Da sfiduciata a favorita, per la Svizzera è già tempo di rialzarsi
Prima il tonfo. Pesante. E per certi versi inaspettato. Poi la risalita, il rimbalzo anche, sospinti da senso di responsabilità, orgoglio e rinnovata fiducia. Sembra uno scherzo del destino, un intrecciarsi di vicende scomode. Ma a poche ore dal crollo in borsa e l’allarme generale della piazza finanziaria elvetica e internazionale, l’ASF ha scelto uno degli «hub» zurighesi di Credit Suisse - quello all’Europaalle - per lanciare la nuova campagna della Nazionale svizzera. E così, appunto, cercare di mettersi definitivamente alle spalle il patatrac di Qatar 2022. «L’eliminazione agli ottavi? Partite come quelle contro il Portogallo fanno parte del calcio» ha sottolineato il commissario tecnico Murat Yakin: «È qualcosa che non possiamo più cambiare, oramai sorpassato. Insomma, voltiamo pagina, guardiamo al futuro e alle sfide che attendono la Svizzera».
«Xherdan non è al meglio»
Euro 2024, eccolo l’obiettivo nel mirino. Un obiettivo che la Svizzera non può fallire, dal momento che affronta le qualificazioni da chiara favorita del gruppo I. «Ma è sul campo che dobbiamo confermare questo status: guai a sottovalutare gli avversari» ha ammonito il ct. La sua formazione, oltretutto, è attesa da un debutto delicato. Contro la Bielorussia, sabato 25 marzo, si giocherà in Serbia. «E farlo a porte chiuse, per la ricerca del limite e della migliore prestazione, non è mai il massimo» ha riconosciuto Yakin, alludendo alle condizioni imposte dall’UEFA all’alleata di Mosca. Il match di Novi Sad, ad ogni modo, non fa paura. Né alla squadra, né a Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri. «Tutti i giocatori selezionati vogliono essere della partita e aiutare la Nazionale: discussioni d’altro tipo non sono mai state un tema» ha tagliato corto Muri. Eppure, un’eventuale rinuncia da parte dei due giocatori d’origine kosovara - considerate le tensioni in corso tra Belgrado e Pristina e i potenziali rischi sul piano della sicurezza personale - era rimbalzata qua e la, a mo’ d’ipotesi e provocazione, nelle scorse settimane. Invece no: entrambi figurano sulla lista dei convocati. «Anche se Shaqiri è alle prese con un fastidio muscolare: faremo il punto domenica e insieme valuteremo se il suo impiego ha senso o meno» ha spiegato il selezionatore, senza sbilanciarsi. Il centrocampista dell’Arsenal, da parte sua, tornerà a fungere da faro del gruppo. A margine dell’amara uscita di scena ai Mondiali, c’è però chi auspicava un cambio della guardia. «Siamo al 100% dalla parte di Granit» la replica di Yakin. «È il mio capitano ed è un elemento insostituibile. Inoltre, grazie alla sua personalità, dà l’esempio e trascina i compagni dentro e fuori dal campo».
«Haris? Porte ancora aperte»
Rispetto al torneo disputato a Doha, le gare contro Bielorussia e Israele (martedì 28 marzo a Ginevra) saranno affrontate con un gruppo diverso. Più giovane. Il grande assente del ritiro che lunedì scatterà a Basilea è Seferovic. «Non si tratta di una decisione contro Haris» ha spiegato Yakin, spezzando una lancia a favore del ritorno in rosa dei basilesi Zeki Amdouni e Andi Zeqiri: «Sono in eccellente forma. Sì, il momentum parla per loro. Le porte per Seferovic rimangono ad ogni modo aperte. Abbiamo avuto una discussione positiva e sono felice che abbia potuto ritrovare tempo di gioco al Celta Vigo. Quando sarà al 100% ne riparleremo». Stesso discorso per Steven Zuber (in fase crescente all’AEK Atene), mentre altri profili hanno approfittato degli infortuni (Zesiger al posto di Schär) e del «principio delle prestazioni» tanto caro al ct. Per dire: sull’out di sinistra - dove la mancanza di alternative a Rodriguez rimane un grosso problema - Yakin ha deciso di offrire una chance a Dominik Schmid, 25 anni e solida realtà in casa GC. Se su quella corsia vi sarà anche il bianconero Renato Steffen, a destra si rivedrà Jordan Lotomba, in fiducia e utilizzato con costanza al Nizza. Per quanto riguarda il baby fenomeno Jashari, per contro, si è data la priorità alla U21. «Che in fondo Ardon non ha mai vissuto» ha osservato Yakin, ricordando l’importante appuntamento estivo con gli Europei di categoria. «L’inizio di una campagna offre sempre un’opportunità per nuovi giocatori, ma a guidarci resta l’esigenza dei risultati, non la necessità di rinnovare un ciclo» ha tenuto a precisare il commissario tecnico. A livello di staff, invero, si procederà a un intervento sostanziale. Al fine di mettere i giocatori nelle migliori condizioni, cambierà il preparatore fisico: allo spagnolo Eduardo Parra Garcia, ex Nizza e Real Madrid, il compito di ridare slancio alla Svizzera dopo l’inaspettato tonfo di Doha.