abbiamo rischiato grosso, giocando senza energia. La Francia (5-2) ci ha messi in imbarazzo nel primo tempo, andando sul 2-0 e sbagliando un rigore. La Germania, infine, ci ha tolto un punto. Altro brutto primo tempo, quello contro i tedeschi, poi piegati 4-3 ai rigori. Insomma, seppur immacolato nei risultati, il percorso verso i quarti non è stato perfetto.

Il quarto di finale – Voto: 3

A furia di scherzare con il fuoco, stavolta la passività del primo tempo ci è costata cara. Gli USA hanno approfittato del loro unico power-play per andare sull’1-0 (sfortunata deviazione di Thürkauf) e di un pasticcio confezionato da Egli e Genoni per raddoppiare. In seguito, si sono difesi con ordine, vincendo i duelli e tenendo i rossocrociati lontani dallo slot. Ci è mancata energia, cattiveria, lucidità. Ma soprattutto, è mancata quella serenità che nelle precedenti partite ci aveva permesso di uscire da situazioni complicate.

Le scelte di Fischer – Voto: 3,5

Dopo l’eliminazione, Patrick Fischer si è detto fiero della squadra: «È stato un torneo fantastico». Niente autocritica per l’ennesimo quarto di finale toppato, tra Mondiali e Olimpiadi. Il coach non fa l’unanimità e oggi in tanti chiedono la sua testa. Noi ci sentiamo di difendere la sua «filosofia», il suo desiderio di giocare un hockey propositivo. Qualcuno preferirebbe rivedere una Svizzera vecchio stile, perennemente in trincea? Giocatori come Hischier, Malgin, Suter o Meier sarebbero felici di un simile ritorno al passato? «Fischi» ha l’appoggio della squadra ed è il vero uomo forte della Federazione. Questo non si può ignorare. Allo stesso tempo, alcune sue scelte per questi Mondiali non si sono rivelate paganti. In difesa è mancata un po’ di calma, di esperienza. Al posto del grande escluso, Raphael Diaz, si è visto un Dominik Egli ancora immaturo per giocare a questi livelli. E Loeffel non sarebbe stato più utile di Marti o Glauser? Per avviare il ricambio generazionale bastavano Moser e Geisser, giovani sì, ma già maturi. E davanti? Possibile che in tutto il torneo non si sia trovato il «terzo uomo» ideale da affiancare a Hischier e Meier? Prima Bertschy, poi Kurashev, infine Riat. Nessuno ha convinto. Ancora: che senso ha avuto la convocazione di Marco Miranda, completamente fuori contesto? Lo si è portato in gita premio, sapendo che non avrebbe fatto grandi storie qualora avesse dovuto andarsene per far posto a un altro rinforzo dalla NHL? In generale, si è forse speculato troppo sull’arrivo di Josi, Fiala e Niederreiter?

Gli NHLers – Voto: 4,5

Alti e bassi per i nostri rappresentanti oltre oceano. Nico Hischier, il capitano, ha impiegato qualche gara per ingranare, ma poi si è caricato la squadra sulle spalle, da leader. Peccato che contro gli USA si sia visto poco. Timo Meier ha segnato tre gol. Da uno come lui, in un girone così, era lecito aspettarsi di più. Ha tirato tanto, ma con risultati rivedibili. Pius Suter è stato il più costante, brillando per visione di gioco e lavoro a tutta pista. Philipp Kurashev, invece, il più deludente. Non ha trovato un ruolo, finendo al centro della quarta linea. Tra i difensori, benissimo Dean Kukan, che la NHL ha deciso di lasciarla. Per lui 2 gol, 4 assist e un bilancio personale di +6. Con 21’20’’ a partita, è stato lo svizzero più utilizzato. A ruota il compagno di linea Jonas Siegenthaler (20’57’’), che vanta un +8. Janis Moser ha personalità ed è il principale indiziato a seguire le orme di Josi, ma in coppia con Fora ha concesso qualcosa di troppo e ha chiuso con un -1 (contro il +4 del ticinese). Tobias Geisser, che dalla AHL tornerà a Zugo, ha disputato un torneo senza infamia e senza lode. È giovane e ci lascia tranquilli per il futuro.

Gli attaccanti di NL – Voto: 5-

Denis Malgin ha giocato dei Mondiali eccezionali, sulla scia dei suoi playoff. Ha assorbito la delusione per la finale persa con gli ZSC Lions dando tutto per la Nazionale. Bene l’intesa con Suter e Simion. Con 5 gol e 7 assist è stato il topscorer della fase preliminare. Simion si è fatto notare davanti alla porta, ma è l’unico attaccante con un bilancio negativo (-1). Promossa la linea di Corvi, Herzog e Ambühl. Andres ha dimostrato di meritarsi la convocazione al di là dei record: 17 Mondiali e 123 partite iridate. Menzione speciale per Scherwey. Il suo Mondiale è finito con la Francia: caviglia rotta. Fin lì aveva garantito grinta ed energia, in particolare nel box-play. Onesto il torneo di Thürkauf, iniziato con due reti e proseguito con tanto lavoro sporco. Bertschy e Riat hanno fatto la loro parte, senza grandi acuti.

I difensori di NL – Voto: 3,5

Di Egli abbiamo detto. Spesso fuori posizione, ha pagato dazio sul piano fisico e commesso molte ingenuità. Tanti dischi persi e troppe penalità per Michael Fora, che però sul piano fisico regge il confronto. Discreto Glauser, impalpabile Marti.

I portieri – Voto: 4

Tutti hanno chiuso con percentuali di parate al di sotto del 90%. Genoni (89,02%) è stato tra i protagonisti negativi del quarto di finale, con un goffo tentativo di spazzare il disco costato il 2-0. Berra (88,33%) ha giocato partite meno complicate (Italia, Francia, Germania), nelle quali ha comunque avuto il suo daffare per rimediare alle distrazioni altrui. Aeschlimann (85,71%) ha debuttando contro il Kazakistan, commettendo un paio di sbavature.

La Svizzera può parzialmente consolarsi con la decisione presa dal Congresso dell'IIHF. Come previsto, la federazione internazionale ha infatti assegnato a Zurigo e Friburgo l'organizzazione dei Mondiali 2026.
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